lunedì 13 febbraio 2012

Quando pericolo 2 vuol dire....occhi aperti!!!

Dopo i 3 giorni sull'Etna avevo perso un po' il filo della situazione. Avevo letto report che descrivevano nevi incredibili e tanto freddo. Mi ero completamente perso il vento di questa settimana. Vento forte e tempestoso che ha scombussolato tutto.
Venerdì, un po' all'ultimo, leggo un po' di relazioni per cercare d'indovinare la gita. Inizialmente volevo fare il Pesciora, non per trovare polvere, ma per fare una gita lunga, impegnativa e di soddisfazione. Poi il bollettino svizzero che ha innalzato il pericolo da 2 a 3 senza nuove precipitazioni ma solo per i venti forti che da nord hanno trasportato la neve sui versanti a sud (ovvero proprio dove volevo salire) mi fanno desistere.
Leggo fra i tanti un bel report sul Coll Champillon in Valpeline. Perchè no. Ci si organizza con i pochi sonowboarder rimasti (Giorgio e Tommy), Simo e Filo (skiers già conosciuti a Oga) e altri 3 ragazzi ex SA2 Righini.
Si parte tardi ma non è un grosso problema viste le temeprature gelide. Purtroppo (o per fortuna) si cambia gita all'ultimo preferendo la spalla dello Tza per la Cresta Tardiva visto che alcuni saliti al sabato riportano un po' di farina nel bosco. Mi spiace cambiare gita all'ultimo visto che non ho la possibilità di farmi un'idea su dove andare, non ho il tempo di scaricare la cartina e impostare il gps...insomma mi ritrovo un po' a rimorchio in una zona che non conosco...e non mi piace.
Il viaggio fila via veloce. Parcheggiamo a Buthier scaldati da un timido sole che filtra tra le velature. Ci sono pochi altri scialpinisti. Salendo i tornanti già si vedono delle chiazze erbose, segno che il vento ha eroso fino al terreno.
Mi preparo con calma. Oggi è l'occasione per provare il nuovo gancio Spark per le pelli. Fisso la punta e inizio a far aderire la pelle sulla soletta. Arrivato in fondo tiro il gancio e incastro il tutto. Bene, mi sembra che tutto funzioni. Dopo i problemi di ripellaggio sull'Etna, questo mi sembra un sistema più affidabile in vista delle gite SBA2.
Si parte su un bel pratone gelato. La neve è dura, crostosa ma non sempre portante. Inoltre s'è formato un velo (brina forse) che fa scivolare le pelli. Insomma parto subito in sordina, con le pelli che tendono a scivolare. Non ho voglia di montare subito i coltelli...tengo duro e procedo a testa bassa. Ma oggi non ce n'è. Ho il karma contro. Mi sento stanco e spompato (forse i 10 km a medio di ieri mattina mi hanno segato le gambe). Mi ritrovo indietro mentre la carovana procede spedita.

Finalmente prendo un po' il ritmo. Inoltre il panorama merita sempre qui in Vallè...anche se mi sento completamente disorientato. Il sole è a sud...ma perchè si trova lì???? Ma allora che cime sono quelle??? Il gps mostra una traccia su fondo bianco...inoltre la bussola è da ritarare e il tutto non mi aiuta.
In lontananza alcune nubi sembrano minacciare il pomeriggio...per fortuna sfiorano solo le altre cime.

Ora la traccia è leggermente migliore e fatico meno. Certo la split fatica a stare dentro la pista ma si và bene. Anche gli skier iniziano a slittare, segno che questa condizione è davvero infida.

Finalmente si entra nel bosco. Qui le cose cambiano. O meglio, qui è rimasta un po' di farina nonostante ci siano diverse placche segno che il vento ha tirato davvero forte.
La temperatura precipita. Il tiepido sole permetteva una risalita in maglietta...ma ora conviene coprirsi perchè si gela. Alcuni si attardano perchè le pelli si staccano.
Simone è in fuga...ma anche Giorgio e Tommy oggi viaggiano spediti e veloci

Usciamo dal bosco e siamo in vista del ripetitore. Davanti a noi un canalino invitante...ma una vera trappola (il vento che spirava dal fianco destro lo ha caricato per bene creando un lastrone duro di 5 cm sopra una neve inconsistente).

Lo passiamo uno alla volta in un punto piano e sicuro, per poi prendere la cresta laterale che rimaneva più spelata ma più sicura.
Più sicura è una parola grossa visto che a destra presentava uno strapiombo di un centinaio di metri a picco sulla valle laterale. Con vento forte il rischio d'essere sbilanciati giù di lì (soprattutto per i tavolari) sarebbe alto.

Qui non si può sbagliare. Perdere l'aderenza vorrebbe dire rischiare di scivolare giù senza controllo. Quando la pendenza s'impenna e la neve risulta molto più dura e ghiacciata decido di montare i coltelli.
Ma dove li ho messi??? No...li ho lasciati appoggiati sul guard-rail dove mi sono preparato!!!
Per fortuna mancano pochi metri al colle. Decido di staccare e procedere a piedi forte del grip dei miei TLT5. Adesso capisco perchè il mio istruttore della Righini (P.L.) insista sull'utilizzo dello scarpone da scialpinismo al posto dei soft in ottica di sicurezza. Questa neve con i Driver X sarebbe impossibile da risalire a piedi se non con dei ramponi o con le ciaspole...ma con lo scafo in plastica e la punta l'appiglio è davvero saldo.
Arriviamo al colle ma proseguire risulta davvero inutile viste le condizioni.

Sotto di noi il percorso di discesa "classico". Liscio e invitante.

Ma non bisogna tuffarsi alla cieca...il bollettino "minimizzava" il grado di pericolo con 2...ma leggendo bene si scopre di come il vento abbia creato insidiosi accumuli. Non ultimo, verificato il bollettino sul posto, ci rendiamo conto che nei punti sottovento, anche se la pendenza è inferiore a 30°, ci sono delle lastre di marmo non portanti pronte a staccarsi e partire a 100km/h...tranciando le gambe.
Già dove siamo noi, in cima e in piano, si spacca una lastra dimostrando come oggi bisogni stare particolarmente attenti.

Ci prepariamo a scendere. Sarebbe bello rimanere a gustarsi il panorama mozzafiato ma il venticello gelido si fa sentire.
Ad ogni modo la vista spazzia sull'interà Valle D'Aosta da un lato...

...e dall'altro.

Il primo pezzo di discesa è crostoso e infido. Si scende in sicurezza fino al bosco. Io e Giorgio ci spostiamo più a destra dove c'è un valloncello tra i pini che potrebbe risultare più riparato.
Ma nulla...crosta anche qui. Scendiamo ancora e finalmente troviamo la farina. Da qui in giù bella neve che ci permette di tirare belle curve...inoltre nel bosco è sempre bello cercare la propria linea vergine tra i tronchi e abbozzare qualche salto sulle gobbe.
Purtroppo il freddo congela la mia macchina fotografica...quindi niente foto, anche perchè il lungo boschetto ce lo divoriamo in pochi secondi.
In basso si esce sui prati crostosi...ma tenendo la destra troviamo ancora bella neve. L'intersezione con la strada forestale è l'occasione per fare dei bei saltoni. Poi basta...fuori dal bosco è crosta dura e sassi da evitare, anche se per pochi metri.
Al parcheggio i coltelli sono lì dove li avevo appoggiati (per fortuna)...

ma quando sfilo lo zaino mi accorgo di aver perso un bastoncino...oggi ho proprio il karma contro...ma, tutto sommato, è stata una gita carina in ottima compagnia!!!

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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