giovedì 27 marzo 2008

4 giorni a Champoluc


Queste vacanze pasquali sono state mitiche! 4 giorni di sole e neve in ottima compagnia (sono così orgoglioso della mia ragazza che in pochissimi giorni ha imparato a scendere in snowboard veramente bene!).


Primo giorno Champorcher.

Era un po’ che volevo andarci dopo averne letto in “Fuori di Traccia 2”. L’inverno è passato lasciando metri di neve in V.d.A., ma quando arriviamo di neve non sembra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

esserne rimasta molta. Mi confermano che due settimane di caldo “estivo” hanno vaporizzato tutto quel ben di dio. Cambio tavola (ed io che ottimisticamente avevo tirato fuori la Legend da 173). La giornata la passo un po’ dietro Silvia un po’ a cercare fazzolettini vergini da tracciare, salti da provare ed un po’ di trick da imparare. Solo nel pomeriggio mi rendo conto che quelle tracce in discesa laggiù non sono la degna ricompensa a caparbi scialpinisti che lentamente si sono guadagnati la cima… con una semplice passeggiata di 30 min dalla seggiovia sommitale mi affaccio su questo mitico pendio carico di neve fresca, stabile e non lavorata ne dal vento ne dal sole. Peccato che il paesaggio sia rovinato da due tralicci della corrente elettrica. Questa bella scarpinata in solitudine è rovinata dal costante crepitio dell’alta tensione.
Riposo un momento. E’ già tardi e so d'aver solo questa discesa. Calzo la tavola e mi butto dentro a capofitto cercando ora curvoni in appoggio, ora una serpentina strettissima. Che bello! Sono pago.


Champoluc day 1 (domenica)
Tornare tra questi boschi dopo 4 o 5 anni d’assenza (vuoi per la scarsità di neve, vuoi per gli impegni soffocanti) mi emoziona. Ripercorrere quelle linee che m’iniziarono al

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

fuoripista, allora così difficili ed ora così banali, fa strano. Mi presento a Champoluc veramente bellicoso. Ho passato tutta la settimana tra snow-forecast e Ozi explorer per impostare il gps. Ho stampato e studiato le cartine topografiche. Ho imparato a memoria “Polvere Rosa”. Purtroppo le mie velleità combattive si scontrano subito con la realtà che molta neve non c’è più. Pochi centimetri nascondono roccette sempre pronte ad aggredirti. Come puma hanno graffiato ed azzannato nel profondo la mia povera Yukon. Ma questo è il gioco ed io non mi tiro indietro.
Seguo Silvia con un occhio mentre mi lancio su ogni pendio rimasto vergine. Per fortuna riesco a trovare due belle linee ed un canalino che, se pur tritato, mi da grandi soddisfazioni.

Champoluc day 2 (lunedì)
Troppa gente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ci muoviamo controcorrente e da Frachey ci spostiamo verso le piste che scendono dal Sarezza. In mattinata Silvia ha pettinato ottime curve prima su una blu, poi su una rossa abbastanza impegnativa ed assolutamente non banale. Mi fido a portarla su una pista troppo difficile dove spende tutte le forze e si ferma. Ma io ho voglia di fare, ho voglia di associare dei ricordi alle pagine di quel libro che porto con me come una bibbia. Giro attorno al Sarezza da nord. Grande neve ma il traverso per guadagnare il pendio è lungo, piano ed estenuante. Sono le 16 quando scorgo dalla seggiovia che porta al Belvedere una traccia che scende proprio sotto su un pendio da favola. C’è una bastionata rocciosa di 5 metri da superare, ma il passaggio sembra chiaro. Nemmeno da dire… mi butto di sotto e sotto agli occhi di numerosi sciatori stanchi mi sento addosso tutta la loro invidia! Arrivo al passaggio e…sono bloccato (ora mi sento addosso il loro pensieri “che coglione”). Chi mi ha preceduto era con gli sci e scalettando ha lasciato solo il ghiaccio. Troppo pericoloso scendere senza una sicura. Risalgo qualche metro. Per fortuna in un punto trovo un piccolo canalino largo come un toboga. Tolgo la tavola, mi sdraio e…giù! Acquafan invernale! Guadagno il pendio principale. Neve da urlo. La conca si stringe in un canale che si butta a capofitto verso le baite di Sousun. Scio in mezzo al bosco, schivando alberi e saltando sulle numerose gobbe. Mi fermo e vedo due caprioli zampettare avanti a me. Silenzio. Il sole già sotto le montagne. La luce dell’imbrunire mi regala emozioni profonde. Scio finché trovo neve. Ma presto devo togliermi la tavola e proseguire a piedi lungo il sentiero estivo. Mi ritrovo sulla strada tra Champoluc e Frachey verso le 17.45. Venitemi a prendere, sono distrutto!!!!


Champoluc day 3 (martedì)
La notte ha spolverato qualche centimetro di neve. Al mattino il sole terso mi fa sperare in una gionata epica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Purtroppo il vento forte (ma veramente forte) ha mischiato le carte in tavola. Ci ritroviamo tutti sul Sarezza dato che era l’unico impianto aperto. Come pesci impazziti ci avventiamo su quello che c’è… ma la poca neve che non era stata tracciata o sciolta è stata portata via dal vento. Rimane solo una cosa da fare, giusto per il gusto di farla. Contenery. Un lungo fuoripista che dal fianco del Testa Grigia s’inoltra nei boschi sottostanti. L’avvicinamento non è stato dei più facili (con la tavola). Numerose volte mi ritrovo a dover andare a piedi… ma in compenso ho passato molte ore immerso nella natura, lontano dai tornelli delle seggiovie, dagli sciatori impazienti che ti salgono sulla coda, dalla frenesia di “dover fare”.
Sono veramente stanco ma colmo di tutte queste emozioni. La fatica si stempera in un sorriso ebete.

Resta ancora molto da fare. Per fortuna questo è stato l’inizio di un lungo viaggio alla scoperta del Monte Rosa.

Nessun commento: