domenica 23 marzo 2014

Colle della Rossa @Grivola – SBA1

Ultima di SBA1 e dopo 20 giorni di sole pieno e incontrastato ecco che…una bella perturbazione!!!
Ma questa è sfiga…no, di più, questa è iella nera!!! Secondo me c’è qualcuno che l’attira…
Quindi saltano tutti i programmi (Ruitor dal rifugio degli Angeli inizialmente) e si cercano alternative.
Fino all'ultimo siamo incerti, poi una timida speranza. Sembrerebbe esserci una “finestra di bel tempo” domenica mattina.
Ormai siamo in ballo e sarebbe forse più complicato rimandare. Prenotiamo al Vittorio Sella sopra Cogne.
Sabato arriviamo con comodo. Non fa caldissimo ma nemmeno freddo. Cielo velato.
Iniziamo a risalire nel bosco su ripidi pendii. Il sentiero è già mezzo spelato, quindi optiamo per la linea diretta alla Bergamasca sfruttando le lingue di neve. Branchi di camosci ci guardano un po’ intontiti. Si chiedono cosa stiamo andando a fare. Forse anche qualcuno di noi. Ma bisogna crederci sempre.

Usciamo sul piano superiore dove lo spessore della neve è più importante. Manca ancora un bel pezzo al rifugio quando inizia a fioccare.
Ma bisogna crederci. Sarà tutta powder per domani (speriamo visto il ghiaccione che ci sarà per il mancato disgelo).
Saliamo sotto fiocchi sempre più grandi ma fa caldo. Letteralmente mi squaglio sotto al guscio. Guardo freneticamente il gps per capire quanto manca. Ma ecco un bel sasso e un incavo che si prestano a fare una bella truna. Disastro!!! Il sudore si ghiaccia all’istante. Mi metto su tutto quello che ho (piumino sempre a tiro). Ci manca solo di ammalarmi ancora.
Ci passano gli skiers puntando alle brande migliori (in realtà fermi anche loro dopo 50 metri), mentre noi ci accoccoliamo dentro la truna…

Nebbia bassa e umido quando sbattiamo contro il rifugio. Mi cambio al volo e subito giù verso una serie di birre crude al Genepy davvero notevoli.
 Il pomeriggio passa veloce. La cena ottima e le risate scorrono al pari del vino e degli ammazza caffè. Davvero momenti preziosi. Sarà la passione, la fatica condivisa, la magia della situazione, ma si creano delle alchimie davvero incredibili con persone speciali.
Secondo giorno. Nevica. Non si vede una mazza. C’è un po’ di delusione nel gruppo ma la montagna è così…imprevedibile. La finestra e più chiusa che aperta. Iniziamo a salire verso il colle. Poi vedremo.

Fuori 15-20 cm di farina su fondo durissimo. Nel traverso subito fuori i rampant che verranno comodi anche nel canale. La pendenza s’impenna. Le inversioni si sprecano. Nel tratto finale, stretto e ripido, diversi ragazzi s’inchiodano. Ci sono sassi che non fanno mordere bene il rampant. Si scivola. Bisogna fare delle aperture a 180° rimanendo in bilico. Leo guarda dall'alto. Umbi dal basso urlaccia. 

Alla fine, mentre i miei ragazzi passano agili, devo recuperarne uno accartocciato come lo shangai, un altro che gli tremavano le gambe e non riusciva a fare più le inversioni (dai saliamo a piedi, come avrebbero fatto Franco e Alessia di lì a poco…ma no, bisogna soffrire…quindi riattacchiamo gli sci ricevuto l’ordine, e me lo trascino al colle) e arrivo per ultimo anche se prima degli ultimi sciatori.
Mossa indovinata (il sorpasso) ci garantirà la prima traccia sull'altro lato: neve polverosa a go go.
Ci lanciamo. La visibilità è quello che è ma almeno si riescono a tirare belle curve su neve veloce.
I ragazzi sono in gran forma…si vede che godono!!! Almeno siamo stati ricompensati da tanta fatica…i panorami ce li teniamo per la prossima volta.

 Chiudo…giusto per godermi in pace le curve. Arrivo a fuoco su un dosso e tutti si sbracciano. Azz era una placca di roccia liscia. Freno ma ormai è tardi e ci cado sopra sbucciandomi gomito e ginocchio. Mannaggia davanti c’è un pendio strepitoso e immacolato. Franco ha scelto il lato destro per cui io e Manuel abbiamo tutto da tracciare. Sotto A. si è incrodata ma è ok. Aspettiamo ma non riparte subito. Arrivano gli skiers. Famelici. Vedono il pendio vergine. Sento la loro eccitazione. Temo che si possano lanciare a momenti. Eh no…via!!! Sfreccio in basso verso Franco, dietro Manuel, laggiù A. 

La foto la dice tutta, noi che scappiamo incuranti delle allieve in difficoltà…vabbè davanti a un pendio vergine non guardo in faccia a nessuno.
Cazziatone (ci sta)…Quindi retroguardia Aspettando che tutti siano ok. Comunque ancora diverse curve molto divertenti. Ma a volte ne bastano 3 fatte bene che valgono la giornata.
Più sotto tra sci persi e ritrovati, neve pacco e boschina malefica è stata una sciata di sopravvivenza, ma tutti arrivati a casa con quelle 3 curve nel cuore.

Grazie ragazzi, ci siamo proprio divertiti.

Video: 

1 commento:

Antonio ha detto...

ciao ho letto i vostri racconti di snow e freeride.
Anche io sono alla eterna ricerca di paesaggi ed itinerari lontani dalle piste ma tra un matrimonio e qualche figlio i miei fidi compagni di viaggio sono venuto mano a mano a mancare (in senso surfistico intendo)
Mi farebbe piacere aprirmi a nuovi gruppi. Se vi fa piacere il mio contatto è

mbee@libero.it

ciao
Antonio