Gita Epica. Giornata Epica. Compagnia Epica.
Sabato siamo diretti ad Andermatt. Sono caduti dai 20 ai 50
cm di neve, non ha fatto vento (troppo) ed è rimasto freddo. Insomma è la
giornata giusta per fare finalmente il Rossbodenstock. Il gruppo è nutrito.
Alle 6.30 in DeAgostini ci mischiamo ad altri 50 skialper diretti in vari
luoghi. Cedric và a far cascate. Manuel anche lui in direzione Andermatt ma con
altri progetti. Noi (Ale, Luca, Cri, Chiara, Davide e Piffa) siamo decisi per
il Rossbodenstock. Usciti dal Gottardo una fitta nebbia ci fa dubitare…tornare
in Val Bedretto? No, dai il meteo da miglioramento…scommettiamoci. Già al
parcheggio di Andermatt le nubi iniziano a dissolversi. Di lì a poco l cielo
sarà terso, illuminando pendii immacolati.
Alla stazione di Andermatt incontriamo Franco e Astrid con
altri due amici. Anche loro sulla stessa gita. Buon segno. Prendiamo il trenino
svizzero gremito di gente. All’Oberalppass scendiamo insiemead una fiumana di
freeskier. Attorno già numerosi pendii sono tritati (ma quando hanno iniziato,
di notte???) ma le possibilità sono infinite. Ci sono già numerosi trenini che
iniziano a tracciare in diverse direzioni. Noi partiamo in direzione di un
simpatico “faro” (????).
Davide (neo splittaro) parte a bomba. Fatico a tenere il
passo. La trincea è ben scavata e si avanza bene. Anche le ciaspole non
affondano più di tanto. Ogni tanto ci sono dei pezzi dove si raspa il fondo
duro e scivoloso. Con gli hard non si fatica troppo ma lui con i soft lo vedo
che bestemmia…e i rampant? In macchina…
Continuiamo a salire superando un gruppo di svizzeri che ci
fanno un po’ da tappo. Mi guardo attorno e mi perdo nell’intonsitè…
Dico a Davide che siamo partiti troppo forte. Ok che sono
solo 800 metri ma non si sa mai…metti che siamo costretti a risalire o cambiare
gita…meglio tenersi un po’ di margine, anche solo per godersi la discesa.
Come volevasi dimostrare…arrivati al colletto sotto il
Pazolastock vediamo Franco&Co. che spellano per gustarsi 650 metri di
polvere in direzione del rifugio per poi risalire al Rossboden da dietro. Vuoi
non seguirli??? E di colpo trasformiamo una tranquilla gita +800 -1400 in una
super gita +1400 -2000!!!!
Ovviamente i ragazzi non sono molto convinti del cambio in
corsa…c’è da dire che la cresta verso il Rossboden è lunga, relativamente
facile ma non banalissima…e non tutti abbiamo i ramponi…
Insomma si convincono e meno male, perché già questa prima
discesa è da paura!!!
Con Ale non aspettiamo…gli svizzeri incalzano…noi partiamo e
ci godiamo ampi spazi e una neve super!!!
Terminiamo giusti giusti al sole. Questa volta ho fatto
tesoro delle risalite precedenti e mi sono tenuto le pelli sotto il pile oltre
ad aver con me il nastro americano e una pezza di microfibra per asciugare la
soletta.
Strategia perfetta…peccato che Davide e Chiara non siano
stati così “precisi” e le loro pelli andavano un po’ dove volevano…meno male
per il nastro!!!
Bene, ricominciamo la risalita. Ripellare è sempre più
faticoso. A parità di dislivello finale credo si spendano molte più
energie…anche solo mentali. Ad un certo punto vedo tornare indietro il gruppo
di Franco che ci precede. Bisogna passare in una goletta che accede al lago
alla base del Rossbodenstock. Devo veramente ringraziarli perché ci hanno
sempre “sorvegliato” da lontano oltre ad aver battuto traccia da qui fino al
colletto finale.
Ormai ci siamo. Mi fermo ad aspettare Chiara e Davide un po’
più attardati. E meno male che mi sono fermato. Lei ha una pelle che non stava
attaccata ed è salita comunque usando il rampante. Stoica!!!
Viva il nastro americano…ho già finito il rotolo!!!
Arriviamo tutti al colle. Qui le cose cambiano. Bisogna
risalire un piccolo risalto misto di neve e roccia. Nulla di complicato ma se
hai gli scarponi soft e senza ramponi può essere pericoloso. Inoltre è tardi e
siamo tutti stanchi. Alla vetta mancano ancora 100 metri. Decidiamo di
dividerci. Ale e Luca puntano alla croce (strano :-) mentre noi propendiamo per
scendere da qui. Il tratto alto e tirato dal vento e non eccezionale. Ma a
sinistra scorgo dei riccioli. Secondo me lì la neve è rimasta morbida. Monto i
coltelli (impossibile fare senza) e mi porto il più vicino possibile in un
punto molto ripido. Lancio dei pezzi di neve dura per capire lo stato del
manto…rimbalza, è dura…rimbalza, è dura…sprofonda…ci siamo!!!
Creo una piccola piazzola dove sistemare la split e mi
preparo avendo cura di non perdere nulla!!!
Parto su una bella neve poggiante su fondo duro. E’ molto
variabile e bisogna essere pronti ai cambi repentini. Mi fermo in basso
aspettando che scendano gli altri godendomi la linea…c’è spessore!!!
I ragazzi mi raggiungono. Da qui fino in fondo avremo di
fronte a noi 1400 metri di polvere fantastica completamente vergine. Nessuno è
passato di qui preferendo le altre discese. Mi tocca aprire per tutto il
dislivello!!!!
I ragazzi scendono e godono. Chiara chiude. Ad un certo
punto trova un cambio di spessore che la sbilancia in avanti facendole
sprofondare le punte. Si schiaccia nella neve fonda. Sembra una cosa banale ma
lo sci non si è sganciato torcendole il ginocchio. Forse si è rotta i legamenti
(solo l’indomani sapremo che si è lesionata il collaterale). E’ dolorante,
abbiamo appena iniziato la discesa ed è anche tardi!!! Temo ci sia da chiamare
il soccorso. Ma lei è tosta. Stringe i denti e tiene duro. Decidiamo di non
scendere fino in fondo ma di puntare alla stazione di Natchen per scendere sul
sentiero battuto e poi con il treno.
Manca poco. Mi dispiace da morire ma non riesco a non
godermi ogni singola curva. Chiara è una grande perché nonostante tutto è sempre
con il sorriso stampato in faccia e non si è mai arresa.
L’ultimo vallone vergine. Apro cercando qualche saltino. Cri
segue tenendo la scia. Finalmente raggiungiamo la pista all'imbrunire. Le
sfumature del cielo sono eccezionali.
Raggiungiamo il parcheggio dove troviamo tutti (di lì a poco
anche Ale e Luca scesi col buio!!!).
Giornata da incorniciare e gita che merita…magari
prendendosi 1 ora d’anticipo prendendo il treno alle 8,27 e partire
dall’Oberalpass alle 9.15 in modo da avere il giusto margine…con un gruppo
forte e affiatato come il nostro, ma con tutta l’attrezzatura ok.
Devo tornarci con tre amici a cui l’avevo promesso…
N:B: PER AFFRONTARE UN
FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’
NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI
SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE
LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE
SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA
SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE
INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE
SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE,
ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
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