lunedì 2 marzo 2009

Andermatt…si aprono mille possibilità.

Se dovessero chiedermi qual è la località che preferisco, risponderei senza esitazioni: Andermatt. Se dovessi pensare quale conosco meglio: Andermatt. Sabato sono rimasto spiazzato! Non solo perché Andermatt mi ha stupito nonostante il caldo, la neve-cemento-liquido, le tracce ovunque e le code in funivia, ma anche per aver realizzato quanto poco conosca di questo paradiso. “Non aver ancora fatto solo il Guspis” non vuol dire non aver fatto un fuoripista, ma significa non conoscere l’altra metà di Andermatt.
Arriviamo di mattina presto verso le 8.00 ma già c’è un gran trambusto. Fa caldo e la neve non è recente. Salendo notiamo con sconcerto che ogni cm2 di neve è stato tracciato. Anche cose “impossibili”. Anche dove per tirare due curve ci si è dovuti mettere a camminare sul filo di acuminate creste. Prima discesa a sinistra cercando qualche linea non troppo martoriata. Subito ci facciamo tentare dal Fensental…anche se è rimasto poco sembra valerne la pena.
Nonostante sia presto e la valle sia ancora all’ombra la neve è già pesante. Facciamo una fatica immane. Arrivati sulla statale una piccola passeggiata verso la funivia per sgranchirci le gambe. Siamo di nuovo al parcheggio verso le 10 quando….ma che fila c’è????Sprechiamo più di un’ora in attesa di salire…meglio non perdere altro tempo. Ci buttiamo subito dall’altra parte.
Risaliamo prima il colletto che affaccia sulla valle del Guspis…poi ci prendiamo gusto a quello scarpinare e continuiamo in cresta fino al punto più alto.
Da lì un panorama di vette innevate e mari bianchi che placidi sonnecchiano nel silenzio, aspettando qualche freerider pronto a lasciare la propria firma.
Osserviamo mille tracce scendere ora verso l’Unteralp, ora verso il Guspis, ora verso…chissà…Calziamo la tavola e ci buttiamo in un valloncello dove riusciamo a tirare due curve nella neve quasi intonsa…pochi metri ma almeno sono nostri.
Il resto del vallone è veramente suggestivo. Scorre via facile sotto le nostre tavole. Raggiungiamo la strada del Gottardo. Fine della corsa. Ci aspettano 6 km di strada in falsopiano. La neve incolla, la traccia s’inclina sul fianco, la velocità non basta. Spingiamo, sbuffiamo, arranchiamo…a forza di braccia come strambi fondisti avanziamo.
Raggiungiamo Hospental. Siamo esausti. Riposiamo aspettando il trenino svizzero che è stranamente in ritardo. Rientriamo sul Gemstock. Dalla cima rimiriamo quelle linee che siamo andati a conquistarci. Siamo soddisfatti.
Con ancora un po’ di forze facciamo due discese al centro. Le abbiamo fatte giusto per farle, ma la neve veramente pesante incollava letteralmente la tavola. Meglio scendere. Rientrando sulla pista nera, ormai scavata, esaliamo le ultime forze. Siamo quasi arrivati. Sono stanco e un po’ demoralizzato. Speravo in qualcosa di più. Uno sguardo alle case con i tetti camuffati dalla neve ed arrossati dal sole al tramonto.
Un ulteriore scorcio di un paese che adoro. So che restano ancora molti altri tesori che mi nascondi. Quindi a presto, Andermatt.

2 commenti:

guido fontanelli ha detto...

Ciao, ho appena letto un tuo blog su andermatt: si sei stato anche di recente? il vallone Felseltal merita?
Guarda se hai tempo il mio blog e dammi qualche consiglio su fuoripista da fare...
grazie

http://snowpowder-fuoridipista.blogspot.com/

Guido Fontanelli

Trimbax ha detto...

Scusa se rispondo solo ora...c'è giusto un nuovo post di fine dicembre...purtroppo si mette male x Andermatt!