venerdì 1 marzo 2013

Treemaster@Jafferau


Cosa fare al venerdì dopo copiose nevicate e un periodo che lavora troppo?
Prendersi le ferie e seguire gli amici a Jafferau!!!
Carlo mi parla di questo posto ormai da diversi anni. Mi faccio ingolosire e accetto. Con me il Puppi e il Magister. La strada è lunga e il meteo non buono. Avevo proprio voglia di ampi pendii, cielo blu e sole...sembra che per il momento non se ne parli.
Il bello di questo posto è che non c'è competizione. Siamo davvero pochi a contendersi 40 cm di neve fresca e polverosa. Buon per noi!!!
Apriamo con un bel canaletto. La neve è tanta è buona...peccato che manchino le pendenze. Insomma è un susseguirsi di piani che non m'entusiasmano.
Ci buttiamo nel bosco. Le cose cambiano. La pendenza aumenta così come i passaggi diventano più calibrati. 

Certo che dopo i faggi di Lagdei qui mi sembra un' autostrada ma bisogna essere amanti del genere. Come sempre nel bosco do il meglio di me. Scendiamo fin verso il parcheggio. Verso la fine la neve peggiora e il fondo scarseggia. In un passaggio stretto il Puppi parte in avanti scoperta...frena all'improvviso perdendo il controllo...vedo solo la tavola volare e un rumore secco...poi lo sento imprecare...ha spezzato in due la Bataleon tanto amata anche se nuova di pacca. Che sfiga. Proseguiamo fino al parcheggio. Qui riprendiamo le danze. Ancora bosco. Le linee sono infinite e devo dire che merita. 

Purtroppo il brutto tempo non ha mai mollato e la parte superiore non era bellissima.
Dopo diverse discese iniziamo ad essere un pò cotti. Ci buttiamo tutto a sinistra. Questo è uno dei fuoripista più belli che passando per delle baite spettacolari arriva su una strada. Pochi passi a piedi e poi di nuovo giù verso una chiesa e una condotta dell' acqua.

Arriviamo su una radura sotto l'ovvia dove il sentiero estivo rimase la china...c'è un kiker naturale...non ci penso nemmeno è tiro un "trail" gap da paura...
 Dopo questa discesa siamo tutti belli cotti. Carlo spinge per fare qualcosa di più. Prendiamo le ciaspole. Arrivati in cima lui vorrebbe risalire la sponda destra dove ci sono evidenti cornici e accumuli. Non mi sembra una gran idea ma propongo di andarci sotto e vedere com'è.
Alziamo le ciaspole mentre una fitta condensa risale il pendio rivolgendosi nel bianco. Appena si apre uno spiraglio identifico una linea per passare. L'idea è di rimanere il più possibile sotto le rocce. Arrivati lì la situazione non è delle migliori. Sprofonda con tanto di ciaspola fino alla'inguine. 

Se dovesse partire tutto noi saremmo fuori...ma temo per un possibile accumulo sulle piste giù in fondo. Dico che sarebbe il caso di tornare indietro. Manca poco ma non mi fido. Provo a sondare con il bastoncino e in effetti dopo qualche metro c'è neve dura portante. Ormai siamo fuori. Con il senno del poi bisognava tornare indietro. Ormai siamo qui...la pala è molto interessante...peccato ci siano 40 cm nuovi su 0 fondo...anzi su rocce acuminate. Carlo tocca diverse volte. Io parto leggero leggero e supero la parte più delicata volando sulle punte. Salvi. Da qui parte una magnifico bosco completamente intonso. Né è valsa la pena. Scendiamo divorando il pendio voraci. 

Dopo quasi 1000 metri di dislivello arriviamo ad un sentiero che ci riporterà verso le piste (dopo almeno 40 minuti a piedi).
Arriviamo al rifugio dove troviamo gli altri. Soddisfatti ci lasciamo andare sulla panca con una mega birra in mano. Non male direi.

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