Finalmente è arrivato il sabato…il sole dei giorni scorsi non ha sciolto troppa neve e su allo Stelvio c’è da divertirsi…ma no…ancora no…ancora brutto tempo. Cosa faccio? Stare a casa proprio no…allora me ne vado a camminare. Si provo a salire sul Grignone da Cainallo (altra skialp dalla nord di questa splendida montagna del Lecchese) e, magari, ne approfitto per una divagazione fino al Passo Zapel per vedere com’è la calata giù per quel canale. Il tempo non è dei migliori ma sono previste nuvole alte e niente precipitazioni, quindi mi fido e vado.
Da Cainallo prendo il bellissimo sentiero che percorre la montagna a metà fino al Rifugio Bogani.
Mentre cammino rifletto su come sarebbe quel sentiero con la neve e con lo snowboard. Un sali e scendi estenuante per i primi 400 mt che rende la gita non proprio favorevole alla tavola. Inoltre le alte pareti che svettano sul sentiero non promettono nulla di buono. Se dovesse scaricare finiresti di sotto in mezzo al bosco.
Arrivo al Bogani e qui, finalmente, si aprono dei bei pendii a forma di vasca. Qui si che sarebbe interessante ( ma siamo già a 1800 mt e sarebbero solo 600 mt di dislivello in discesa contro 900 mt di sano sbattimento). Inizio a salire e i prati si tingono di colori…
dal verde passano al bianco della prima neve…poi alle sfumature del giallo degli aghi di pino caduti qui e là.
Presto sono nel bianco più totale avvolto dalle nubi. Vorrei tornare indietro ma il sentiero è ben battuto se pur scivoloso…e devo ancora sfogare lo stress di non potermi godere il w-end, quindi procedo a testa bassa.
A un certo punto le cose si complicano. Ci sono dei passaggi con catene. Relativamente banali se fosse estate, ma con quella neve viscida e catene ghiacciate mi complicano un po’ la salita.
Non posso rischiare di farmi male a inizio stagione!!! Procedo. Inizio a sentire freddo ma ci sono quasi. A un certo punto un cartello mi lascia sgomento: “pericolo crepaccio”….crepaccio???? a 2000 metri????
La cima non si vede ma l’altimetro non mente. Mancano solo 50 metri. Ancora uno scivolo bastardo con una catena sulla sinistra. Supero anche l’ultimo ostacolo e sono in rifugio!
Siamo in pochi. C’è un tempo da lupi ma dentro fa caldo. C’è un bel clima di pochi intimi e affezionati frequentatori del Brioschi. Vorrei pranzare ma…il portafoglio???? A casa!!!! Mi scaldo qualche minuto e decido di scendere. Chiedo per il nevaio e mi confermano che dovrebbe essere meno complicato della salita che avevo portato a termine. Peccato che non fosse battuto ne indicato da paline. Da solo con visibilità a 10 metri proprio non mi fido. Meglio scendere per dove son salito, almeno so cosa mi aspetta.
La neve è morbida. Dev’essere rimasta fredda nonostante il sole perché non s’è fusa e rigelata. La discesa è un po’ viscida e ogni tanto mi sembra di sciare con i soli scarponi. Supero i passaggi con le corde (riesco perfino a cadere) e non vedo l’ora d’arrivare fuori dalle nuvole. Finalmente sbuco sui prati che dominano il Bogani.
Inizio ad aver fame ma non ho voglia di mangiare il panino che avevo nello zaino…fa freddo e voglio tornare alla macchina il prima possibile (sta iniziando a nevischiare).
Ho camminato quasi ininterrottamente per 5 ore ma non mi sento stanco. Nonostante il tempaccio è stata una gita quasi surreale e ne è valsa la pena.
Sta nevicando tantissimo. 80 cm in Valtellina. La scimmia sale. Ma dovrò aspettare ancora. Meglio così, meglio lasciare che la neve si compatti, faccia fondo, diventi sicura. Intanto mi preparo per il momento è arrivato!
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