giovedì 29 gennaio 2009

Una tranquilla giornata di lavoro.

Mercoledì. Che fare? Andare al lavoro e annoiarmi un po’ (è un momento di fiacca e…) o cercare un po’ di neve in giro (in fondo questo w-end ne è caduta parecchia ad ovest).
“Pronto ufficio guide? C’è un gruppo per il Toula?”….
Così alle 8.00 di mercoledì, mentre i miei colleghi iniziavano ad arrivare al lavoro, io ero al bar davanti alla funivia del Pavillon. Il solito gruppo di locals (ma non lavorano mai????) si prepara per la discesa delle Marbee…stanno tra di loro ed io resto in disparte aspettando i miei compagni di giornata. Scambio lo sguardo con uno di loro. “Ma non ci conosciamo?”…Insomma scopro che Luca (anche lui parmigiano) dopo essersi laureato con me, molla tutto, parte per la Norvegia, prima, e per l’Austria, poi. Ora sono anni che vive a Courmayeur e si gode la sua passione. Da un lato nutro una forte ammirazione ed un pizzico d’invidia per una scelta che mi sarebbe piaciuto fare, ma che ora, per un motivo o per l’altro, non posso più permettermi nemmeno di prendere in considerazione. Finalmente arrivano Valerio (guida), Fabio (romano), Tim e Tom (due ragazzi inglesi). Saliamo. La giornata è strepitosa. Neve, sole, caldo, nessuna traccia e nessuno in giro!!!!
Il tratto fino al Colle è più difficoltoso. Si sprofonda e sono costretto a fare la traccia (ah le mie ciaspole in macchina!!!!). Le due discese del ghiacciao sono facili. La neve è un pelo lavorata, ma con la tavola è uno spettacolo. Valerio è molto scrupoloso. Facciamo un pezzettino e stop. Pezzettino e stop. Da un lato ci permette di non stancarci troppo, di trovare la neve migliore e di fare il tutto con la massima sicurezza. Dall’altro questo ritmo sincopato mi taglia le gambe. Non riesco ad ingranare. Pausa pranzo (proprio ora che iniziavo a girare!!!). Discesa nei boschi del Pavillon. Neve polverosa….stupendo!!! Tim&Tom sono cotti…salutano e vanno a casa. Ottimo…Valerio si scatena. Ora il ritmo è più alto e la neve nei boschi è strepitosa…finalmente ci sono anche se ormai la stanchezza inizia a farsi sentire. Troviamo un bel canalino vergine con ingresso dalla cornice. Tre passaggi sempre più alti. L’ultimo con un bel salto di un paio di metri….ma dentro è un cuscino…puff…e via…
Sono le 16.30…siamo stanchi ed iniziamo a sbagliare (quanti pini presi in pieno!!!). Meglio fermarci…bellissimo!!!Guidando verso Milano ho un turbinio di sentimenti che si mischiano. Ripenso alla scelta di Luca, di mollare tutto per la sua passione. Ripenso alla bellissima giornata. Ripenso al ritmo sincopato. Ripenso ai compagni di giornata. Sono felice ma…fin lì. Sono talmente abituato a girare da solo, a cercare i passaggi, a studiarli sulla carta, a guadagnarmi la neve fresca che girare con un professionista che mi serve tutto pronto comodamente mi lascia un po’ insoddisfatto. Credo che richiamerò Valerio, ma solo per delle discese più “estreme” come il Marbee o il Col d’Entreves…. E sarò contento di pagare l’intero suo onorario…ma per la prossima volta sul Toula mi porterò dietro solo degli amici fidati.

sabato 24 gennaio 2009

Piani di Bobbio freeride….

Basta poco…un po’ di neve fresca…qualche impianto…buona compagnia…ed ecco come una giornata di “ripiego” si trasforma in un’uscita davvero divertente!
Con i ragazzi di Beleza Pura mi ritrovo molto presto a prendere la cabinovia che porta ai Piani…meno male, perché di solito c’è una fila terribile. Il meteo non è dei migliori ma poteva essere molto peggio (tipo non vederci una mazza).
Giriamo un po’ qua e là rodando le gambe…proviamo la neve appena fuori dalle piste. A volte troviamo del crostone lavorato dal vento che spacca le gambe. Altre scoviamo della farinella (soprattutto dove la neve era protetta) veramente interessante. Nella prima parte restiamo in gruppo. C’è chi spinge per andare allo snow park. C’è chi spinge per buttarsi a chiodo. C’è chi è solo alla 3° uscita. Risolviamo le divergenze buttandoci in un valloncello con gobbone naturali da surfare in contropendenza o da saltare come trampolini…che spettacolo.
Dopo un po’ ci separiamo. Resto con il mitico Cocco e ci addentriamo sotto i piloni della Valtorta. Nessuna traccia.

Certo i pochi cm di fresca sopra un fondo duro non facilitano la discesa ma bastano per farci gasare. Nel cambio di pendenza rischio lo scontro con la seggiovia (passa al pelo)…devo ricordarmi di non saltare!
Risaliamo. Prendiamo lo stradello di collegamento ed iniziamo a valutare la discesa nel boschetto a destra. Una prima linea di discesa ci regala 50 cm di polvere intonsa!


Secondo giro, seconda linea. La pendenza aumenta ed il bosco s’infittisce. Cerchiamo di driblare i rami, ma i contatti ci sono. Insomma, abbiamo “cinghialato” un po’ ma ne è valsa la pena. Questa seconda linea portava in un half pipe naturale da fare a bomba! Certo i dislivelli non sono da Monte Rosa ma come lamentarsi.

A fine giornata rientro obbligato dalla nera che porta giù al parcheggio. Una pista di sole gobbe che ha veramente esaurito le ultime energie. Rientro a Milano soddisfatto, soprattutto per la giornata trascorsa con i riders di Beleza…alla prossima.

mercoledì 14 gennaio 2009

Alagna…finalmente Freeride Paradise

Finalmente è il momento di tornare sul Monte Rosa. L’anno scorso avevo chiuso la stagione qui con molta desolazione x la poca neve e per non esser riuscito a fare quello che speravo. Ma ora è tutto diverso. Tonnellate di neve che coprono un po’ tutto. 40 cm appena caduti giovedì. Il freddo giusto, sole ed assenza di vento. Condizioni ideali. Alle 8.35 sono già in cima al Passo dei Salati….bellicoso! Vedo già moltissime tracce. Ma la gente non lavora più il venerdì???? Poco male, sarà più facile trovare quei fuoripista che per molto tempo ho sognato leggendo Polvere Rosa. Per evitare il pericolosissimo ingorgo alla funivia di Alagna, decido di buttarmi giù verso Gressoney. Entro dal canale del Pilone 21 (?) per testare neve e gambe (ero un po’ acciaccato da un forte raffreddore).
Mamma mia!!!! Che neve!!! Mi pento di non aver preso la Legend (174cm di tavola), sarebbe stata perfetta. Ad ogni modo la mia mitica Ride si difenderà egregiamente (ma che mal di gambe).
Primo giro fino al Gabiet. Il traverso per rientrare mi sfianca…molto meglio scendere nel Leych fino in fondo. Secondo giro. Salgo a piedi verso l’ingresso dello Stolemberg (direzione ovest). Mi ritrovo in fila indiana con molti altri. Non mi sento affatto “solo” questa volta. Mentre salgo le tempie mi pulsano. Non sono proprio al 100% ma la voglia prende il sopravvento. Calzo lo snowboard e mi butto dietro a tre inglesi che traversano per la Salsa. Passato il primo canale (che butta su un salto di roccia) ecco lo Stolemberg vero e proprio. Spettacolo! Mi butto dentro ma la neve è tale che con la mia tavolina sprofondo. Ad ogni curva mi ritrovo quasi sdraiato e pieno di neve. Sorrido, urlo, godo…prendo il ritmo, mi buto sui pendii ora più aperti e con curvoni mi dirigo a tutta verso il canyon del Leych. Bellissimo, completamente chiuso (sotto scorre un torrente). Risalgo velocemente. Mi dirigo verso i canali dell’Endre, 45° stretti tra le rocce. Chissà se sarò capace. Arrivato all’imbocco la vista è stupenda. La pendenza non mi spaventa, inoltre la neve rende tutto estremamente facile. Mi resta un po’ il dubbio se sarei stato in grado di fare lo stesso canale in condizioni più dure, ma oggi penso solo a godere ed alla fortuna d’aver trovato queste condizoni. Gressoney…provo ad andare su al Bettaforca, anche se non l’avevo pianificato. Mi lancio in mezzo a dei valloncelli veramente entusiasmanti. La neve è rimasta protetta ed è fantastica! Il tratto finale nel boschetto è veramente divertente. Di fronte la valle della Salsa con poche tracce. Che spettacolo! Risalgo in cima ai Salati. Sono le 14.30. Timing perfetto. Risalgo la costa per affrontare lo Stolemberg est. Arrivato in cima costato che molte rocce sono fuori. Forse c’è stata una valanga di fondo le settimane prima che ha tolto il grosso della copertura, ma non se ne vedono tracce residue. Scendo abbastanza cauto per evitare quei spunzoni acuminati. A metà canale si può scendere liberamente. La vista è spettacolare. A sinistra il monte Rosa, a destra il canale rettilineo (completamente “scalettato”). Mi tuffo verso la Balma. Non c’è nessuno in giro ed è fantastico. Ogni tanto passa qualche sciatore che sul piano mi svernicia. Questo attacca/stacca rende un po’ stressante la discesa, ma è il prezzo da pagare. Rifugio Pastore, boschetti, massi, ponticelli….che percorso…veramente vario. Incrocio un gruppo proveniente dalla Malfatta. Ci scambiamo alcune impressioni. Vanno veloci e mi lasciano indietro. Sono stanco ed è tardi. Ormai il pendio non è molto divertente. Inoltre questa non continuità mi esaspera. Finalmente arrivo all’abitato di S. Antonio. Sono le 17.30. Carico la tavola nello zaino e mi avvio verso Alagna. Pochi km ma non mi pesano. Mi sento leggero. Nel silenzio ho tempo per ripercorrere l’emozioni della giornata, di farle scendere nel profondo. Arrivo in paese dove molti freerider sono raggruppati a bersi una meritata birra. Avrei voglia di restare, di confondermi tra loro, di condividere la mia felicità. Purtroppo devo rientrare, ma ora che ho toccato alcuni dei tuoi tesori non vedo l’ora di tornare….per ora grazie e arrivederci Alagna, vero Freeride Paradise.