domenica 16 novembre 2014

Cervinia roks&pow

Finalmente ci siamo. E’ arrivata. Ed è tanta…solo in alto ma ce n’è.
Quando a novembre bisogna iniziare la stagione, c’è un unico spot: Cervinia.
Siamo una bella carovana di amici…tutti skialper e pochi freerider ma la voglia di discesa è superiore a quella della salita. Arrivando verso Cervinia veniamo bloccati a pochi chilometri dalla neve sulla strada.

Montaggio delle catene migliore delle Formula 1.
Finalmente arriviamo al parcheggio e orde di persone assaltano gli impianti. Facciamo 1 ora di coda prima di salire e già mi pento d’esser qui e non a pellare in una zona isolata.
Usciamo sul Plateu. Ottima scelta quella di non fare l’internazionale poiché dall’altro lato tutto è spelato e tirato dal vento. Ma qui sotto sul Ventina c’è della polverella. Troppa gente che si butta a cazzo. C’è ressa. Non vedo se ci siamo tutti…se siamo tutti pronti ma già in troppi mi sono passati sulla testa sverginando prtoprio la mia linea tutta sulla destra. Impossibile trattenersi oltre. Parto ed è tutta per me. Una liberazione far scorrere la tavola appena sciolinata nella neve profonda e leggera. E' passato tanto tempo e mi mancava. Faccio tutto un tiro senza stop. Una scorpacciata atomica. Sarei quasi a posto se non ci fosse molto di più da fare.
Torniamo su e puntiamo altre tracce. Si chiama Carlo? Boh…non è la linea dell’altra volta ma molto più stretta e in piedi. Uscita da scovare sulle rocce ma si passa. Neve stupenda.

Altro giro. Ci spostiamo un po’ più in là. Ormai le cavallette hanno trifolato per bene ma sul costone c’è ancora un po’ di spazio.

Ancora su. Cerchiamo di buttarci nel Teodulo dall’alto della stessa variante ma non si passa. Scendiamo sul costone a filo con il precipizio quando una traccia divalla a destra. Io e Musa valutiamo…ma tempo zero sono dentro. Pendio bello sostenuto e all'ombra. Fatico a valutare l’uscita e scendo troppo rispetto alla traccia. Mi ritrovo su una piccola balza ma continua. Stop non si passa. Inoltre la poca neve scivola sulla roccia liscia. Opto per una soluzione fantasiosa: tavola piatta sulla roccia e salto. Purtroppo frullo un po’ nell’atterraggio ma sotto è morbido e zero problemi. 

Da qui riesco ad indirizzare gli altri su un salto più netto e facile. Piano piano passano tutti. Anche una coppia che ci ha seguito ignara in qualche modo supera l’ostacolo (credo che abbiano divorziato a sentire le urla di lei).
Alessia è un po’ ammaccata. Marcello lo vedo teso. Mi spiace aver guidato il gruppo in un posto così del cavolo ma ero convinto di finire nel Teodulo e non su uno spigolo che si forma dal costone. 

Alessia smorza la tensione ed io ringrazio. Sei una grande!!!
Altro giro. Questa volta prendiamo il Teodulo dall’ingresso classico. Ma ormai le gambe sono molli e i troppi passaggi hanno smorzato l’entusiasmo.

Ormai il freeride è così: tutti dentro e in fretta. Non si riesce a godersi la linea e il momento, già rivolti alla prossima discesa. Ad ogni modo ce la siam goduta. Ottimo inizio. Adesso ho bisogno di spazi vergini e isolati…almeno fino alla prossima grossa nevicata.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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