giovedì 30 dicembre 2010

Corno Orientale del Nefelgiù a 100mt dalla cima.

Dopo la mezza gita di ieri al Sempione mi è rimasta la voglia di fare una bella gita in zona. Marzio mi pacca, probabilmente non molto convinto dalle condizioni della neve e ancora scottato dal solito marmo di Medesimo (quando capiranno che il Groppiera và tenuto aperto ed il canalone bonificato con le cariche e non tenerlo lì a sputtanarsi da solo!!!), quindi sono solo soletto. Mi alzo presto, faccio colazione per strada e già alle 8 sono in Val Formazza.

La fama di questa valle è ben meritata: sembra che il tempo si sia bloccato a cent’anni fa. La strada che porta a Riale permette d’arrivare nel cuore della Formazza, ma per andare oltre servono solo le gambe. Che posto magnifico e surreale. Parcheggio in località la Frua e già vedo le tracce che portano in su.

Ne approfitto e salgo agilmente verso il dosso. Seguendo la traccia mi rendo conto di quante differenze ci sono tra ciaspole e pelli. La salita è meno ripida con più sviluppo. Sembra di danzare tra le gobbe cercando la linea più redditizia. Ah quanto ancora ho da imparare!!!! Ripensando a ieri mi rendo conto che devo ancora maturare molta esperienza.

Dopo un’oretta arrivo in cima al primo dosso. Da qui si punta direttamente al Nefelgiù….emh…non proprio direttamente…ci sono due conchette da superare…il che vuol dire rimontare le pelli al ritorno…ovvero una gran menata con la split!!!!

Continuo a salire nel silenzio più totale. Se non fosse per queste vecchie tracce penserei d’aver sbagliato strada. Non c’è anima viva. Nemmeno sulle montagne vicine. E’ una solitudine inebriante, un silenzio profondo a cui non siamo più abituati. Superata la prima conchetta le tracce si dividono.

A sinistra c’è una comoda punta raggiungibile in meno di un’ora. Inoltre la neve sembra proprio bella. Dritto la seconda conca e la valle finale fino ai corni. Insomma ancora due ore. Ma non sono qua per la neve ma per esplorare questi posti. Tiro dritto.
Arrivo alla valle finale. Ormai ci siamo, manca poco.

Riparto spedito ma dopo solo mezz’ora mi devo fermare a rifiatare…riparto…altri 15 minuti e poi stop…riparto e stop…mi manca la forza. Improvvisamente le gambe arrancano. La gitarella di ieri e lo stop per il ginocchio si fa sentire. M’impongo di raggiungere la sella dove c’è il sole. Con la testa e con il cuore arrivo stremato. Sono a 100 metri dalla vetta ma non ne ho più. Mi godo il sole al riparo dal vento e mangio rimirando un panorama mozzafiato.

In discesa la neve è compatta. Speravo che questo vallone stretto stretto l’avesse protetta di più dal vento. Ci sono zone rivelate, zone dure e altre più morbide. In questo mix infernale mi distraggo e faccio un bel ruzzolone dopo solo due curve!!! Bisogna scendere concentrati, bassi e reattivi come ieri. Bisogna godersi la discesa!!! Riparto e trovo il ritmo. Punto un masso e mi concedo anche un saltino poi taglio tutto a destra verso una valletta vista in salita. Mi fermo sull’ingresso per valutare la neve. E’ completamente vergine. Mi lancio deciso a tirar dritto fino in fondo….neve fantastica!!!! Riesco a fare una decina di curve da urlo…e ne è valsa davvero la pena.

Arrivo sul fondo della conca e sono costretto a proseguire a piedi. Sono pochi metri e non ho voglia di smontare rimettere le pelli…però si sprofonda e faccio una fatica bestiale. Rimetto la tavola…ancora belle curve fino alla seconda conca. Vista l’esperienza precedente ed il dislivello maggiore ripello e con facilità passo oltre. Alla fine mi rendo conto che è un’operazione non impossibile e, anche se è meglio evitare, simile a dover ricalzare le ciaspole.
Sono sul culmine del dosso. Da qui è una discesa continua fino alla macchina per bei dossi e vallette.

La neve scaldata dal sole ha formato una fastidiosa crosticina ma me la surfo con massimo godimento…mi sono guadagnato ogni cm di quelle curve e non voglio sprecarle.
Arrivo alla macchina molto soddisfatto. “Scialpinismo in Valdossola” sta diventando uno dei miei libri preferiti. Bisogna tornare!

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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