lunedì 20 aprile 2009

Salza di pomodoro

Ancora neve???? 50 cm sul Rosa??? Andiamo!!! Alle 8.00 siamo già a Gressoney. La giornata promette bene. Ci sono molte nuvole che vagano in cielo ma per ora è sole. Al parcheggio non c’è neve fresca. Anche i pini non mostrano tracce dell’ultima nevicata. Ho letto e riletto il bollettino e parlava di 50 cm…ma dove sono????
Scalpitiamo per salire ma i preparativi del Mezzalama ci bloccano fino alle 9.00. Finalmente siamo ai Salati. Andando su ci rendiamo conto che ieri qualcuno si è divertito alla grande…ma sono fiducioso che sia rimasto qualcosa anche per noi. Per scaldarci prendiamo il mediano dei canali dell’Endre. La neve appare subito dura. Inoltre il canale deve aver scaricato perché presenta una linea di frattura e la neve dentro è compatta e durissima. La discesa non è certo divertente ma nonostante la pendenza riusciamo a scendere facilmente. Sono comunque soddisfatto. Mi sento più consapevole delle mie capacità così da poter affrontare nuovi itinerari con maggior sicurezza. Usciti dal canale la terribile sorpresa: la neve nuova di giovedì s’è scaldata ed ha formato una crosticina noiosa e bastarda. Stefano mi guarda amareggiato. Comincio a sentirmi in colpa. Ho spinto io per venire qui e non rischiare andando a Madesimo. Realizzo d’aver sbagliato la valutazione delle condizioni, ma ho ancora speranza di trovare qualcosa. Decidiamo di tagliare direttamente al Gabiet evitando il ghiaccio duro del Leich. Appena prima del traverso la riparazione che avevo fatto alla tavola salta portandosi via anche lo spezzone di lamina in corrispondenza dell’attacco. Sul duro in back side è impossibile tenere la linea. Spingo direttamente sul legno consapevole di peggiorare il danno ma non ho scelta. Arriviamo agli impianti. Ora il morale di entrambi è sotto i piedi. Vendiamo lo skipass??? Ma a chi??? Vabbè…noleggio una tavola ed almeno non buttiamo la giornata. Risaliamo al Bettaforca. La neve è migliore. In alcuni punti è rimasta protetta, in altri s’è smollata. La discesa è molto divertente. Riusciamo a fare delle buone linee fino al bosco.
L’umore cambia, cresce l’euforia e la giornata s’impenna. Di fronte il vallone della Salza. Poche tracce. Ci guardiamo negli occhi ed euforici come due bambini quando trovano il nascondiglio dei regali di Natale ci affrettiamo a salire verso i Salati. I cabinovia conosciamo Alessandro, ragazzo di Busto che gira spesso qui. Si aggrega alla compagnia e scopriremo, poi, che oltre ad essere un gran sciatore è simpatico e alla mano. Scendiamo verso i canali dell’Endre. Vedo le tracce che portano al canale più alto. Sento che oggi devo farlo. Devo togliermi questo sassolino. Loro mi mollano preferendo quello mediano. Risalgo fino all’imbocco. Si presenta stretto e pendente ma la neve all’inizio è ottima.
Mi preparo. Serro gli attacchi, stringo lo zaino e mordo il boccaglio dell’avalung (giusto per precauzione). Sono pronto. Via. Giro tre curve tre in una super powder, belle fluide e veloci…pochi istanti in uno stato di grazia…poi duro. A metà canale i giochi finiscono, anche qui la neve nuova è slavinata giù. I ragazzi mi guardano mentre sono costretto a scendere gli ultimi metri con curve saltate su gobbe durissime. Ma io sono felice per quelle 3 semplici curve.
Arriviamo sul fondo della valle e ci prepariamo alla risalita. I 45 minuti di risalita al colle della Salza richiedono tutte le mie energie residue (ieri ho esagerato con l’allenamento e stanotte non ho recuperato). Il caldo non aiuta…mi sto liquefacendo! Il sole mi batte sulla faccia. Mi fermo a rifiatare. Silenzio. Rocce e neve. Che spettacolo.
Arriviamo al colle. Fin qui la neve era buona e non vediamo l’ora di saggiarla di là! Purtroppo troviamo ancora crosticina. Inoltre la pendenza della valle, mai sostenuta, ci lascia un po’ d’amaro in bocca.
Con poche curve siamo in fondo. Certo se fosse stata piena di polvere forse saremmo euforici, ma le nostre aspettative sono rimaste disattese anche se, personalmente, mi sono divertito un mondo anche su questa neve pesante. Un altro sassolino fuori dallo scarpone. Ci resta del tempo per fare un giro ad Alagna. Neve pesante e smollacchiata ci dà il colpo di grazia. Verso le 15.30 issiamo bandiera bianca e scendiamo con gli ovetti. Siamo esausti. La stagione sembra al termine salvo un colpo di coda del meteo…ma dovranno coincidere diverse variabili e sarà dura. Inoltre ho voglia di bici e le gare di triathlon incombono. Metto via l’attrezzatura ma mi tengo una tavola ben sciolinata a tiro…non si sa mai.

lunedì 6 aprile 2009

La giornata che non c’è

Una di quelle giornate che devi rubare, fingendoti malato, bigiando il lavoro, inventandoti una palla (mezza in verità). Siamo ad Aprile. Fa caldo e la neve si trasforma appena si poggia. Bisogna coglierla al volo. Non si può attendere. Io e Stefano vorremmo partire prestissimo per non lasciare niente a nessuno. Bertrand è più pacato. Vuole partire con comodo. Ma noi non ci stiamo più dentro. La notte passa rapida e già verso le 5 non c’è più verso di dormire. Arriviamo presto. L giornata è mista. Le nuvole scorrono. Forse si apre. I pini sono imbiancati. Ci dicono che ne è caduta molta (50/60cm). In lontananza si sentono gli scoppi delle cariche per mettere in sicurezza i pendii. Elicotteri fanno la spola come le api nei campi alla prima fioritura.
Per ora è aperta solo una seggiovia. Ma siamo i primi ed è tutto vergine!
Davanti a noi ci sono dei ragazzi con delle code di rondine pazzesche. La più lunga 2,30 mt!!! Ma che siamo in Canada? Si…è powder. Forse non polverosa ma bella e profonda. Le prime discese sono brevi ma intense. Il terreno si presta a mille evoluzioni.
Apre anche la funivia e noi siamo già lì. Ancora primi. In cima le nubi ci avvolgono in una bianca nebbia che ci fa perdere l’orientamento. Scorgo le rondini…e non me le faccio scappare. Ci conducono tutto a destra in un vallone stupendo…la nebbia si alza, la neve intonsa…Bertrand tira fuori la macchina fotografica ma noi siamo già a metà, lanciati a tutta verso il basso. Curve su curve. Non mi voglio fermare. Si risale. Altro giro. La neve inizia ad incollare. Cerchiamo di andare di là…ma il collegamento salta, si è rotta la cabinovia. Che fare? Un gruppo di tedeschi inizia a risalire il crinale. Capiamo che non possiamo aspettare e ci prepariamo alla salita. All’imbocco del canale qualche roccia fuori ma, soprattutto, le nubi risalgono dal canale e nascondono i riferimenti.

Aspettiamo sperando in una finestra, ma la nebbia non ne vuole sapere. Scalpitiamo. Inizia a formarsi una “coda” di persone dietro di noi. Scendiamo. Occhio ai sassi…svram!!! Sventrato la tavola. Pazienza, dopo pochi metri le nubi svaniscono e davanti a noi il pendio immacolato. Ci lanciamo tutto d’un fiato, finché le gambe reggono, finché la neve lo permette. Strepitoso.

Siamo a metà. La neve incolla. Cerchiamo di mantenere la velocità per non arenarci. Attorno a noi, lontano, molte scariche per il caldo. In basso la neve smolla. Restiamo sui percorsi più sicuri e ci sbrighiamo a scendere. Nel bosco è rimasta poca neve e dobbiamo ravanare non poco.

Certo che se avessi scelto la strada!!!! Arriviamo in fondo. Siamo esausti ma felici. Rientriamo in paese verso le 15.30. Potremmo approfittarne e risalire ma non avrebbe senso. Un birra ed i ricordi della giornata appena trascorsa ci scaldano il cuore. Chissà se ci sarà occasione per tornare quest’anno. Forse no, ma sicuramente saremo di nuovo qui appena si potrà!