mercoledì 5 gennaio 2011

X fortuna c’è il Devero

Oggi ho deciso di fare la Punta del Rebbio. Peccato che l’ultima nevicata risale a settimane fa…inoltre è previsto un freddo polare…quindi tentare una cima di più di 3000mt esposta ad ovest non mi sembra proprio una bella idea…vabbè…all’ultimo cambio idea…spulcio il mio prezioso libricino (Scialpinismo in Valdossola) e trovo una bella gita in mezzo ai boschi, non troppo alta…il Seehorn da Gabi…inoltre su On-ice leggo un report recente e parla di neve polverosa tra gli alberi ma dura in alto. Mi convinco che sia la gita giusta…cmq 1200 metri di dislivello per testare la mia forma e lo stato del ginocchio. Visto i -15 previsti in nottata desisto dal dormire in macchina e parto la mattina presto. Sprecare due ore di sonno prima di una gita mi sembra assurdo…devo sperimentare l’accoppiata sacco invernale+macchina perché sono convinto funzioni.
Arrivo a Domodossola con un bel vantaggio sulla mia tabella di marcia…ma ecco il disastro!!!! Strada del Sempione chiusa per frana! Ma come???? L’ho fatta solo la settimana scorsa? Com’è possibile? Però non devo arrivare al passo…forse mi và di culo….
Purtroppo a Iselle tutto bloccato. Devo ripianificare al volo….mi viene in mente il Pizzo Bandiera…provo a cercare la traccia gps su internet ma sto diavolo di smartphone non riconosce il file…ma chissene frega poi lo passo sul gps!!! Vabbè…inutile improvvisare…me ne vado al Devero a fare il Cazzola che almeno conosco e non è difficle. Arrivo al Devero ed è nuvoloso. Cade qualche fiocco di neve. Lascio la seggiovia alle mie spalle e comicio a risalire nei boschi che portano al Misanco. Neve poca, dura e tracciatissima. Temo già il ritorno. Insomma la giornata non sembra proprio indovinata. Arrivo all’Alpe Misanco.
Davanti a me due ciaspolatori. Qui la neve è già migliore ma trovare linee vergini è un’utopia. Continuo a salire. Gli spazi si ampliano. Gli alberi imbiancati più dalla galaverna che dalla neve mi ricordano che fa freddo. Piano piano, nel silenzio, inizio a sbucare sopra le nuvole.

Sopra un cielo azzurro e sole limpido m’infondono una gioia profonda. Il contrasto è pazzesco. Lascio le nubi nel bosco dietro di me e finalmente arrivo sul crinale al sole.

Ne avevo bisogno. Laggiù un mare spumoso con qualche isola che affiora. Sembra il mare.
Arrivo sul Cazzola. Troppo facile. Decido di scendere giù di qualche centinaio di metri e ripellare fino alla punta successiva. Dovrebbe essere la scatta d’Orogna. La neve è compatta e pesantemente lavorata dal vento. Ci sono dei sastrugi imponenti alternati a calotte lisce e compatte. Già so che sarà una faticaccia con lo snowboard ma sono ripagato dal panorama. Arrivo in cima mangio un panino e decido d’iniziare a scendere.

Potrei andare più in là ma la valle nel mezzo ha troppe conche e con lo snowboard sarei costretto a sganciare troppe volte. Inoltre la neve non ne vale la pena. Parto. Spingo forte cercando di rompere le punte ghiacciate formate dal vento. Scendo agine ma non certo divertendomi. Supero in qualche modo i vari avvallamenti ma spesso sono costretto a passare a piedi. Finalmente riguadagno il bosco. Qui dovrebbe rimanere più continuo ma in realtà ci sono varie vallette. Tengo un dosso dove trovo una bella linea vergine e della fantastica polverella!!!

Disegno 10 curve di pura libidine…le uniche della giornata ma non mi posso lamentare. Arrivo in basso. Qui è tutto tritato. Sbaglio e resto sulla destra del ruscello. Sono costretto a passarlo dove è ormai disegna una gola profonda.

Risalire a piedi è impossibile. Sono sprofondato nella neve fino al bacino e non c’è verso di avanzare. Lancio la tavola oltre il colletto e mi arrampico su un albero. Finalmente sono fuori. Sono esausto. Le ultime curve nel bosco sono un suplizio. Arrivo alla macchina e sono felice di tornare a casa. Qualcuno scende dal Bandiera…chissà che neve avranno trovato. Ma nella nebbia più totale andare alla cieca non è il massimo. Sono comunque soddisfatto. Aspettiamo condizioni migliori in questo pazzo inverno nevoso ma troppo caldo.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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