lunedì 14 gennaio 2013

Following the White Rabbit – Part II – (Rossbodenstock)


Gita Epica. Giornata Epica. Compagnia Epica.
Sabato siamo diretti ad Andermatt. Sono caduti dai 20 ai 50 cm di neve, non ha fatto vento (troppo) ed è rimasto freddo. Insomma è la giornata giusta per fare finalmente il Rossbodenstock. Il gruppo è nutrito. Alle 6.30 in DeAgostini ci mischiamo ad altri 50 skialper diretti in vari luoghi. Cedric và a far cascate. Manuel anche lui in direzione Andermatt ma con altri progetti. Noi (Ale, Luca, Cri, Chiara, Davide e Piffa) siamo decisi per il Rossbodenstock. Usciti dal Gottardo una fitta nebbia ci fa dubitare…tornare in Val Bedretto? No, dai il meteo da miglioramento…scommettiamoci. Già al parcheggio di Andermatt le nubi iniziano a dissolversi. Di lì a poco l cielo sarà terso, illuminando pendii immacolati.
Alla stazione di Andermatt incontriamo Franco e Astrid con altri due amici. Anche loro sulla stessa gita. Buon segno. Prendiamo il trenino svizzero gremito di gente. All’Oberalppass scendiamo insiemead una fiumana di freeskier. Attorno già numerosi pendii sono tritati (ma quando hanno iniziato, di notte???) ma le possibilità sono infinite. Ci sono già numerosi trenini che iniziano a tracciare in diverse direzioni. Noi partiamo in direzione di un simpatico “faro” (????).

Davide (neo splittaro) parte a bomba. Fatico a tenere il passo. La trincea è ben scavata e si avanza bene. Anche le ciaspole non affondano più di tanto. Ogni tanto ci sono dei pezzi dove si raspa il fondo duro e scivoloso. Con gli hard non si fatica troppo ma lui con i soft lo vedo che bestemmia…e i rampant? In macchina…
Continuiamo a salire superando un gruppo di svizzeri che ci fanno un po’ da tappo. Mi guardo attorno e mi perdo nell’intonsitè…

Dico a Davide che siamo partiti troppo forte. Ok che sono solo 800 metri ma non si sa mai…metti che siamo costretti a risalire o cambiare gita…meglio tenersi un po’ di margine, anche solo per godersi la discesa.
Come volevasi dimostrare…arrivati al colletto sotto il Pazolastock vediamo Franco&Co. che spellano per gustarsi 650 metri di polvere in direzione del rifugio per poi risalire al Rossboden da dietro. Vuoi non seguirli??? E di colpo trasformiamo una tranquilla gita +800 -1400 in una super gita +1400 -2000!!!!
Ovviamente i ragazzi non sono molto convinti del cambio in corsa…c’è da dire che la cresta verso il Rossboden è lunga, relativamente facile ma non banalissima…e non tutti abbiamo i ramponi…
Insomma si convincono e meno male, perché già questa prima discesa è da paura!!!

 
Con Ale non aspettiamo…gli svizzeri incalzano…noi partiamo e ci godiamo ampi spazi e una neve super!!!

Terminiamo giusti giusti al sole. Questa volta ho fatto tesoro delle risalite precedenti e mi sono tenuto le pelli sotto il pile oltre ad aver con me il nastro americano e una pezza di microfibra per asciugare la soletta.
Strategia perfetta…peccato che Davide e Chiara non siano stati così “precisi” e le loro pelli andavano un po’ dove volevano…meno male per il nastro!!!
Bene, ricominciamo la risalita. Ripellare è sempre più faticoso. A parità di dislivello finale credo si spendano molte più energie…anche solo mentali. Ad un certo punto vedo tornare indietro il gruppo di Franco che ci precede. Bisogna passare in una goletta che accede al lago alla base del Rossbodenstock. Devo veramente ringraziarli perché ci hanno sempre “sorvegliato” da lontano oltre ad aver battuto traccia da qui fino al colletto finale.

Ormai ci siamo. Mi fermo ad aspettare Chiara e Davide un po’ più attardati. E meno male che mi sono fermato. Lei ha una pelle che non stava attaccata ed è salita comunque usando il rampante. Stoica!!!
Viva il nastro americano…ho già finito il rotolo!!!
Arriviamo tutti al colle. Qui le cose cambiano. Bisogna risalire un piccolo risalto misto di neve e roccia. Nulla di complicato ma se hai gli scarponi soft e senza ramponi può essere pericoloso. Inoltre è tardi e siamo tutti stanchi. Alla vetta mancano ancora 100 metri. Decidiamo di dividerci. Ale e Luca puntano alla croce (strano :-) mentre noi propendiamo per scendere da qui. Il tratto alto e tirato dal vento e non eccezionale. Ma a sinistra scorgo dei riccioli. Secondo me lì la neve è rimasta morbida. Monto i coltelli (impossibile fare senza) e mi porto il più vicino possibile in un punto molto ripido. Lancio dei pezzi di neve dura per capire lo stato del manto…rimbalza, è dura…rimbalza, è dura…sprofonda…ci siamo!!!
Creo una piccola piazzola dove sistemare la split e mi preparo avendo cura di non perdere nulla!!!
Parto su una bella neve poggiante su fondo duro. E’ molto variabile e bisogna essere pronti ai cambi repentini. Mi fermo in basso aspettando che scendano gli altri godendomi la linea…c’è spessore!!!

I ragazzi mi raggiungono. Da qui fino in fondo avremo di fronte a noi 1400 metri di polvere fantastica completamente vergine. Nessuno è passato di qui preferendo le altre discese. Mi tocca aprire per tutto il dislivello!!!!

I ragazzi scendono e godono. Chiara chiude. Ad un certo punto trova un cambio di spessore che la sbilancia in avanti facendole sprofondare le punte. Si schiaccia nella neve fonda. Sembra una cosa banale ma lo sci non si è sganciato torcendole il ginocchio. Forse si è rotta i legamenti (solo l’indomani sapremo che si è lesionata il collaterale). E’ dolorante, abbiamo appena iniziato la discesa ed è anche tardi!!! Temo ci sia da chiamare il soccorso. Ma lei è tosta. Stringe i denti e tiene duro. Decidiamo di non scendere fino in fondo ma di puntare alla stazione di Natchen per scendere sul sentiero battuto e poi con il treno.

Manca poco. Mi dispiace da morire ma non riesco a non godermi ogni singola curva. Chiara è una grande perché nonostante tutto è sempre con il sorriso stampato in faccia e non si è mai arresa.
L’ultimo vallone vergine. Apro cercando qualche saltino. Cri segue tenendo la scia. Finalmente raggiungiamo la pista all'imbrunire. Le sfumature del cielo sono eccezionali.

Raggiungiamo il parcheggio dove troviamo tutti (di lì a poco anche Ale e Luca scesi col buio!!!).
Giornata da incorniciare e gita che merita…magari prendendosi 1 ora d’anticipo prendendo il treno alle 8,27 e partire dall’Oberalpass alle 9.15 in modo da avere il giusto margine…con un gruppo forte e affiatato come il nostro, ma con tutta l’attrezzatura ok.
Devo tornarci con tre amici a cui l’avevo promesso…

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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