Saliamo il venerdì sera. La nottata passa tranquilla avvolto nel mio sacco a pelo ma già verso le 6.00 la scimmia sale…poco male, mi alzo ed inizio a prepararmi. Verso le 8.30 siamo i primi a salire. Non c’è nessuno in giro, sembra un giorno infrasettimanale. Arriviamo sulla cresta del Sobretta e ci affacciamo sul primo canale.
Un po’ acciaccato risaliamo per la terza run. Ripensando al salto mi rendo conto che avevo staccato il cervello e lasciato che il testosterone la facesse da padrone, in una specie di confronto tra maschi per eleggere il capobranco. Che pirla!
Usciamo dagli ovetti e ci ferma la forestale. Spieghiamo che siamo con la guida e tutti con APS, inoltre ci muoviamo in vallette lontano dalle piste. Ok andate pure. Ma non facciamo in tempo a tornare in cima che gli stessi della forestale di prima ci rifermano. Di lì no. Troppo pericoloso perche se staccate potrebbe arrivare in pista…ma come???? Fisicamente impossibile!!! Restiamo bloccati una mezzoretta cercando di spiegare le nostre ragioni…alla fine si convincono e via. Tutta quest’attesa m’ha irrigidito e innervosito. Ho voglia d’andare, di muovere le gambe, di recuperare il ritmo. Le prime curve sono proprio brutte (complice una neve non perfetta). Arriviamo ad un isolotto roccioso con due vallette a destra e a sinistra. Da un lato di quella di sinistra una piccola crestina m’indica che il vento ha tirato trasversalmente e lì sotto avrà accumulato. La guida ci dice, giustamente, di passare a destra perché più sicuro. Parte Ale per primo. Si divora un gran pendio con neve vergine. Non resisto…aspetto che si fermi in zona sicura e parto io per secondo. Dopo due curve posso allargarmi ed è tutto per me! Inizio con una serpentina strettissima…prendo velocità allora decido d’entrare con due curvoni uno in back side e poi uno in front a sfiorare la neve con tutto il corpo…che spettacolo!!! Arriva Stefano per terzo…anche lui gode come un matto!!!
La situazione si complica notevolmente e restiamo bloccati per più di un’ora.
Ora io la vedo così:
1 – per via del momento delicato che stiamo attraversando, con l’attenzione di tutti sui pericoli del fuoripista e con leggi non conosciute e comunque non chiare la situazione si è complicata molto più del dovuto. In parte avevano ragione loro, ma non del tutto. Non si può vietare a prescindere. Ad ogni modo noi ci dobbiamo assumere le nostre responsabilità.
2 – la guida ha sbagliato due volte: primo doveva essere categorica nel proibire il passaggio vicino all’accumulo di neve. Secondo doveva chiamare quelli del soccorso e assumersi le proprie mancanze (anche solo di dire, siamo stati noi, siamo tutti fuori e sotto non c’è nessuno).
3 – prendere la guida ed avere l’attrezzatura non vuol dire essere tutelati dai pericoli al 100%. Se ti schianti da una roccia o ti butti in un crepaccio la guida cosa ci può fare? Dopo quest’episodio mi sono reso conto ancor di più che preferisco ragionare con la mia testa, osservare la neve, fare esperienza e decidere io cosa fare e dove passare…ma soprattutto che per fare freeride ci vuole rispetto, esperienza e sintonia tra i membri del gruppo (8 persone sono veramente troppe!).
Alla fine ce la siamo cavata con un brutto spavento e un paio di multe (forse grazie anche all’intervento di un “big” del posto che ha calmierato gli animi e ci ha scortato per il resto della giornata!!!).
Fine giornata con birretta e foto di gruppo.
N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
Poi, un giorno, per caso…il corso di skialp. La svolta. Non che da quel momento mi senta “esperto”…ben lungi dall’esserlo. Ma da quel momento ho capito quante volte il caso, la fortuna e non la mia preparazione hanno voluto sorridermi e preservarmi dal provocare guai seri. Da quel momento ho imparato che serve l’ARVA. Come si usa insieme a pala e sonda. A come si pianifica la gita a casa i giorni prima. A come si legge un bollettino. A come si deve valutare vento, neve e temperatura. A come, dopo tutto questo, sul posto bisogna saper leggere i risultati di questi fattori…perche non basta dire “ il bollettino scrive pericolo 2”…che ne sa il bollettino di quel canale, o di quella valletta…o di quel pendio uniforme dove sotto la neve non aggrappa…A come ci si comporta con i compagni…mai tutti assieme, mai sottovalutare salti e cadute. Beh il manuale è lungo (ed io me lo studio tutti gli anni verso ottobre).
Nonostante tutto questo non basta. Bisogna andare per gradi. Fare esperienza. Farsi accompagnare. Avere umiltà e rispetto. Sapere che alla fine di tutto non è uno sport a rischio 0. Ognuno fa le sue valutazioni e sceglie quanto rischiare (ma con coscienza e non per caso).
E lo stato vieta e punisce! Certo che se provoco una valanga e ammazzo qualcuno devo essere punito per omicidio colposo, ci mancherebbe. Al pari di chi investe qualcuno in macchina o centra in testa un pedone mentre sistema un vaso sul davanzale!!! Ma essere punito cosa cambia? Nulla! Si vieta anziché regolare, informare e promuovere. Ma inasprire le pene cambierà qualcosa in un paese dove tutti fanno quello che vogliono???