lunedì 18 gennaio 2010

I tre porcellini al Toula…

Dopo una Madesimo da dimenticare (lasciamo proprio perdere la cantonata totale di quel w-end) avevamo voglia di riscossa. Per fortuna mercoledì ne ha messi 40cm e giovedì, causa nuvole basse, i trifolatori non si sono potuti scatenare troppo. Venerdì è la nostra giornata. Lo sappiamo. Ci crediamo. Ce la meritiamo. Alle 8.00 siamo al solito bar, con le solite facce che iniziano ad essere note. Loro sono un gruppo a parte. Una tribù che richiede tempo e prove iniziatiche ardue per poter entrare. Noi ci mettiamo a lato, silenziosi. Siamo a “casa loro” e non vogliamo sbragare. Alle 9.00 la funivia parte. Si sale con il cuore in gola. Il sole è sopra di noi e laggiù tutto bianco.




Stefano e Bertrand non sono mai stati qui. Oggi tocca a me far da cicerone. Arriviamo sul bacino glaciale. Lassù fa freddo. Ci scaldiamo subito con la traversatina verso il colle del Toula. Niente di particolare ma la quota ci bastona! Arriviamo alla scala un po’ trafelati insieme ad un gruppone di snowboarder toscani, troppo numerosi e chiassosi per farci godere la vista in silenzio. Faccio un po’ di pressing per passare davanti temendo l’effetto “cavallette”. Mentre la guida spiega a loro alcune cose, ne approfitto e parto tirando la prima linea della giornata!!! Che spettacolo. La neve è buona con alcune zone un pelo crostose, ma più che accettabile. Ormai sono rassegnato al fatto che sul Toula la polvere dura solo mezza giornata, bisogna essere rapidi a coglierla, o bravi a saperla trovare all’ombra delle bastionate rocciose. Stefano mi raggiunge per secondo. Si fa un po’ di fatica ma gode!!! Che spettacolo.




Arriva anche Beber. Per lui è la prima di stagione e noi lo mettiamo subito alla prova con una discesa lunga e continua. Arriviamo al Pavillon e scalpitiamo per tornare su…ne vogliamo ancora! In funivia scambio due parole con dei ragazzi che erano qui giovedì ed hanno goduto, seppur per poche ore, della polverella appena caduta. Mi parlano di cesso ed io inizio a smaniare…Arrivati a punta Helbronner ci sono troppe persone…un gran casino. Sembra che il pulmino dell’inps abbia sbarcato 100 vecchietti in direzione Val Blance…Beber è avanti, Stefano appena dietro. Vedo i due ragazzi scavalcare e puntare al cesso. Non posso non approfittare della situazione…rincorro Stefano e gli urlo qualcosa…in verità li mollo un po’ lì pensando che loro non sarebbero venuti (e poi mi tireranno le orecchie per questo).
Scavalco la ringhiera e m’avvio verso il costone che porta al cesso. Loro con gli sci riescono a scendere più agili. Con la tavola mi muovo con molta circospezione dato che la cresta è molto esposta.




Partono loro ed io aspetto che almeno il primo esca dal canale. Appena c’è distanza sufficiente parto. Il primo pezzo ha neve compatta e qualche roccia fuori.




Scendo con molta circospezione, con una serie di curve saltate e massima sicurezza. Su un lato c’è un po’ di crosticina che mi permette ti concatenare due curve. Finalmente arrivo nella parte mediana. Qui la neve è uno sballo.




Mi lancio in discesa cercando di tenere il ritmo e disegnare una bella linea. Tutta quella neve morbida rende le cose abbastanza facili. Farlo da primo…cosa sarebbe stato!!! Ma sono comunque a mille. Saluto i ragazzi e mi porto sul fianco della seraccata aspettando i miei soci.
Loro arrivano e…ma che cazz??? Dov’eri finit??? Ma non si fa così!!!
Scusa scusa scusa…dai, torniamo su che lo si fa insieme!
Detto fatto siamo di nuovo lì.




L’ingesso è complicato ma scendiamo con molta cautela. Si parte. La seconda discesa è ancora più bella. Sciolti i timori reverenziali e l’apprensione della prima volta riesco ad essere più fluido già nella parte alta. Spettacolo. Aspetto i ragazzi fuori dal canale. Arrivano. Stanchi e felici…anche se…meglio un bel pendio tosto che un canale stretto (loro!!!).
Riposiamo un po’ al Pavillon. Il sole ha già appesantito la neve nonostante sia gennaio e la quota non propriamente modesta. Bertrand decide di restare a prendere il sole (solo mercoledì era ammalato). Con Stefano siamo di nuovo su. Siamo un po’ stanchi e decidiamo di scendere dalle scale mentre i “toscanacci” si cuccano un tedesco da favola. Non l’invidio. Siamo consapevoli di non essere al 100% e preferiamo scendere in sicurezza. Ci buttiamo tutto a destra. Qui la neve è ottima. Peccato averla trovata solo ora…comunque un bel godimento.




Raggiungiamo presto il Pavillon. Recuperato Bertrand ci buttiamo verso il canale dei Camosci ma con variante “vergine”. La zona esposta a nord ci regala finalmente la desiderata “polverella” leggera leggera…e il godimento della prima traccia!!!







Arriviamo ad una strettoia che ci permette di superare una balza rocciosa…una frenata sulla roccia viva accende una scintilla…meno male che non c’è un bosco secco altrimenti sai che incendio.




Percorriamo l’ultimo piano fatto di gobbe e curve come una pista di boarder cross. La valle è all’ombra ma le cime sono ancora baciate dagli ultimi raggi. S’accendono di colori vivi e ci scaldano i cuori. Ci fermiamo al bar per la rituale birra. Nonostante la stanchezza vorremmo fermare il tempo per godere di queste emozioni per sempre. Un grazie a Sua Maestà per averci ospitato.



Un grazie di cuore a voi due per esservi a-fidati a me.

Nessun commento: