lunedì 23 aprile 2012

Palù - finestra sbattuta in faccia - SBA2

Siamo ben oltre la metà di aprile...dopo un Marzo disastroso, caldo e secco come il deserto ci si ritrova sommersi dalla neve come mai nemmeno negli inverni più piovosi era mai capitato.
Fino a ieri (forse per le ultime due stagioni) c'era una bolla anticiclonica che si spostava un po' qui un po' là...come la coperta corta ogni tanto faceva passare qualcosa ma in definitiva il "grosso" lo relegava a nord delle Alpi...ecco mi sono distratto, già con i pensieri alla primavera, alla bici nuova e ai preparativi vari e sempre più imminenti...e non mi sono accorto che la bolla è scoppiata...o meglio...mi sono accorto che a Milano è tornata la pioggia, quella vera, quella che mancava almeno da novembre. Ed è tornato il freddo. Chissà cosa capiterà in montagna...capita che nevica...magari dai 1500, 1700...2000 metri ma nevica a tutto spiano!!!
Ora il problema è trovare una finestra di sole per poter programmare una gita e non trovare uno spot con ancora neve per poterla effettuare.
L'ultimo impegno SBA2 non si può più rimandare e proviamo a cogliere l'occasione: sabato sole sul Bernina incastonato tra due perturbazioni...ottima occasione per salire in cordata su un ghiacciaio maestoso e mettere la ciliegina conclusiva su una torta davvero abbondante e piena di soddisfazioni (non credo solo per noi allievi).
Si và. Optiamo per dormire direttamente al Passo a 2300 metri. Scelta azzeccata. Nonostante una notte non proprio rilassata (pizzoccheri indigesti o Manuel agitato???) oggi mi sento riposato e in forma. Abbondante colazione e alle 8.00 siamo pronti per salire. Ci sono -10 gradi e 30 cm di neve farinosa già nel parcheggio. Pochi freerider in giro si godranno e spartiranno un ricco bottino. Viene la voglia di fare il giornaliero. Ma abbiamo corde e picche nello zaino con un obbiettivo importante. Salendo ci raggiungono i mugolii di chi, sotto di noi, sta aprendo prime linee da sogno.
Usciamo sul piazzale sotto un caldo sole. Davanti la meta e 200 metri di neve polverosa come antipasto per arrivare sul ghiacciaio.

Mamma che roba!!!! Polvere invernale, freddissima.
A questo punto la carogna cresce e le forze per arrivare in cima si moltiplicano. Ci leghiamo e partiamo seguendo la traccia appena battuta.
Per fortuna ci sono 10 bergamaschi esagerati che dal parcheggio della funivia hanno già battuto traccia fin qui...e stanno proseguendo filati a battere davanti a noi.

Seguiamo sul falso piano senza problemi. Qui la pendenza è dolce e si prosegue bene. La nostra cordata è in testa e, forti di una split, un paio di sci e delle gambe del Fieus, stiamo distaccando gli altri.
Arriviamo al cospetto del primo nodo di seracchi e la situazione si fa subito seria.

Il vento che inizialmente spennacchiava le cime si è abbassato e si sta incanalando nella parte sommitale spostando molta neve.
Il problema non è tanto sul ghiacciaio quanto dalle pareti di roccia laterali che fungono da raccoglitori. Si caricano fino ad un limite, poi scaricano e ricominciano a caricare neve fino alla scarica successiva. Due davanti a noi sostano per 5 minuti buoni allo sbocco di un canale che di lì a poco a buttato fuori una massa di neve pazzesca.
Ci portiamo in mezzo ai seracchi.

Siamo in balia del vento che sposta la neve e ricopre le tracce. La musica cambia. Devo ribattere la traccia...ma il problema è trovarla!!! Sondo con la bacchetta e vedo dove sprofonda meno. Avanzo abbastanza agile ma il vero problema è che ne io ne Gianfranco riusciamo a schiacciare la neve a sufficienza...e Giorgio con le ciaspole fa una fatica bestiale. Sprofonda oltre il ginocchio. Lo stiamo trainando. Per gli altri dietro di noi anche peggio.
Stiamo perdendo un sacco di tempo e forze per superare pochi metri. Capiamo che sicuramente oggi la cima è fuori portata.
Iniziano a scendere gli sciatori. Bisogna andare giù dritti perche c'è troppa neve. Qui almeno 1 metro!!!


Sono costretto a battere fuori traccia e sprofondo con tanto di mezze tavole. Qui per Giò è un calvario. Arrivano Ale, Vesco e Leo a darci il cambio. Ma non provengono molte speranze dagli sciatori che incrociamo, troppa neve, troppo vento e dopo il secondo nodo di seracchi, passato il pianoro, la pendenza schizza sopra i 30° gradi...Siamo veramente di gran lunga oltre il limite.
Davanti una barriera di ghiaccio imperiosa.

Ai lati buchi e blocchi di ghiaccio giganti ci fanno sentire lillipuziani al loro cospetto.

Finalmente guadagniamo il pianoro. Ci si concede una pausa, un po' di the caldo e una barretta. Il vento si è calmato e valutiamo di arrivare fin dove si sono spinti i bergamaschi.
All'improvviso come uno che, entrando in una stanza buia, accende la luce e ne rimane abbagliato, si alza un vento furioso. Tira dritto dalla cima della montagna verso di noi. C'investe in pieno. Ci schiaffeggia il viso.

Dopo un timido tentativo decidiamo di fare dietro front.
Non si vede a un palmo. In mezzo a buchi grossi come case non è il massimo. Sono ben contento d'essere legato. La traccia è stata cancellata. Scendiamo piano, troppo piano. Gianfranco preferisce dare l'ordine di mettere le tavole. Mi sembra d'essere in mezzo ad un uragano. Tolgo le pelli che volano ovunque. Provo a domarle e metterle via. Ricompongo la tavola e allaccio gli scarponi. Ho lo zaino pieno di neve. Ho ogni minima fessura piena di neve. Ho le mani congelate, quasi rigide. Non vedo l'ora di togliermi di qui.
Per fortuna dopo pochi metri usciamo dal white-out. Da qui sciata ipercontrollata in traccia ma su ottima polvere fino alla base della parete.
Ci si può rilassare un momento. Giusto il tempo di girarsi e godere delle nostre tracce.


Continuiamo lungo il Morterasch poco inclinato e un po' banale...ma non bisogna sottovalutare il pericolo. Anche nel piano più ampio e regolare ci sono dei buchi imbarazzanti.
Ci portiamo sotto l'Isola Persa. Qui è rimasta una bella lingua di powder da godere tutta slashando sul bordo dei crepi!!!

Pianone finale.
Ai lati crepi pazzeschi. Neve più trasformatella e comunque divertente.
Anche qui poco relax...bisogna stare attenti a diversi buchi qua e là...

fino alla bocca del ghiacciaio...una paretona di 20 metri dove tutto termina. La morena lasciata scoperta ci dice che una volta lo spessore era più che doppio.

Finalmente possiamo mettere via le picche e mangiarci un panino al sole.
Stradino finale un po' infame (ma nemmeno troppo con i bastoncini in mano) fino al mitico trenino

Lunedì. Riguardo le foto e riassaporo i ricordi di un posto davvero epico. Ci abbiamo provato a cogliere la finestra di bel tempo ma questa ci si è richiusa in faccia. Ci sta. Adesso aspettiamo che trasformi e si stabilizzi per bene. Per una cima del genere bisogna che meteo, neve e partecipanti siano tutti al top. Qui davvero non si scherza.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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