Venerdì ore 17,45. “Ragazzi dai che mancano 15’ al week
end!!!”.
Sarà tutta la settimana che penso a questa gita. Dopo quella
del corso (sotto la neve) e il prossimo week end precettato dal compleanno di
Massimo, questo è IL week end per
fare qualcosa di bello, agognato da tempo. Dopo 2 tentativi falliti e tanta
voglia di chiudere questa gita, non potevo che non andare al Boshorn.
Venerdì ore 18,00. “Silvia come sei ammalata?”…vedo la gita
abortire per la 3° volta ancora prima di partire.
Pedalo verso casa e non nego che tra smoccoloni vari mi
sale la frustrazione. Non ci posso credere. Però…ecco l’idea geniale. “Mamma
puoi salire a tenere Massimo domani e dare una mano a Silvia?”
Lo so, lei è una santa ed io uno stronzo egoista…ma non
potevo mollare il colpo.
Sabato mattina partiamo con Ale, Mise e Nicola. Siamo belli
carichi. Tengo basso il piede sul gas…non vedo l’ora di arrivare
.
Come sempre ci sono molte persone su questa classica. Però
poche tracce di discesa ma, soprattutto, tracce in neve fresca. La smania sale.
Il cielo è già velato nonostante solo pochi chilometri prima ci fosse il sole e
cielo blu. Scena già vista. Meglio accelerare.
Oggi cambio di set up: Furberg appena sciolinata e puntale
Maruelli. Ci metto diversi minuti per fissare lo scarpone sul puntale. Non
comodo ne pratico. Ed ero anche in piano. Mi chiedo come andrebbe in condizioni
non favorevoli. Per contro, una volta fissato, è bello stabile e sicuramente
non si stacca sui traversi ripidi e duri dove c’è da spingere bene. Ancora
presto per capire se è meglio del puntale Dynafit o meno.
Rimontiamo la prima balza quando troviamo dei crateri grigi
e neve rigelata e crostata.
Non ci posso credere quando realizzo che sono colpi
di mortaio o cannone. Ricordo di commenti analoghi sul fatto che il Boshorn era
usato come poligono…ma in piena stagione skialp non pensavo!!!
Seconda balza. Le nuvole iniziano a trafilare da sud. Studio
bene l’uscita del canale diretto (masso quadrato) e sembra davvero una bella
linea. Purtroppo il vento da sud accumula proprio all’ingresso (bisognerà
bonificare) ma, soprattutto, le nuvole ci ricadono dentro.
Forse vale la pena la discesa normale.
Superiamo la seconda balza e ci portiamo a destra verso la
“buccia d’arancia”. Qui il vento cessa, c’è il sole e fa un caldo pazzesco.
Sembra di essere su un’altra gita.
Giriamo l’angolo e siamo sulla “buccia”…più di banana che
altro. 30/40 cm su fondo durissimo. Le pelli faticano a tenere e solo grazie
alla fida Furberg proseguo facilmente.
Siamo in vista dello spallone. Fin qui ero arrivato anche
l’altra volta. Nebbia che va e viene ma questa volta l’obbiettivo è la cima.
L’ultimo pezzo è davvero insidioso ma non voglio montare le lame per 50 metri.
Finalmente arrivo al deposito sci. 2h45’ in movimento…non
male. Ci cambiamo per la parte alpinistica.
Primo pezzo facile…diverse persone che salgono e
scendono…finchè arriviamo al punto chiave: una “facile” colonna a gradoni da
arrampicare in libera. Per me che non sono molto avvezzo, chiappette strette. Cedo il
passo ad Ale che mi condurrà sia in salita che in discesa (grazie).
Finalmente in cima. Finalmente. Anche se avvolti nelle
nuvole la soddisfazione è infinita.
Per fortuna ogni tanto la nebbia si abbassa
permettendoci di ammirare Sengchuppa e Nord del Fletschorn (davvero
inarrivabile). Che spettacolo. Ok…moh bisogna scendere!
Ritorno al deposito. Ormai visibilità azzerata. Peccato ma,
forse, meglio così per via delle numerose pietre nascoste…almeno sono costretto
ad andare piano.
Scendiamo con cautela e subito si apre. Mi porto molto a
destra come per entrare nel canale. Qui pendio vergine e neve borotalco…ed
evito il fastidioso traverso.
Buccia d’arancia in crosta ventata…l’unico pezzo brutto
della giornata. Ad ogni modo sulla destra si apre un pendio vergine di neve
compressa…ed inizia lo spettacolo. Da qui serie di pendii sempre più ripidi,
ampi e intonsi…perfetti per lo snowboard. L’ultimo che butta sui laghi di Sirwolte
è commovente.
La neve a destra è più riparata dal sole e dal vento…ma ci
potrebbero essere mille linee di discesa.
Dopo l’ultima balza neve più trasformata ma comunque ben
sciabile. Slalom tra gli alberelli e, a gambe completamente finite, arrivo in
fondo. Che spettacolo. Che gita.
Finalmente Boshorn.
Video:
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