lunedì 17 gennaio 2011

Punta del Rebbio da primi

Dovevo andare a Colere con fidanzata e amici. Certo i 10° previsti non mi fanno ben sperare ma doveva essere una sciata in compagnia. Per “fortuna” Silvia ha un raffreddore devastante e ieri sera mi libera da ogni impegno. Ma come…e adesso? Avevo già deposto le armi? Inoltre l’anticiclone africano non molla la presa e la caldazza prevede lo 0 termico a 3200mt!!!
Non è una semplice questione di trovare neve fresca ma soprattutto di sicurezza. Con un rialzo così importante verrà giù di tutto!!!
Appena arrivo a casa mi metto al pc ed inizio a verificare un po’ d’informazioni…ultime nevicate, meteo vento…alla fine sembra che a Briga ne ha messi 40cm mercoledì. In zona c’è il Rebbio. Avevo già rinunciato ma oggi potrebbe essere la scelta giusta. In mezzo il passo del Sempione dovrebbe sbarrare la strada alla caldazza. Ma stamattina a Gondo sono le 7.30 ed il termometro dell’auto sembra impazzito: 12°C!!!!!! Mainchia!!!! Ma non demordo…ormai sono arrivato fin qui… La salita al passo fa scendere un po’ le temperature ma a 2000mt ci sono comunque 2°. Venendo dall’Italia ci sono prati verdi fino a 1800mt, il caldo s’è mangiato tutto. Passando da Rothwald il sottobosco è scoperto. Per fortuna qui fa un po’ più freddo. Parcheggio a Berisel con 0°C. Inizio la risalita nel bosco, la neve è ghiacciata.

Appena fuori sui dossi prima dell’alpe Bortel la neve è marcia. Mi svernicia un signore con gli sci. Non ho nemmeno il tempo di scambiare due parole che è già avanti a batter traccia. Meglio per me!!! Stiamo faticando non poco nelle tracce a mezzacosta perché la neve non tiene. Vedo che ravana un po’ su un dossetto ma alla fine passa. Quando arrivo io mi sento sicuro dei miei rampanti….ma nemmeno mi rendo conto che la pelle scivola con tutta la neve sotto e sono lungo disteso…inizio a scivolare giù. Punto le mezze tavole e in qualche modo mi fermo. Niente di grave ma 20 metri da rifare. Inoltre sono lavato!!!

Dopo un bel po’ finalmente sbuco all’alpe a 2000 metri. Da qui la traccia diventa più regolare e meno esposta inoltre, sorpresona, ci sono 20 cm di neve fredda e spettacolare. Anche il vento non l’ha rovinata troppo e, comunque, tra dossi e vallette è rimasta protetta. Davanti a me il Rebbio.

Nel frattempo mi ha passato un altro sciatore (sono proprio fuori allenamento). Siamo in tutto 3 e davanti a noi è tutto vergine. Mentre salgo già mi pregusto la discesa. Immagino la mia linea. Dove poter passare, dove saltare, dove stare attento. Valuto ben bene dove la neve è migliore. Dove ha fatto una leggera crosticina. Dove ci sono accumuli duri e compatti. Devo sfruttare al massimo il pendio.

Arrivo a 2600 metri. Mi fermo a rifiatare e mangio qualcosa. Il primo già è di ritorno. Beato lui ha avuto l’onore della prima traccia, ma se l’è guadagnata! Il Rebbio sfumacchia ma per fortuna il vento resta alto sulle creste e al sole si sta benissimo. Scende anche il secondo. Fa una linea vicina a quella del primo. Perfetto: la valletta di sinistra è intonsa, solo per me. Mi tornano le energia quasi esaurite. Continuo non puntando la sella ma stando un po’ più al centro. So che non è un bel posto quindi a quota 3000 mi fermo, abbastanza lontano dalla bastionata rocciosa mi preparo per scendere.

Non faccio in tempo a tirare gli scarponi che il vento girà. Adesso arrivano delle raffiche dalla cresta gelandomi le mani. Il forte vento stacca dei ghiaccioli dalla cima e ruzzolano sul pendio come proiettili. Non sono proprio in un bel posto. Smetto di perdere tempo, mi aggancio in fretta e furia però non voglio bruciarmi quelle prime curve. Mi concentro. Dopo tanta fatica (alla fine saranno quasi 1500mt di dislivello) non bisogna sprecare nulla. Parto. La neve è morbida, quei 20 cm sufficienti a farti sbiellare. Quasi perfetta. Mi porto tutto a sinistra. Prendo subito un bel ritmo, anche se è tutto per me resto in una serpentina abbastanza stretta e regolare. Mi fermo. Mi volto e la mia firma è là, solitaria.

Può sembrare una banalità ma da tanta soddisfazione. Riparto. Ora scendo più sciolto. Mi destreggio tra dossi e vallette. Corvette, curvoni, controtendenze. Ecco una piccola cornice, perché non sfruttarla per un bel salterello…e via, veloce e fluido mi mangio tutto il pendio in un sol colpo. E’ quasi un peccato.

Appena più in basso la neve è smollata dal sole. Salendo ho visto una bella valletta, là sarà perfetta. Anche gli sciatori son passati di qui….furbacchioni…ma ce n’è per tutti!!!
Quota 2000mt. La pacchia è finita. Dove ho ravanato in salita mi ritrovo a ravanare in discesa. Raggiungo il ruscello.

Da qui è solo stradello per il rientro. Arrivo alla macchina. Sono esausto ma carico d’adrenalina. Giornata strepitosa. L’idea di ributtarmi nelle fitte nebbie padane non m’alletta. Mentre mi sistemo alzo lo sguardo. Il Rebbio è là.

Mi dice arrivederci. Rispondo: a presto!

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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