sabato 21 gennaio 2012

Abbuffata (un po' pesante) al Devero

Finalmente io e Ste riusciamo a farci una giornatina insieme. Ho esordito dicendogli....ho voglia di fare una gita!!! Ecco...tutto diverso...andiamo al Devero con le seggiole.
Sabato mattina presto fa già caldo....e piove...ma presto risalendo i tornanti la pioggia di trasforma in neve (che ci farà penare a salire)...i pini sono stracarichi e ci rendiamo subito conto che è stato più che una spolverata.
Ci mettiamo in fila alla seggiovia...ancora tutto è chiuso ma scalpitiamo. Stanno finendo di sistemare...il paesaggio è da fiaba, con i boschi carichi e imbiancati...il sole che trafila in mezzo alle nuvole.

Purtroppo è aperta solo la prima seggiovia...ma ci accontentiamo. Siamo tra i primi 6 a sbarcare...si percepisce frenesia nell'aria....ci lanciamo a destra della pista tra gli alberi in una discesa ripida, polverosa, con tre dossi in sequenza da saltare tutti d' un fiato!!!! In pochi secondi siamo alla fine pronti per risalire.

Continuiamo a macinare. Ci sono 60 cm di neve che via via diventa sempre più pesante e faticosa da sciare...ma non ci lamentiamo.
Dopo 4 discese ormai è un po' tutto trito e bisogna andarsi a cercare le linee un po' più in là...passo la prima linea degli alberi fino a un bel drop che prendo al volo...purtroppo l'atterraggio è piatto e mi accartoccio in neve fonda. Davanti a me un bel piano intonso che penso bene di sverginare portandomi a destra...troppo a destra!!! mi tocca risalire sfondando fino alla vita...con una fatica bestiale.

Ore 12.00 è rimasto ben poco. Ma io e Ste ci giochiamo il jolly, calziamo le ciaspole e risaliamo verso l'arrivo dell'ultimo skilift rimasto chiuso.
La salita su pista dura risulta comoda e agevole...finchè delle raffiche tremende di vento contrario ci respingono di qualche metro. Avanzare con la tavola nello zaino diventa un'impresa. Con caparbietà avanziamo fino ad un punto dove la neve riportata si era accumulata. Qui le ciaspole non portano e sfondiamo fino al ginocchio. Superare questi 10 metri con forte vento contrario diventa quasi impossibile. Nel frattempo molti scialpinisti risaliti dal Misanco scendono da questo lato. Chiedo: "come mai?"..."beh, di qui c'è la pista!!!!"...non ho parole.
Arrivati in cima la visibilità è pessima. Individuiamo la linea di salita e ci buttiamo dentro. C'è tanta neve e poca pendenza. Avanzare diventa difficle se non si sta in traccia. Prima discesa un po' ravanosa con diversi togli e metti ma assolutamente divertente.

C'è ancora tempo per una seconda risalita. Arrivati in cima il cielo si apre illuminando il Cazzola spazzato dal vento.

Qui la neve è ventata e dura in alcun punti permettendoci una facile risalita. In altri c'è accumulo molto sfondoso nonostante le ciaspole (come vorrei la mia split).
Ormai è tardi per fare il Cazzola. Preferiamo portarci sul dosso che domina la discesa per il Misanco da un lato e la val Buscagna dall'altro.

Quest'ultima sembra davvero invitante...ma con un piattone finale che preferiamo non sperimentare. Decidiamo di replicare la discesa tenendoci molto più a sinistra dove la pendenza rimane più continua. Ottima discesa slalomando tra i pini fino all'alpe Misanco. Da qi la neve è diventata cemento e siamo al lumicino come forze. Rientriamo stanchi ma soddisfatti dell' aver combinato un po' d'impianti con un po' di ciaspole.


N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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