Finalmente ci
siamo. E’ arrivata. Ed è tanta…solo in alto ma ce n’è.
Quando a novembre
bisogna iniziare la stagione, c’è un unico spot: Cervinia.
Siamo una bella
carovana di amici…tutti skialper e pochi freerider ma la voglia di discesa è
superiore a quella della salita. Arrivando verso Cervinia veniamo bloccati a
pochi chilometri dalla neve sulla strada.
Montaggio delle catene migliore delle
Formula 1.
Finalmente
arriviamo al parcheggio e orde di persone assaltano gli impianti. Facciamo 1
ora di coda prima di salire e già mi pento d’esser qui e non a pellare in una
zona isolata.
Usciamo sul
Plateu. Ottima scelta quella di non fare l’internazionale poiché dall’altro
lato tutto è spelato e tirato dal vento. Ma qui sotto sul Ventina c’è della
polverella. Troppa gente che si butta a cazzo. C’è ressa. Non vedo se ci siamo
tutti…se siamo tutti pronti ma già in troppi mi sono passati sulla testa
sverginando prtoprio la mia linea tutta sulla destra. Impossibile trattenersi
oltre. Parto ed è tutta per me. Una liberazione far scorrere la tavola appena
sciolinata nella neve profonda e leggera. E' passato tanto tempo e mi mancava. Faccio
tutto un tiro senza stop. Una scorpacciata atomica. Sarei quasi a posto se non
ci fosse molto di più da fare.
Torniamo su e
puntiamo altre tracce. Si chiama Carlo? Boh…non è la linea dell’altra volta ma
molto più stretta e in piedi. Uscita da scovare sulle rocce ma si passa. Neve
stupenda.
Altro giro. Ci
spostiamo un po’ più in là. Ormai le cavallette hanno trifolato per bene ma sul
costone c’è ancora un po’ di spazio.
Ancora su.
Cerchiamo di buttarci nel Teodulo dall’alto della stessa variante ma non si
passa. Scendiamo sul costone a filo con il precipizio quando una traccia
divalla a destra. Io e Musa valutiamo…ma tempo zero sono dentro. Pendio bello
sostenuto e all'ombra. Fatico a valutare l’uscita e scendo troppo rispetto alla
traccia. Mi ritrovo su una piccola balza ma continua. Stop non si passa.
Inoltre la poca neve scivola sulla roccia liscia. Opto per una soluzione
fantasiosa: tavola piatta sulla roccia e salto. Purtroppo frullo un po’
nell’atterraggio ma sotto è morbido e zero problemi.
Da qui riesco ad
indirizzare gli altri su un salto più netto e facile. Piano piano passano
tutti. Anche una coppia che ci ha seguito ignara in qualche modo supera
l’ostacolo (credo che abbiano divorziato a sentire le urla di lei).
Alessia è un po’
ammaccata. Marcello lo vedo teso. Mi spiace aver guidato il gruppo in un posto
così del cavolo ma ero convinto di finire nel Teodulo e non su uno spigolo che
si forma dal costone.
Alessia smorza la tensione ed io ringrazio. Sei una
grande!!!
Altro giro.
Questa volta prendiamo il Teodulo dall’ingresso classico. Ma ormai le gambe
sono molli e i troppi passaggi hanno smorzato l’entusiasmo.
Ormai il freeride
è così: tutti dentro e in fretta. Non si riesce a godersi la linea e il momento, già rivolti alla prossima discesa. Ad ogni modo ce la siam goduta. Ottimo
inizio. Adesso ho bisogno di spazi vergini e isolati…almeno fino alla prossima
grossa nevicata.
N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
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