lunedì 28 novembre 2011

Doppietta al Breithorn (ma quello del Sempione)

Tutto nasce da on-ice dove diversi, troppi post, su questa gita mi mettono la pulce nell'orecchio... in realtà mi dico: se c'è neve lì ce ne sarà di più sul Senggchuppa...inoltre la funivia di Saas-Grund facilita le cose. Ma siamo alle solite: non c'è nessuno libero e da solo, alla seconda uscita, con l' hard, meglio rimanere sul seminato.
Quindi punto verso il Sempione fiducioso nel bel tempo e in temperature quasi primaverili che dovrebbero garantirmi una bella surfata.
Ore 8:00 si parte. Al parcheggio c'è già molta gente...ovvio visto che non ci sono molti altri posti in "condizione".
Oggi la mia split raccoglie interesse positivo...forse vedendomi con scarponi skialp sono più tollerato.

Ad ogni modo lo scarpone con l' attacchino è proprio comodo in salita...parto più o meno a razzo ed in poco sono all'infido traverso. Anche se il feeling è nettamente migliorato non mi fido e metto i coltelli. Montarli è abbastanza semplice ma sono costretto ad inginocchiarmi per non sganciare le mezze tavole. Ora procedono spedito, forte di una presa granitica. In effetti sembra garantire molta più presa rispetto al sistema soft (Voille o Spark che sia) ma per contro appena posso stacco i rampant perché frenano troppo.
Ora ho davanti il vascone del Breithorn.

Inizio la salita cercando di non rompere il ritmo fino al colle. C'è già chi scende, altri partono giusto ora dal passo...una lunga fila umana.
Arrivo al colle. Al momento sono salito alla mia velocità (non fortissima visto che diversi skialper mi hanno sverniciato) e sono arrivato in poco tempo, ma ora mancano gli ultimi 150 metri e la vedo dura. Come seconda gita un 1400 non è male.
Avanzo sul diagonalone verso la cima ma già penso alla discesa...e mi stuzzica un'ideuzza niente male.

Arrivo in cima. Panorama mozzafiato. Però sembra giugno e non quasi dicembre. Ma ho fiducia. So che la stagione decollerà.
Mi preparo e via...giù verso il piano glaciale completamente intonso.

Eh si... sacrificare 150 metri per fare un diagonale ghiacciato non ha senso...meglio tirare dritto e godersi l'intonsitè per poi ripellare .
Mi lancio a capofitto puntando il grosso buco davanti.

Vorrei andare giù fino in fondo ma la neve non è così bella e l'idea di risalire ora mi sembra meno brillante.
Giro a sinistra e scollino: surprise, in questo piccolo valloncello la neve è rimasta morbida con una leggera crosticina che non disturba. Riesco a tirare una decina di curve che valgono la giornata.

In alto guardano stupefatti. Chissà i commenti (già me l'immagino). Ora cambio set up per la risalita. Ed ecco un inconveniente non da poco. L'attacchino Dynafit pieno di neve non ne vuole sapere. Perdo molto tempo per ripulirlo nonostante la spatolina e una piccola spazzola da calzolaio che si è rivelata fondamentale. Riesco finalmente a liberare il sotto dalla neve ma l'operazione di aggancio risulta molto poco agevole. Se fosse stato ghiaccio duro non so se sarei riuscito a toglierlo così facilmente. Dovrò modificare la spatolina voillè per farla infilare sotto l'attacco al meglio.
Risalgo. I 100 metri per arrivare al colle mi sfiancano un po'....ma tracciare da solo mi dà gusto.

Arrivato sulla cresta mi preparo. Sotto di me tutto è tritato ma confido che tenendomi a destra dove il sole ha picchiato maggiormente troverò neve rammollata e divertente. Mi lancio. I primi metri sono un po' grumosi e non facili con lo scarpone rigido. Però mi sono imposto di stare basso e centrato, di aggredire le curve e la cosa funziona. Questo mix di tavola rockerata da fresca con scarpone hard và sciato così. E la cosa ripaga ampiamente. Appena arrivo sul lato destro si può mollare il freno e mi lancio in una serie di curvoni ben supportato dal mezzo. Che spettacolo. Certo le gambe arrivano presto al limite ma che godimento. Mi tengo in un bel valloncello, poi al centro, e di nuovo a destra verso la paretona che scende in diagonale dove giro un curvone in contropendenza che mi sembra di surfare un'onda oceanica. Mi lancio in picchiata e...bam....un bel tomahawk testa piedi...un nano della neve mi ha mangiato la punta!!! (in realtà devo aver spinto troppo in avanti).
Rido. Godo. La giornata è stupenda ed io mi sento veramente in sintonia con la montagna.
Più a valle numerosi campi arva. Mi spiace passare vicino ma la neve lì è migliore.
Le gambe bruciano ma ormai il bello è finito. All'ombra del Hubschhorn la neve ha rigelato (o forse non è mai cambiata) e la sciata si fa più nervosa. Nello strettissimo mi manca un po' la mobilità della caviglia e devo compensare guardando un po' più in là e prevedendo prima dove passare.
Mi fermo al cospetto di un grosso buco che mi ricorda che siamo su un ghiacciaio...e con poca neve.

Arrivo al traverso. Sgancio tutto, modalità walk e via. Gli scarponi fanno una bella presa. Molto meglio che con i soft dove sembra sempre di camminare sulle uova.
Superato il passaggio mi ferma un ragazzo. Emanuele istruttore snowboard del Cai di Nembro. Parliamo un po' sui pro e contro della split. Poi la domanda è venuta spontanea: ma conosci un certo Mar...si lo conosco. Il mondo è piccolo.
Ultime curve al sole. Qui la copertura è minima e bisogna stare attenti ai sassi. Purtroppo mi faccio ingolosire dal lato più morbido e a 100 metri dal parcheggio mi fermo e scendo a piedi, mentre dall'altra parte si riesce ancora a scendere con gli sci.

Poco male. Mi godo la passeggiatina defaticante, riassaporo l'emozioni di questa splendida discesa. Ricordo che la prima volta qui è stato in mezzo al nebbione. Ora il Breithorn si è concesso in tutto il suo splendore. Una gita veramente bella con vista mozzafiato.
Al parcheggio ci sono 10 gradi e sembra primavera. A quota 2000 ci sono i prati verdi ma non mi scoraggio. Mentre torno verso Milano l'eccitazione sale. Sento che arriverà la tanto sospirata neve. Sento che sarà una stagione stupenda. Ci credo.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

lunedì 14 novembre 2011

Inizio col botto.

Novembre 2011. Vacche magre. Sembra che la crisi internazionale abbia colpito anche il meteo così avaro di neve. Almeno a bassa quota. Sopra i 3000 metri ne ha scaricata parecchia. E' arrivato il momento di sciolinare le tavole, mettere le pile nell'arva, fare lo zaino e riaprire le cartine.
La meta è il Breithorn da Cervinia. I compagni sono Stefano e Davide. I presupposti ci sono tutti affinché si prospetti una splendida giornata.
Sabato siamo tra i primi, scalpitanti, davanti alla nuova cabina che porta su a Plateu Rosà.

Devo ammettere che è molto bella, quasi un'astronave aliena che ti teletrasporta in quel "parco giochi" di ghiaccio che anche d'estate sà regalare un po' di neve decente da sciare. Ma il nostro obbiettivo non è il park ma la montagna. La giornata è splendida e nemmeno troppo fredda. Mettiamo le pelli e siamo quasi pronti a partire. Stefano prova la modalità "traino" della tavola (scelta che si rivelerà azzeccata sul primo tratto molto omogeneo). Si parte. Subito è si fa un buon ritmo ma la quota si fa sentire. Risaliamo le piste già affollate cercando di non essere travolti. Non vedo l'ora di togliermi da questa confusione. Non ho mai compreso fino in fondo quei sci alpinisti che risalgono le piste. Ma oggi non ci sono alternative (soprattutto su un ghiacciaio molto crepacciato come quello di Cervinia).
Finalmente sbuchiamo al sole in prossimità della Gobba di Rollin. Davanti a noi si presenta il Breithorn come una facile gobba.

Ma siamo a 3700 mt e la quota rende il tutto meno scontato. Attraverso il facile pianone facendo scivolare la split. I TLT5 con attacchino Dynafit rendono la progressione un vero piacere.

Oggi è il primo vero test sul campo. La neve si presenta un po' compatta e ventata, per cui temo la prossima discesa. Ma prima bisogna arrivare là in cima. Davanti 6 sci alpinisti battono traccia. La pendenza cambia e si sale rapidamente. Arriviamo in prossimità delle roccette dove s'inizia il lungo traverso che taglia tutto il fianco. Sono indeciso se calzare i rampanti. Ma sono qui anche per valutare il nuovo setting, quindi procedo cercando di copiare bene il terreno con le pelli in modo da mantenere il massimo grip. Funziona. Certo non senza fatica e concentrazione, ma sembra che si viaggi molto meglio, non c'è paragone con il soft. Anche il confort è soddisfacente considerando che dopo un po' lo scafo rigido inizia a puntare.
Mi giro. I ragazzi sono un filo attardati. Stefano continua a trainare la tavola ma ora, sul pendio più ripido, l'operazione risulta alquanto scomoda. Davide chiude.

Io tengo botta....sento la testa pulsare e preferisco mantenere questo ritmo per arrivare il prima possibile. Ormai manca poco.
Arrivo sulla cresta ghiacciata. Non ho i ramponi e preferisco rimanere sul sicuro, quindi non riesco a vedere cosa c'è "dietro". Ad ogni modo la vista è strepitosa....spazia dal Castore e Polluce al Cervino passando per la pianura padana coperta dalla foschia.

Arrivano i ragazzi. Siamo un po' storditi dalla quota e dallo sforzo. Meglio scendere il prima possibile. Pronti via.
Purtroppo la sciata non è strepitosa. Faccio un po' fatica ad interpretare il setting hard. Le prime curve non sono ne belle ne fluide. Capisco che devo stare basso, centrato e allargare il raggio di curva. Arrivo a metà parete e mi ricordo di un punto con neve più bella vicino al grosso crepaccio visibile in salita. Riesco a fare 6 curve decenti e inizio a gasarmi.

Sul piattone filo veloce sfruttando i sastrugi per abbozzare qualche saltello. Tutto sommato mi piace la risposta secca dello scarpone. Seguo la traccia di salita filando veloce e cercando di fare più metri possibile. Quei metri che non riuscirò a guadagnare dovrò farli a piedi. Mi fermo. Il togli/metti è veloce e molto comodo, ma appena abbasso la testa questa m'esplode come un palloncino che tocca uno spillo. Davide passa comodo con i suoi sci. Io e Stefano, per pigrizia, procediamo a piedi con la tavola in mano. Saranno solo 500 metri ma devastanti. Raggiungiamo finalmente la pista, stremati. Ora vogliamo solo scendere alla svelta. Loro passano dalla pista ma io non posso non tagliare poiché la neve qui sembra proprio bella. E lo è!!! Il vento l'ha risparmiata e riesco a fare una bella e morbida sciata....

su questa neve facile mi trovo nettamente meglio con l'hard...è sul grumoso irregolare che mi manca un po' quel gioco di caviglia che aiuta ad ammortizzare le vibrazioni...insomma mi sento sempre più rapito da questa soluzione...
Arriviamo sotto la Testa Grigia. Dovremmo rientrare dalle piste che portano al Teodulo ma le tracce che puntano verso la Spazzatura sono troppo invitanti.

Inoltre è una variante che non avevo mai fatto e la curiosità, oltre alla voglia di bella neve, è incontenibile. E qui la neve è proprio bella. Ci saranno 30 cm di fresca su ottimo fondo. Quasi quasi sarebbe stato meglio puntare tutto sul freeride ma sono molto più contento di aver fatto una gita e chiarirmi un po' le idee sul nuovo set-up.

Ci buttiamo giù in questo diagonale tobogoso che ci butta a tutta verso le piste di Cervinia. Peccato che siamo veramente cotti per godercelo al 100%...inoltre ho paura di toccare e distruggere la tavola...quindi scendo con il freno tirato.

Pazzesco: sopra i 2800 mt circa neve stupenda e gran fondo, sotto direttamente i prati!!! Prego veramente che ne arrivi tanta e per tutta la stagione. Troppi progetti in testa per un altro inverno avaro come lo scorso.
Arriviamo a Plain Maison. Sono le 15.30. Altro che sciare ancora...siamo bolliti. La testa mi scoppia e prevarica l'euforia della prima sciata di stagione.
Solo la sera, tranquillo, riguardo le foto e riassaporo le mille emozioni della giornata. Realizzo del mio primo 4000. Certo, il più facile delle alpi, ma era tempo che volevo farlo e capire come sia l'alta quota.
Benissimo, altro sassolino tolto....il problema in questa passione è che più sassolini si tolgono uno per volta....più se ne trovano da togliere.
ma la stagione è appena iniziata ed io mi sento un po' più forte dei nuovi mezzi.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.