martedì 6 marzo 2012

Pizzo Rotondo Val Bedretto – SBA2

Seconda gita SBA2. Seconda nuvoletta di Fantozzi prevista per domenica a rovinarci il w-end. Ci mancava proprio questa!!! Dopo 15 giorni di caldo anomalo che ha sciolto ed evaporato la poca neve in giro, speravo in una gita “alta” in cerca di buon firn, ma le condizioni previste mi fanno pensare ad un forno per sabato e una pista di pattinaggio dura ma grumosa per domenica!!!
Però non demordiamo. Confermiamo la gita in Val Bedretto sperando di rimanere in mezzo alle due perturbazioni in arrivo sia da est che da ovest.
Sabato partenza molto comoda. Arriviamo All’Acqua verso le 11.30. La neve è già molto sfondosa e nessuno vuole “battere” per primo. Con Leo iniziamo a cazzeggiare e perder tempo facendo andare avanti gli altri per poi rubargli la scia.
Usciamo presto dal boschetto. Davanti a noi un ripido dosso e un valloncello incassato e valanghivo. Meglio stare sul dosso meno esposto a scariche dall’alto vista l’ora, il caldo e la neve marcia. Purtroppo prendiamo una valletta laterale meno pendente ma incassata dove l’aria non passa e le pareti riverberano il sole come in un microonde.

Sopra ho una maglia leggera a maniche corte che mi fa respirare, ma sotto, incerto per il freddo previsto l’indomani, ho il pantalone a guscio e la calzamaglia…ora il perché non avessi riposto la calzamaglia nello zaino per indossarla il giorno dopo invece che fare la sauna non è da chiedersi….so che questa superficialità l’ho pagata cara arrivando in rifugio completamente fradicio.
Ore 13.00. Sdraiarsi al sole con una birra in una mano e un panino di carne salada, burro di malga e formaggio nell’altra è un momento perfetto. Peccato che ci si debba esercitare con picca, ramponi più ricerca arva di gruppo.

A malavoglia ci alziamo e proviamo i passi a quadrante nella neve sfondosa. Non rende l’idea della risposta del rampone sul duro ma esercitarsi in vista di domani sarà fondamentale.
Proviamo la manovra di auto arresto con la picca ma scivolare sulla neve marcia che s’infila ovunque crea situazioni bizzarre e ridicole. Dopo un’oretta siamo belli cotti ma bisogna concentrarsi ancora per la ricerca di gruppo. Come sempre quest’esercizio mi fa riflettere su quante variabili bisogna considerare e quante operazioni compiere e coordinare nel modo corretto nel minimo tempo possibile. Ad ogni modo finiamo all’imbrunire nonostante gli schiamazzi e le interruzioni di un gruppo di svizzeri-francesi completamente ubriachi fin dalle 15.00. Entriamo in rifugio un po’ bellicosi, ma il clima si distende…iniziano a bere anche noi.
Ecco 4 birre medie la sera prima di una gita sono un po’ troppe. Meglio andare ad acqua (anche se costa 8 euro!!!).
Nottata convulsa tra il freddo tipico di una stanza non riscaldata prima, e il caldo-umido della stessa stanza con 7 persone e porta chiusa poi…mi risveglio quasi bagnato, per non parlare del “profumo”.
Verso le 5.00 mi alzo per prepararmi con calma. Fuori nevischia. Ore 6.30 partenza e siamo già in ritardo sulla tabella di marcia.

Per fortuna la neve sembra ben rigelata nonostante il non-freddo. Le nuvole iniziano a diradarsi e traspare una pallida alba dalle creste a est.
Subito un bel dosso ripido. Inutile dire che monto subito i coltelli. Neve dura con 1 cm di neve fresca e tracce di discesa rigelate. Il peggio del peggio. Meno male che Leo mi ha insegnato come fare correttamente il voltamaria permettendomi uno zigzag più sicuro. Ad ogni modo il pendio s'impenna ed ora mi sento abbastanza precario. Anche gli istruttori nonostante gli sci, i rampant e 30 anni d’esperienza in più, faticano. Cero, addirittura, si toglie le ciaspole e sale dritto per dritto forte dei suoi scarponi hard. Io ringrazio, tolgo la split e sfrutto le sue peste per risalire facilmente dosso e traverso. In alcuni casi è inutile incaponirsi e cercare di dimostrare che si è capaci di salire con le sole pelli…meglio risparmiare stress e salire su dritti per dritti.
Dopo il traverso la situazione migliora nonostante la pendenza rimanga sostenuta. Oggi le ciaspole vanno forte su questa neve dura e i ragazzi tiran su dritti alla “bergamo-style” mentre io inseguo Leo che si allarga fiutando una traccia più dolce.

Siamo a metà gita. Sbuchiamo in vista del passo. La cima sulla destra. Il sole e la solitudine. Una situazione sublime. A sud incombono le nubi bloccate dallo sbarramento delle alpi ticinesi.

Anche questa volta siamo stati premiati.
Mancano 200 metri. I due gruppi si separano. Mentre con Leo studiamo la traccia più diretta...

...gli altri si allontanano verso il passo su una linea più dolce. Inizialmente l’invidio ma la nostra traccia più ripida paga mentre loro si portano larghi sul dolce dosso.

Inizia a fare un bel caldo. Manca poco al deposito sci e il canale inizia a farsi vedere.

Finalmente siamo al deposito sci. Le ultime inversioni fatte sbrigativamente le ho pagate scivolando un po’. Mi sono innervosito e ho voglia di preparare la tavola per la discesa, mettere i ramponi e salire.
Mi giro e il panorama subito mi rasserena.

Ci siamo. Tutti in fila, ramponi e picozza, pronti per la nostra "prima volta": 190mt di canale a 45° in neve dura. Saliamo frontali.

Cero invita a stare in piedi ma un po’ per strizza un po’ per comodità, aiutandomi con le mani, mi trovo meglio. Quando capita di salire a gradoni effettivamente si sale più rapidi e con meno sforzo, ma se devo puntare preferisco essere ancorato su quattro punti.
Alcuni “sentono” la pendenza soprattutto se ci si volta a vedere il panorama.

Personalmente io no, mi sento sicuro e a mio agio, almeno ora in salita.
Proseguiamo oltre un salto di roccette e poi per il canale bel innevato. Ad un certo punto gira a destra per un secondo ramo. Di qui fino ad una selletta.

Mancano solo 20 metri di scalata facile su rocce ma molto esposta. Quindi si mette una corda fissa e ci si prepara a salire legati. Purtroppo perdiamo un po’ troppo tempo e nell’attesa ci ghiacciamo. Ne approfitto per mettermi piumino e guscio. Nel frattempo le nubi sfondano e in breve le nebbie ci avvolgono. Ci si chiede se ne valga la pena continuare. Ma manca così poco.

Salgo. Scalare su roccia con i ramponi richiede una sensibilità particolare. Le punte si fissano bene e i facili appigli mi portano in poco tempo in vetta.
Ebbene si!!! Ne valeva la pena, perché la gioia esplode in tutti noi nonostante le nubi ci avvolgano quasi completamente.

Foto e saluti di rito e ci si prepara per la discesa.
Qui le cose cambiano. Tutti scendono bene, fermi e sicuri. Io no. Soffro. Sicuramente il primo pezzo su roccia fatico a trovare gli appigli per i piedi, sono teso. Poi nel canale si scende facilmente su comoda traccia. Qui non ho più paura ma non me la sento di andare forte. Non ho voglia d’inciampare anche se la neve, ora più marciotta, è molto più sicura. In compenso non si vede una mazza.

Siamo fuori. Ci si prepara alla discesa ma le gambe le abbiamo lasciate nel canale. Inoltre la neve è rimasta dura e disomogenea con quella luce piatta che non fa scorgere la forma della superficie. Per fortuna le nuvole sono rimaste alte.

La discesa è comunque divertente cercando di trovare zone più lisce dove la tavola reagisce bene.
Salutiamo il canale puntando ad un secondo.

Circondiamo il passo cercando di non perdere quota. Gianfranco và in avanscoperta. Con Ale e Luca già ci prepariamo alla risalita fiduciosi di trovare bella neve ed evitare il rientro per l’infame traverso. Arriva l’ok e, con rinnovata energia, si sale.
Dal colle si presenta il bel canale con buona pendenza non eccessiva.

Aspetto lungamente il mio turno. La neve è smollata ma le gambe non consentono di andare a 200/h…quindi opto per una discesa più controllata e comunque divertente.
Alcuni puntano alla Capanna mentre noi scendiamo giù diretti beccandoci i pendii migliori e buona pappa pesante ma sciabile. O meglio surfabile. L’unico modo è far andare la tavola con curve lunghe ad alta velocità. Si fa una fatica bestiale ma si viaggia. Nella parte bassa ci sono un po’ di dossi per abbozzare bei drop. Bella discesa anche se non memorabile. Ora ci si ritrova alle macchine per l'immancabile festa di fine gita con taralli, salame e l’immancabile birra (ma non dovevo smettere???).

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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