Solo l’anno scorso a questo punto della stagione avevo collezionato diverse belle uscite ma ero un po’ depresso per tutte queste avventure in solitario. Quest’anno, finalmente, sempre più riesco ad uscire con altre persone, rendendo le gite più sicure ma, soprattutto, molto più divertenti.
Venerdì è trascorso freneticamente spulciando tra bollettini e previsioni in cerca della destinazione migliore. In un primo momento sembrava che Andermatt potesse regalare la solita polvere…ma non ero molto sicuro del meteo. Andermatt con scarsa visibilità è veramente impraticabile e non ho voluto rischiare un viaggio a vuoto anche se…forse.
Zermatt. Non mi ricordo dove ho scovato la notizia di 18 cm fatti il giovedì e poi niente vento. Mah tentiamo. Sento il compare di questa avventura (Ruggero) e concorda per andare lì. Ruggero l’ho conosciuto all’imbocco del canale dell’Endre a Gressoney. In quell’occasione mi ha trasmesso la stessa passione per la montagna che nutro anch’io, il che mi ha portato ad affidarmi a lui quando mi ha detto: “saliamo a Cervinia stasera (venerdì), ci ospita un mio amico”.
Arriviamo tardi a casa di Federico, un ragazzo ligure che dopo la laurea in giurisprudenza ha deciso di dedicarsi alla sua passione, mollando tutto e trasferendosi a Cervinia. E’ già la seconda persona che conosco a fare questa scelta…segno del destino???
Molto gentilmente ci ospita (grazie veramente), però stronca ogni nostro sogno di fresca comunicandoci la situazione: niente neve, solo vento forte da 15 giorni.
La mattina di sabato regala una Cervinia non così fredda, scaldata dal sole e non sferzata dal vento. Saliamo verso Cime Bianche. Oltre le piste vediamo i sastrugi affilati come lame. La neve è dura e compatta. La gobba di Rollin è uno specchio di ghiaccio blu! Pazienza, vorrà dire che la prenderemo in modo “turistico”. Divalliamo a Zermatt.
L’idea era quella di scendere fino in paese ed andare a farsi un’idea dei pendii del Rothorn e dello Stockhorn in modo che per il futuro….
Non faccio in tempo a finire la lunga pista pianeggiante che porta fino al Trockener Steg che scorgo a sinistra sotto i pendii del Furggsattel della fresca!
Via! Altro che vento…tutto il lato di Zermatt è rimasto protetto e qui famosi 18 cm diventano anche 30, 40 nei posti “giusti”. Ci lanciamo in planata verso la prima bastionata rocciosa dove c’è un canale da provare.
Ruggero urla estasiato…tutti e due non ci aspettavamo queste condizioni e questa sorpresa rende tutto più bello!
Ripetiamo la stessa discesa per tre volte trovando sempre una nuova linea vergine. Provo a spingere sull’acceleratore e brucio il pendio con due curve a tutta. Nelle curve in front mi ritrovo sdraiato, accarezzando la neve con la mano e con il ginocchio. Siamo completamente immersi.
Finalmente arriviamo a Zermatt e risaliamo a Ziffelberg.
Davanti a noi una montagna di neve fresca!!!! Diverse tracce ma molto da fare…qua servono più giorni!!! Piccola sosta per mangiare qualcosa, giusto perché mi girava la testa dalla fame, altrimenti non mi sarei fermato. Risaliamo verso l’osservatorio a punta Gifthittli.
Facciamo una prima discesa per orientarci e torniamo velocemente su. Ci portiamo ancora più a destra. Ruggero, forte dei suoi sci, sale in costa, traversa e trova la strada giusta (viceversa ci toccava la notte a Zermatt). Sclero un po’ perché con la tavola non ho la stessa mobilità e non voglio ritrovarmi a ravanare per ore. Ad ogni modo sbuchiamo proprio sopra un ampio pendio poco tracciato. Ci buttiamo in picchiata fino a incrociare le piste. Sto per rientrare quando m’accorgo d’essere sul tetto che protegge il trenino a cremagliera che porta fin su. Mi ritrovo a snowboardare sul tetto finchè non trovo un passaggio per attraversare i binari. I soliti delinquenti Italiani, m’avrà urlato quello svizzero completamente ricoperto dalla neve che ad ogni curva sul tetto buttavo giù in pista. Mi scuso ma…non potevo rinunciare ad una traccia così “ignorante”.Ormai è tardi. Voliamo verso Furi per prendere l’ultima funivia verso Cervinia. In lontananza il ghiacciaio della porta Nera con i suoi tormentati crepacci, la caverna blu e l’orrido finale.
Forse la prossima avventura. Rientriamo a Cervinia stanchi e felici. Un doveroso saluto a Federico, peccato non fosse dei nostri.
Rientro a Milano con mille nuovi progetti che non basterebbe un altro inverno. Per fortuna, ora che non sono più in solitario, tutti a portata di mano.
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