lunedì 23 febbraio 2009

2 nuovi amici

Solo l’anno scorso a questo punto della stagione avevo collezionato diverse belle uscite ma ero un po’ depresso per tutte queste avventure in solitario. Quest’anno, finalmente, sempre più riesco ad uscire con altre persone, rendendo le gite più sicure ma, soprattutto, molto più divertenti.
Venerdì è trascorso freneticamente spulciando tra bollettini e previsioni in cerca della destinazione migliore. In un primo momento sembrava che Andermatt potesse regalare la solita polvere…ma non ero molto sicuro del meteo. Andermatt con scarsa visibilità è veramente impraticabile e non ho voluto rischiare un viaggio a vuoto anche se…forse.
Zermatt. Non mi ricordo dove ho scovato la notizia di 18 cm fatti il giovedì e poi niente vento. Mah tentiamo. Sento il compare di questa avventura (Ruggero) e concorda per andare lì. Ruggero l’ho conosciuto all’imbocco del canale dell’Endre a Gressoney. In quell’occasione mi ha trasmesso la stessa passione per la montagna che nutro anch’io, il che mi ha portato ad affidarmi a lui quando mi ha detto: “saliamo a Cervinia stasera (venerdì), ci ospita un mio amico”.
Arriviamo tardi a casa di Federico, un ragazzo ligure che dopo la laurea in giurisprudenza ha deciso di dedicarsi alla sua passione, mollando tutto e trasferendosi a Cervinia. E’ già la seconda persona che conosco a fare questa scelta…segno del destino???
Molto gentilmente ci ospita (grazie veramente), però stronca ogni nostro sogno di fresca comunicandoci la situazione: niente neve, solo vento forte da 15 giorni.
La mattina di sabato regala una Cervinia non così fredda, scaldata dal sole e non sferzata dal vento. Saliamo verso Cime Bianche. Oltre le piste vediamo i sastrugi affilati come lame. La neve è dura e compatta. La gobba di Rollin è uno specchio di ghiaccio blu! Pazienza, vorrà dire che la prenderemo in modo “turistico”. Divalliamo a Zermatt.


L’idea era quella di scendere fino in paese ed andare a farsi un’idea dei pendii del Rothorn e dello Stockhorn in modo che per il futuro….
Non faccio in tempo a finire la lunga pista pianeggiante che porta fino al Trockener Steg che scorgo a sinistra sotto i pendii del Furggsattel della fresca!

Via! Altro che vento…tutto il lato di Zermatt è rimasto protetto e qui famosi 18 cm diventano anche 30, 40 nei posti “giusti”. Ci lanciamo in planata verso la prima bastionata rocciosa dove c’è un canale da provare.
Ruggero urla estasiato…tutti e due non ci aspettavamo queste condizioni e questa sorpresa rende tutto più bello!
Ripetiamo la stessa discesa per tre volte trovando sempre una nuova linea vergine. Provo a spingere sull’acceleratore e brucio il pendio con due curve a tutta. Nelle curve in front mi ritrovo sdraiato, accarezzando la neve con la mano e con il ginocchio. Siamo completamente immersi.
Finalmente arriviamo a Zermatt e risaliamo a Ziffelberg.

Davanti a noi una montagna di neve fresca!!!! Diverse tracce ma molto da fare…qua servono più giorni!!! Piccola sosta per mangiare qualcosa, giusto perché mi girava la testa dalla fame, altrimenti non mi sarei fermato. Risaliamo verso l’osservatorio a punta Gifthittli.
Facciamo una prima discesa per orientarci e torniamo velocemente su. Ci portiamo ancora più a destra. Ruggero, forte dei suoi sci, sale in costa, traversa e trova la strada giusta (viceversa ci toccava la notte a Zermatt). Sclero un po’ perché con la tavola non ho la stessa mobilità e non voglio ritrovarmi a ravanare per ore. Ad ogni modo sbuchiamo proprio sopra un ampio pendio poco tracciato. Ci buttiamo in picchiata fino a incrociare le piste. Sto per rientrare quando m’accorgo d’essere sul tetto che protegge il trenino a cremagliera che porta fin su. Mi ritrovo a snowboardare sul tetto finchè non trovo un passaggio per attraversare i binari. I soliti delinquenti Italiani, m’avrà urlato quello svizzero completamente ricoperto dalla neve che ad ogni curva sul tetto buttavo giù in pista. Mi scuso ma…non potevo rinunciare ad una traccia così “ignorante”.Ormai è tardi. Voliamo verso Furi per prendere l’ultima funivia verso Cervinia. In lontananza il ghiacciaio della porta Nera con i suoi tormentati crepacci, la caverna blu e l’orrido finale.

Forse la prossima avventura. Rientriamo a Cervinia stanchi e felici. Un doveroso saluto a Federico, peccato non fosse dei nostri.

Rientro a Milano con mille nuovi progetti che non basterebbe un altro inverno. Per fortuna, ora che non sono più in solitario, tutti a portata di mano.

martedì 10 febbraio 2009

Pila 10 e lode.

Sabato. Ormai è tutta la settimana che valuto previsioni, precipitazioni e bollettini. Sto fremendo. Molta neve è caduta venerdì e credo che altrettanta ne stia cadendo ora mentre davanti al pc cerco di trovare una meta “sicura”. Dopo alcune telefonate con i miei compagni d’avventura (Stefano “Cherry Vanilla”, Sebastiano “Seba” e Bertrand “Bber”) concordiamo per Pila. Eravamo già rassegnati ad una giornata interlocutoria tra piste e boschetti…giusto per muovere le gambe. Partiamo di mattina presto ma non c’è quella frenesia, quell’ansia d’arrivare il prima possibile per tracciare più che si può. Mi sento “rassegnato” all’idea di restare in pista. Troppo rischio, troppi incidenti, troppa neve. Così perdiamo un po’ di tempo a fare colazione ed abbastanza mollemente iniziamo a sciare. Piano piano il sole sbuca dalla cresta. La giornata è incredibilmente limpida e fredda. Pochi metri e butto il naso a bordo pista a saggiare la neve. Polvere.
Ragazzi!!!! Mentre traversiamo per raggiungere la Couis 1 iniziamo a saggiare sempre più quei 30 cm di polvere leggera tra una pista e l’altra. L’umore cambia radicalmente. Iniziamo a gasarci. Prima discesa sotto i piloni…polvere! Ma soprattutto non troppa!!! Le condizioni appaiono un po’ più sicure. Il bollettino parla di livello 3, e bisogna comunque stare attenti alle zone d’accumulo (anche se non c’erano tracce d’attività eolica intensa), ma molto meglio che a Madesimo o a Colere dove c’era un rischio veramente alto.
La confidenza sale. Risaliamo alla Couis 1 (praticamente non abbiamo preso altro impianto) e dallo sbarco risaliamo la cresta a sinistra.
Dalla cima si apre un valloncello magnifico. Poche tracce iniziali e neve ancor più profonda. Iniziamo la discesa uno ad uno. Surfare in quei 50/60 cm di polvere è entusiasmante. Ad ogni curva si solleva un’onda…ad ogni cambio la punta sbuffa…il ritmo sale…il sorriso si allarga…uaaaaa!!!!!
Scesi a metà veniamo raggiunti da un signore del posto. Gaudente anche lui, si raccomanda di non spostarci troppo a destra dato che là scarica facilmente. Detto fatto: uno snowboarder sopra di noi taglia il pendio e wom….parte una valanga via via sempre più ampia. Per fortuna non innesca nient’altro e si ferma molto sopra di noi. Raggiunto il ragazzo si scusa debolmente con frasi del tipo: “ eh lo so…ho fatto una cazzata…ma siamo in fuoripista e oggi ci sta…” Diciamo che avrei voluto piantargli una palata in faccia…ma non volevo rovinarmi la giornata.
Terzo giro. Ormai come formichine tutti risalgono la cresta. Noi rinunciamo ad un’altra run in quella zona. Ormai l’avevamo presa nel suo momento migliore.
Scatta il trip dei salti. Ci riscaldiamo con una prima balza di roccia.
Il salto è abbastanza facile ma le cadute sono spettacolari. Personalmente ho fatto un atterraggio “frullato” che mi ha strappato le gambe…sono farcito di neve ma non riesco a smettere di ridere. Stefano ci regala il salto più bello. Stacco nel punto più alto e “front flip” in atterraggio…”da manuale”…scatta l’ovazione!!!
La neve concede di tutto….ecco una casetta….ci devo troppo provare!!! I primi due tentativi sono per prendere confidenza (insomma, ho una certa età e mi cag@@@vo sotto). Basta…vado….mi butto non troppo convinto e atterro su un punto non troppo pendente e soprattutto già spianato…sbam…atterraggio a mozzarella….ah la mia schiena!!! Strepitoso (non il mal di schiena ovviamante).
Siamo a metà pomeriggio. Le gambe iniziano a farsi sentire. Ormai abbiamo tracciato di tutto…resta uno spallone nevoso tra alcuni pinetti incredibilmente intonso. Ci buttiamo. Orgasmo. Risaliamo alla svelta. Altro giro solo per noi. Iauuuuuuu!!!!!
Ormai è tardi. Ci portiamo verso la Couis 2 giusto per toglierci lo scrupolo. Per fortuna lì la neve era peggiore…non ci siamo persi nulla.
Scendiamo verso Pila. Siamo abbastanza cotti. Non contenti proseguiamo verso l’intermedia in direzione Aosta ma ormai è solo un rientro. Vorremmo tornare su…vorremmo restare qui…una meritata birra e via verso casa, consapevoli che le mille emozioni di questa incredibile giornata c’impediranno di lavorare per diversi giorni.
Grazie a tutti…sole e neve erano da 10, ma senza la vostra compagnia non sarebbe stata da 10 e lode. Epic day.

lunedì 2 febbraio 2009

Bormio con sorpresa

W-end tra sport e relax. Non sono mai stato a Bormio, troppo lontano per organizzare una trasferta in giornata. Trovo su internet un po’ di post che parlano di un famoso fuoripista: il Vallone. Più che famoso, famigerato dato che ha fatto molte vittime in passato anche tra maestri di sci del posto. Tutte queste informazioni mi lasciano un po’ preoccupato. Mi consolo considerando che saranno almeno 7 giorni che non nevica a Bormio, inoltre sarò con un gruppone d’amici non troppo votati al freeride. Ci ritroviamo tutti sabato sulle piste. Sole, neve perfetta e poca gente in giro. Ci scaldiamo con due discese a fuoco. La neve battuta dal gatto permette di carvare a tutta velocità. Verso le 11 vedo due sciatori scendere dal famoso Vallone sollevando sbuffi di neve. Sembra proprio polvere! Inoltre non c’è una traccia!!! In pochi secondi con Giovanni (esperto skialp) e Matteo (gran sciatore) ci ritroviamo all’imbocco di questa conca esposta a nord e solitamente sottovento (caratteristiche che solitamente non portano nulla di buono). Accendo l’arva e preparo il tubo dell’avalung mentre Giovanni valuta la neve. Sembra che ci siano 30/50 cm di neve fresca polverosa sopra uno strato duro e stabile. Condizioni perfette!!!!
Ci buttiamo dentro a rotta di collo. La tavola fluttua. Le curve si fanno ora più strette, ora più larghe. Ogni dosso è una scusa per un salto, ogni contropendenza una sponda per curvare e sollevare spruzzi di neve. Urlo, rido, salto….dietro di me il povero Teo (non abituato alla fresca) arranca. Spigola, spinge, sprofonda. Esausto ritorna in pista. Peccato, speravo di convertirlo al freeride ma è più uomo da “paletto”. Egoisticamente lo mollo in baita…non si può non onorare questa neve!!! Io e Giovanni torniamo su. Altro giro. Ci spostiamo più a sinistra dove la neve è ancora più alta. Lui davanti ed io dietro ad una distanza di 10 metri. Entriamo in un valloncello fantastico. Sciamo sulle dorsali, lui a destra ed io a sinistra. La mia tavola vola. Siamo testa a testa quando entrambi decidiamo d’entrare dentro….sbam!!!! Incredibile…siamo solo noi due e riusciamo a scontrarci!!!! Per fortuna ci siamo presi di striscio ma ho fatto in tempo a staccare uno sci al Gio che mi finisce in una nuvola di polvere. Che figura di M….colpa mia, ma non capivo più nulla con tutta questa powder!!!
Terzo giro. Provo a girare un 180 su una piccola cresta….atterro sbilanciato in avanti e…patapum…completamente innevato….ma che figata!
Ancora su….per fortuna trovo due snowboarder del posto (Michele e…pessima memoria, scusa) con cui andiamo ancora più in là, scendendo da un paio di canalini niente male. Grazie ragazzi, senza di voi non mi sarei fidato.Rientro sulle piste. I miei amici m’avevano dato per disperso. Mi spiace di non esser stato con loro…ma una neve così andava onorata. Domani niente snow, si và alle terme ma non importa, Bormio mi hai già regalato tanto.