sabato 22 febbraio 2014

Piz Mezdì…LA GITA!!!

Dopo la scorpacciata di powder al Corvo avevo voglia di una gita tosta. Le condizioni ci sono per fare qualcosa di veramente carino. Purtroppo mancano le persone. Per fortuna i ragazzi si convincono e mi danno fiducia anche se il vincolo è l’Engadina avendo la sociale lì il giorno dopo. Studia che ti ristudia salta fuori questa gita. Pendii ripidi: ottimo. Poco frequentata: ancora meglio.
Arriviamo a St Moritz presto. Parcheggiamo in centro. I muri di neve non ci permettono molto di orientarci, quindi accendo il gps sin dal parcheggio!!!
Guardo verso la cima e pare tutto vergine…azz sarà da battere ma ne varrà la pena.
Troviamo la partenza e noto con piacere delle tracce fresche. Iniziamo la salita nel bosco. La neve è super. Fa freddo e l’esposizione nord promette di mantenere il tutto così com’è. Io, Carlo e Paolo avanziamo spediti forti della split e delle gambe (Paolo), Cristina, Aroise e Seba appena dietro.
Arriviamo al primo risalto ripido. La traccia è buona ma il timore vista la tanta neve fresca aumenta. “Eh poi di qui dovremo stare attenti e scendere uno alla volta”…si, si certo.
Proseguiamo spediti. Un po’ di boschina fastidiosa ma nulla di che. Metri e metri di neve ricoprono il sottobosco. Secondo risalto ancora più ripido. “Mirko ma sei sicuro?” “Insomma c’è pendenza e tanta neve…” Certo, un po’ di distanza non guasta, ma la neve mi sembra proprio bella, non toccata dal vento e bel legata. Certo che qualche cornicetta si vede. Mentalmente immagino dove scendere e dove non passare. Le tracce di salita sono parzialmente ricoperte e non vedo discese. Usciamo a 2600 e davanti nulla. Intorno tutto è vergine e già mi gaso all’idea di scendere di qui. Più salgo più la neve è fredda, soffice e bella.
Mi fermo per ricompattare il gruppo e vedo una coppia di sciatori scendere dalla cima con un sorriso a 32 denti. “Com’è?” “Powder dalla cima fino in fondo!!!”.
Ragazzi oggi è veramente un bingo. Con le mani congelate mi porto sul dosso finale e poi verso la cima. I metri di dislivello negativo di due giorni prima si fanno sentire. Inoltre questa è la classica cima piana dove non si arriva mai.
Arrivano tutti. Foto di rito, panino e pronti per la discesa. Vorrei entrare subito sul ripido sotto la cornice, ma una conca sospetta mi ferma. Scendiamo sul dosso appena scaldato dal sole. In alto i pendii sono facili e larghi…giusti giusti per scaldare i motori. Cristina mi arriva di fianco con un sorriso pazzesco…tituba qualche istante ma non faccio in tempo a dirle “apri tu?” che già si è lanciata a capofitto.
Io inseguo cercando la linea…e la trovo sul ripido dosso di sinistra…il pendio s’impenna verso il basso quando decido di fare un curvone e tornare al centro del canalone…mach 5 e via tutta d’un fiato.
Giusto uno sguardo per dire andiamo dritti di qui e ci portiamo in una bellissima zona fatta di conche e salti naturali che ci mangiamo in un colpo tutti assieme. Alla faccia del uno per volta e occhio (solo perché la neve era veramente bella e sicura).
Più in basso boschina malefica e gambe cotte ma comunque davvero divertente. Siamo scesi in 3 trance…praticamente in meno di 20 minuti…e arrivati alla pista di fondo con i crampi sul viso per quanto abbiamo goduto.

Meritatissima birra scaldati dal sole e a rimirare le montagne imbiancate. Una delle giornate più belle di sempre: sun, powder and friends.  

Video:

giovedì 20 febbraio 2014

Freeride al Corvo

Jolly infrasettimanale. Si và al Corvo appena imbiancato per l’occasione.
Arriviamo e c’è ancora un cielo velato. Per fortuna il grosso degli sciatori incontrati per strada è andato a Madesimo. Ma noi no…noi l’abbiamo vista lunga.
Questa volta si parcheggia direttamente alla partenza della funivia grande. Evitiamo il lato del Furchellas ormai molto noto e puntiamo direttamente al picco.
Saliamo in funivia e c’è la solita tensione. Lo sguardo di tutti la dice lunga…sbarco in Normandia e tutti a tracciare. Ovviamente il canale è già aperto ma con ancora ampi spazi ai lati e sotto. Mollo la tavola a 200 nonostante le gambe fredde.
Devo dire che la discesa è sempre emozionante.
Ci buttiamo in pista con varie divagazioni anche divertenti…ma l’obbiettivo è solo 1: tornare su il prima possibile.
Secondo giro…come da prassi ci si sposta un po’ più a destra con i soliti traversi. Oggi non c’è ne fretta ne ansia…ce n’è per tutti e la neve è stupenda!!!
Come sempre nella parte bassa ci sono innumerevoli kick naturali per tutte le taglie di balls…le mie, che sono medio piccole, mi permettono di droppare fino a 2 o 3 metri…comunque veramente figo.
Terzo giro…ormai è una droga. Più ci si sposta più la neve è bella. Devo dire che questo giro (discesa al centro tra le rocce) è quello che preferisco ma anche quello più pericoloso. L’anno scorso abbiamo staccato e anche quest’anno c’era solo lì un piccolo lastrone di qualche centimetro. Ma la neve è da sballo!!!
Quarto giro si và ancora oltre. Qui è molto tracciato e la pendenza è minore. Però stando a sinistra e puntando il salto di rocce c’è un potenziale bel passaggio da fare in salto (volendo)…da tenere presente per il futuro.
Quinto giro…no basta! Facciamoaltro…c’è gente lungo la cresta…voglio andare là!!!
M’incammino sulla neve scivolosa e la cresta parecchio esposta con solo i miei soft boot. Il culo è bello stretto. Inoltre arrivo ad una specie di corda fissa da scendere a mano…ma anche no. Torno indietro e mi riprometto di tornare con imbrago e piastrina.
Ci buttiamo su bei pendii laterali ancora ampiamente intonsi. Certo che dopo 4 discese toste, surfare questa roba è più che banale…l’unica è cercare qualche bel cliff.
Scendiamo verso la seggiovia…sulla sponda a destra bella powder…rientriamo ma alcune tracce proseguono (si può arrivare direttamente alla partenza della seggiovia)…reminder per la prossima volta.
Saliamo dall'altro lato. Territorio inesplorato ma a casa ho fatto i compiti e so che c’è una bella linea fino al parcheggio. In effetti ce ne sono diverse e belle ripide. Scendiamo sulla neve un filo cotta finchè prima in un valloncello, poi nel bel bosco, troviamo super powder.

Gambe finite ma tanto divertimento fino alla macchina. Tot 7500 metri negativi…altro che elisky!!! 

Il video più di mille parole:

domenica 16 febbraio 2014

Monte Paglietta – backup SA1

Altro w-end sotto neve pesante, altro w-end da pericolo più che marcato.
Dopo vari andirivieni optiamo per questa gitarella in VdA.
Partiamo sotto una flebile nevicata che non infastidisce troppo. C’è da batter traccia e la split è sempre un buon mezzo in questi casi.

Saliamo tra i vari boschi, la neve è via via più alta e consistente.
Usciti dal bosco c’è una facile dorsale che conduce in cima. Sprono Alessia a proseguire tenendo il suo passo…meglio piano ma continui che forte ma spezzettati.
I primi del gruppo sci ci passano ma tanto dovranno aspettare in cima.
Finalmente raggiungiamo una croce di legno. Ridendo e scherzando i ragazzi hanno fatto 1200 metri. Bravi.

Iniziamo a scendere sulla dorsale dove la neve è in parte tirata dal vento. Ogni tanto qualche squaletto morde ma tutto sommato si scende.
Arrivati al limite del bosco inizia il divertimento. Scegliamo di scendere a sinistra sui pendii ripidi e vergini.
Bella discesa e bel boschetto sciabile…certo per gli amanti del genere…si sa, bisogna cinghialare un po’…ma se resti fluido e vedi la linea è un boschetto che da soddisfazione. Purtroppo i ragazzi non sono proprio dei treelovers, quindi si scende in qualche modo.

Riguadagniamo il paese...è tardi per cui salame e birre sotto la neve e via a casa…speriamo nel meteo per le prossime gite da 2 giorni!!!

mercoledì 12 febbraio 2014

Notturna al Cimone di Margno

Tornato dal Pakistan con una gran voglia di recuperare gite. Purtroppo il tempo libero non si può creare per cui meglio sfruttare ogni possibilità. Non posso farmi scappare una notte serena, neve fresca e luna piena.
La meta è il Cimone di Margno dall’Alpe Paglio, una classica per queste situazioni, infatti è una fila indiana di skailpers.
La neve è trita dai numerosi passaggi, segno che sempre meno si lavora in Italia…sarà la disoccupazione, ma ci sono alcuni spazi per tracciare.
Saliamo al cospetto della luna che illumina a giorno. Le Orobie, mai così imbiancate, riflettono i raggi rendendo superflua la frontale.
La salita è facilitata dalla pista però c’è qualcosa che non và…mi sento stanco. Sarà il fuso. Sarà che non mi sono troppo allenato…sarà che Riccardo sta andando a 600 metri/ora!!!
Arriviamo in cima abbastanza velocemente. 

Purtroppo il versante verso l’Alpe Oro si presenta crostoso e poco invitante. Scendiamo per la via di salita fino ad incontrare Musa e un amico saliti in ritardo. Ripelliamo. Seconda discesozza del piccolo montarozzo, ad ogni modo divertente.
Arriviamo alle macchine felici…certo è una mini gita che vale più per la suggestione che per la neve ma ci sta. Il prossimo anno battezzo il San Primo (altra classicona al chiaro di luna).

Stop al mitico pub di Margno dove ci rifocilliamo con panini e buona birra. Le ultime minchiate e poi via verso casa. E’ tardi e, tutto sommato, sono stanco…ecco perché a Lecco mi si chiudono gli occhi e solo grazie a Riccardo evitiamo di rifare il muso contro un guardrail!!!