sabato 17 novembre 2012

Si parte con poca "Formazza"

Finalmente ci siamo. Le nuvole di Fantozzi che rovinano il w-end si sono diradate (anche troppo visto il caldo di questi giorni), La neve c'è. O meglio sembra esserci. Ma i vari siti che monitorizzo non sono ancora operativi e non si capisce bene da che quota sia continuo il fondo. Poi su SLF si vede una bella chiazza scura che segnala il maggior innevamento a 2000 mt...la riconosco quella zona, è la val Bedretto. Ma davanti c'è la Formazza che, essendo italiana, non viene contemplata dagli “Sfizzeri”. Vista l’esposizione credo proprio che abbia preso la maggior parte delle ultime nevicate. Deciso, si va a Riale. Per fortuna il buon Marzio mi anticipa di un giorno e dal suo report sembra che la materia ci sia. Battezzo il Corno Brunni che può essere salito, e disceso, sia da sud che da nord. Inoltre sembra una gita facile adatta per iniziare la stagione. Con zero T° a 3000 spero proprio di trovare neve assestata e trasformata...anzi, spero di trovarne!!! Fino a qualche chilometro da La Frua lo spettacolo è puramente autunnale, fatto di splendidi pini dalle sfumature infuocate. Finalmente a Riale c'è neve. Ma non troppa e se non fosse per la mulattiera i primi 300 metri sarebbero da spallare.
Per fortuna ho portato la prima split autocostruita...declassata a split da sassi (povera). SI sale su neve dura e rigelata. La stradina è comoda ma non si arriva più. A parte qualche fondista non trovo nessuno. La montagna in solitaria ha un suo fascino particolare. I pensieri che fino a ieri sera si affollavano ora sono sbiaditi come la neve attorno a me. La luce del mattino inizia a irrompere nella valle ancora assopita come acqua che sgorga in una coppa vuota. Le cime si accendono e lo spettacolo è notevole.
A 2000 metri la copertura è tanta e continua ma, soprattutto, nelle zone in ombra o riparate è piacevolmente e inaspettatamente morbida. Per un momento mi pento di non esser salito al Nefelgiù...ma ci sono grossi distacchi spontanei con la stessa esposizione...meglio fare una gita tranquilla.
Arrivato al rifugio Maria Luisa le tracce proseguono dritte ma io devo girare a sinistra verso l'alpe Valloggia e poi su. Tutto vergine. Tutto da tracciare. Bello se fossi in forma. Ma ormai tra lavoro, moglie e...altro non è rimasto troppo tempo per allenarsi.
Mi sa che devo riprendere perchè sono veramente distrutto. Inoltre questa maledetta bellissima gita non finisce più. Sono a quota 2700 davanti al lago Brunni, dopo aver aggirato il corno sud per puntare alla cima ma traversi infiniti, valloncelli e dossi, neve fonda mi hanno reso esausto.
Inizia ad esser tardi e da quel che vedo manca ancora 1 ora. Però rientrare sulla via di salita vuol dire riattraversare a mezza costa e risalire almeno un paio di volte. Insomma non proprio da snowboarder. Però posso tirare dritto verso il lago e quando finirà la neve scenderò a piedi. Detto fatto m'infilo in una serie di valloncelli con ottima neve fonda dove togliersi un po' di ruggine.
Pensavo peggio dopo tanti mesi di stop e, soprattutto, l'uso dello scarpone skialp con lo stance largo pensato per i soft boots. Mi sono disarticolato anche e ginocchia ma, in qualche modo, sono sceso bene. Il terreno è bello e articolato e merita sicuramente di tornare con neve migliore. Verso i 2200 mt dove i pendii ripidi hanno preso molto sole, tra valanghe di fondo e neve appena appena rammollata la discesa si trasforma in sopravvivenza. Verso i 1900 mt ai grumi valanghivi si sostituiscono chiazze d'erba da evitare o saltare!
Insomma non una discesa epica ma, comunque, bella e interessante per via degli ostacoli naturali. A 100 metri dalla diga sono costretto a scendere a piedi sul sentiero. Per fortuna c'è una bella stradina innevata che riporta a Riale...anche se dista oltre 1 km!!!
Purtroppo ho mancato la cima ma poco importa. Rimettersi sugli assi a novembre e non in uno scontato Breithorn (sia del Sempione che di Cervinia) non ha prezzo. Adesso c'è un altro sassolino...salire il Corno Brunni da sud e scenderlo da nord...niente di difficile ma è una gita che vale sicuramente la pena di portare a casa. N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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