lunedì 21 gennaio 2008

Finalmente Toula










Sua Maestà il Monte Bianco…ed il ghiacciao del Toula. Un classico dei fuoripista, mecca per tutti gli appassionati di freeride e, grazie alla funivia, veramente accessibile a tutti. Sono 3 anni che ci sto girando attorno. Vuoi per le condizioni meteo, vuoi per le mie condizioni fisiche (bloccato con la schiena proprio durante il capodanno a Courmayeur), vuoi per guide che non si trovavano o gruppi che non riuscivo a formare… insomma era diventata un’ossessione. Questo w-end non posso rinunciare. Ho fatto i compiti a casa. Conosco ogni centimetro del ghiacciao sulla cartina 1:25000. Letto tutti i report, parlato con tutti quelli che l’hanno fatto…insomma mi sembra di conoscerlo come le mie tasche. Ma si è sempre su un ghiacciaio, ed il metro di neve caduto in settimana insieme al forte rialzo termico previsto per il w-end mi hanno fatto optare (saggiamente) per farlo con una guida.
Partenza da Milano…ore 5 (non riuscivo a prendere sonno). Muro di Nebbia fino a Verres. Solita tappa all’autogrill di St. Vincent, dormitina di 45 min, colazione e via. Alle 8 sono già al bar della funivia. Le facce che mi circondano sono quelle solite delle guide o dei locals che conoscono questa montagna come casa loro…è casa loro e come una tribù ristretta a pochi eletti, sembrano abbastanza schivi nei miei confronti, restii a concedere “troppe” informazioni. Incontro Attilio (la mia guida) ed i compagni di gita. Ci prepariamo e via…in cima a P.nta Hellbronner, la vista è magnifica. Non una nuvola e con i presupposti per una gionata di sole e caldo. Ci avviamo verso il colle del Toula. 10 minuti a piedi a 3400 metri, la testa mi pulsa, il fiato corto e le gambe fiacche (che catorcio). Arriviamo alle mitiche scalette. So che si possono evitare, ma la pendenza è sostenuta e non sono di certo già “caldo” per partire su un 40°. Arriviamo sul bacino glaciale. Che spettacolo! Mi metto in coda e cerco qualche fazzoletto non tracciato per disegnare la mia linea. La neve aveva già preso molto sole nei giorni precedenti. Solo il 20 gennaio ma le condizioni sono da primavera inoltrata. Prima discesa con neve ancora un pelo crostosa, ma il panorama ne vale comunque la pena. Seguo Attilio con scrupolo. Al mio occhio inesperto sembra non ci siano pericoli evidendi…ma non si sa mai. Gli ampi spazi del Toula consentono di trovare sempre linee da tracciare. Solo a metà la seraccata incanala tutti in un imbuto, comunque mai troppo pendente. Dopo la seraccata via verso il Papillon… gobbine e gobboni un salto dietro l’altro! Secondo giro. La neve ha mollato al punto giusto e con la tavola me la godo (metre gli sciatori affondano). La neve è molto pesante ma ha una portanza incredibile, quindi opto per curvoni a tutta velocità (il gps ha segnato un 47km/h di vel max…ma forse era la funivia!) Il ritmo è molto tranquillo (troppo per i miei gusti, ma io sono un assatanato). Completiamo la seconda discesa alle 13.00. La neve ha mollato troppo per fare una terza discesa. Ovviamente la cosa non mi và molto bene, ma meglio fidarsi del giudizio di Attilio. Ne ho approfitto per prendere un po’ di sole e tornare a casa per tempo. Alle 14.30 giù a Courmayeur ci sono 18°. Attilio aveva ancora ragione. Torno verso Milano (peraltro avvolta nella nebbia) con un mezzo sorriso. Ora che mi sono fatto un’idea aspetto la prima “spolverata” per godermi il Toula fino in fondo.