4 giorni tra sciate stupende, mangiate pantagrueliche, risate fragorose e grandi emozioni.
Giovedì notte io e Silvia arriviamo a Selva in Valgardena. Ha appena finito di nevicare, il paese è imbiancato sotto 30cm di polvere leggera viste le temperature “invernali”…ma il calendario segna aprile????
Come sempre la notte non scorre. L’ansia mi tiene sempre sveglio e fatico a raggiungere le 6.30 con sonno continuo…poi non ce la faccio più e m’alzo. C’è il sole. La neve è fredda. Decido per l’Alpe di Siusi.
Si tratta di un altipiano incantato tra il Sassopiatto e lo Schiliar…un posto da favola per sciare con la fidanzata o con la famiglia…assolutamente inadatto al fuoripista!!!! Le pendenze sono così banali che si fatica a procedere in fresca…qualche bella linea si riesce a tirar fuori nei boschetti...
o camminando un paio di miuti sul colle dopo il km lanciato…ma poca roba…però la mia Silvietta mi dà grandi soddisfazioni…queste autostrade deserte sono l’ideale per perfezionare la sua tecnica…ne approfitto anch’io per girare in switch…almeno siamo ad armi pari…
là in fondo la focella del Sassolungo, mi viene in mente le pagine di Tremolada e la famosa traversata…chissà che neve ci dev’essere là…forse potrei domani…
chissà i ragazzi al Corvatsch cosa staranno combinando… Sclero un po’…ma poi vedo Silvia scendere con il sorriso stampigliato in faccia…e sono felice anche di stare i questa flat-land…
Sabato: andiamo a Plan de Gralba per sciare sotto al Sassolungo. C’è il sole ma qui la neve è ancora buona, protetta dall’imponente parete della montagna. In alto il sole scalda e di continuo scendono delle colate dall’alto…sono molto spettacolari…ma mi fan pensare che fare la traversata sarebbe stato un po a rischio…mah.
Finalmente le piste sono un po’ più serie dell’Alpe…quindi ci si diverte molto di più. Anche Silvia si scatena e gira veramente bene anche su pendenze più elevate. Mentre lei scende in pista io mi scateno nei boschetti, saltando ovunque posso.
Verso le 13.00 si ferma al rifugio, le 7 ore di ieri si fanno sentire…io mi scateno! Cammino per 10’ verso la base del Sassolungo. Arrivo sopra una bella valletta che dà sullo skilift. Vergine. Purtroppo le nuvole oscurano un po’ la visibilità e sono costretto a scendere nel bianco un po’ ovattato…ma la linea è stupenda…mi fermo, mi volto a rimirare quelle 4 curve…non è certo l’Holzer ma ne sono fiero!!!
Il cielo è sempre più cupo, quindi punto sotto la funivia del Piz Sella dove ho visto un bel ingresso incazzato. Entro su un muretto a 50° (credo, era veramente verticale) con una roccia proprio in mezzo…o salto o…grazie ad un amico pino usato come corda supero la strettoia e s’apre un bel boschetto praticamente vergine…dalla funivia vedo la mia linea…e m’accorgo come sulla destra, superata la rete di protezione, ci sia altro materiale da tritare!!! L’ingresso è un po’ d’assassino…temo da un momento all’altro che arrivi qualche Caramba ad arrestarmi!!! Ma nulla, si và ed è ancora una bella discesa…
Mi sposto a destra della seggiovia Ciampinoi…c’è da effettuare un lungo traverso che dà su un bel pendio aperto e poi bosco…spettacolo.
Torno velocemente su, pronto per un’altra run…ma sta nevicando forte e Silvia mi crede disperso!!! Rinuncio e scendiamo alla macchina…dobbiamo andare a Predazzo facendo il passo Sella verso Canazei…e con la neve…
Sulla strada incrociamo dei tavolari di rientro dalla Val di Lasties…beati…ma non mi lamento.
Domenica: il meteo dava brutto…in realtà la giornata è segnata da nuvole alte che scorrono veloci facendo filtrare ogni tanto il sole. Tutti dormono. Saliamo al Lusia solo io e il Teo. Lui con degli sci da 198cm dritti come binari…vabbè scieremo un po’ assieme in pista ovviamnte. Vista la giornata non mi porto nemmeno la macchina fotografica…non metto nemmeno l’arva ma, per fortuna, lo infilo nello zaino. Qui verso nord la neve sembra veramente buona…vedo delle tracce e studio possibili discese…facciamo un paio di nere giusto per scaldarci. Come sempre vederlo sciare anche con quegl’assi anteguerra è un vero spettacolo.
Al secondo giro avviene una cosa curiosa: mi sto allacciando la tavola uscito dagli ovetti prima di scendere in pista. Saremo una decina di persone tra tavolari e non…passa un poliziotto e m’ammonisce a sciare solo in pista!!! Ma perché a me??? Scendiamo…ma la cosa non mi và giù. Al giro successivo lo vedo…lo raggiungo per chiedere spiegazioni. In realtà è un collega…ma gli chiedo comunque il motivo di tale divieto, se ci sono condizioni d’istabilità particolari, ordinanze o altro…dopo avermi soppesato e capito che non sono uno sprovveduto si sbottona: se tu vai là sotto i piloni a vista di tutti, dopo 5 secondi c’è pieno di ragazzini che potrebbero farsi male…meglio andare dove non si è visti da nessuno…nemmeno da noi!
Bella forza…ma io non ne conosco…”Ma te lo dico io” mi fa il poliziotto!!! INCREDIBILE mi fa scoprire due discese stupende, completamente vergini e con neve da urlo vista l’esposizione a nord e il bel bosco che protegge il pendio. Il primo proprio a destra degli ovetti, sotto la cornice di neve (da valutare attentamente) fa scendere in Valbona. Quattro discese a ripetizione con linea sempre più sostenuta in mezzo agli arbusti che ogni tanto sbucano…in basso si rientra sul sentiero che permette un facile rientro agli ovetti. Incontro di nuovo il poliziotto…grazie mille, c’è una neve stupenda. Risalendo vedo qualcuno sotto i paravalanghe contendersi due curve in mezzo al tracciato, ignari che poco più in là c’è il paradiso. Ma c’è ancora il secondo da scoprire…le Mandrie. Dalla seggiovia le Cune si deve effettuare un breve traverso per accedere ad una bella valletta. Belle e facili curve prima di buttarsi nel bosco abbastanza in piedi e intricato. Arrivo sul letto del torrente, ancora coperto salvo qualche buco. Passo con attenzione, non vorrei fare il bagno!!!
Torno su…ma il meteo mi volta le spalle. Mentre effettuo il traverso mi ritrovo avvolto da una nube e fatico ad orientarmi. Tutto è bianco e uniforme. Ogni tanto sbuca una roccetta o un arbusto a ricordarmi la direzione. Decido che non è saggio proseguire. Taglio a sinistra e rientro verso il rifugio Lusia. Da qui mi butto verso il bosco direzione Valbona. Ancora vergine e stupendo. Ultimo giro dagli ovetti…ma ancora più a destra. Qui ci sono segni di vecchie valanghe a lastroni. Faccio un po’ di prove ma la neve è bella e stabile. Scendo a lato della vecchia scarica. Mi ritrovo in una nuova valletta parallela alla precedente ma completamente intatta. Volo con curve veloci tra gli alberi e sbuco sul torrente e poi sul ponticello di rientro agli ovetti. Come non fare ancora un’altra run???
Lunedì:finalmente ci siamo tutti!!! Io, Silvia, Teo, Fra, Busca e Giulia…destinazione Pampeago-Obereggen. C’è il sole anche se qualche nuvola, via via meno frequente, scorre rapida sulle nostre teste. In quota c’è un forte vento, fa freddo e la neve è veramente invernale. Per fortuna appena ci si sposta in basso il vento cessa e si può sciare in libertà. Silvietta oggi gira al top…visto che si è guadagnata gli scarponi nuovi e dopo due giorni non stop oggi è veramente brava e fluida ed io sono veramente orgoglioso (anche perché le mie dritte son servite!!!). Teo è praticamente di casa e ci guida sicuro verso Obereggen…noi seguiamo…inventando linee e trick a bordo pista. Oggi giornata dedicata al funcazzeggio con amici visto che non ha nevicato ieri, vento e sole dovrebbero aver fatto il resto. Niente zaino, niente pala e niente arva…bene, da qui in poi smettete di leggere perché ho fatto esattamente quello che non si dovrebbe fare, che mille volte ho deprecato e che esorto a non emulare.
I ragazzi si fermano i baita…ma io vedo un boschetto stupendo sotto l’Agnello. Si và. Ci sono diverse linee ma si può tracciare ancora molto. Il primo pezzo in mezzo agli alberi, poi si apre su un ruscello con bei saltini tra le rocce. Mentre risalgo noto a destra una bella valletta intonsa sotto i paravalanghe.
Il vento a lavorato a favore quindi non ci dovrebbero essere pericolosi accumuli. Arrivo all’imbocco ma…è tracciato!!! Ma come, un secondo fa era vergine?!?! Scendo…neve stupenda, tiro belle curve e poi dentro di nuovo nel valloncello principale. Alla partenza della funivia vedo 4 snowboarder soddisfatti che la sanno lunga…saranno sempre avanti a me di un passo anche per le due successive discese.
Terza run…ora mi sposto a sinistra. Ancora le loro tracce…ancora neve stupenda. Questo canale è più ad halfpipe e si girano curve sui fianchi che è uno spettacolo!
Ancora su…mentre riposo in seggiovia medito su quella traccia da skialp che traversa proprio sopra…si potrebbe sfruttare per fare quella spalla…
detto fatto punto in quella direzione…e quei 4 ancora davanti!!! Arrivo alla mia spalla ma noto che le loro tracce puntano a sinistra verso un colletto. Mi faccio ingolosire e via. Accedo ad un bel canale incassato tra le rocce.
Il vento lo risale e all’imbocco s’è formato un pinnacolo che alla prima spinta da sopra cede di pochi metri….in campana. Per fortuna più sotto la neve è rimasta polverosa e non ci sono accumuli…anzi il vento l’ha schiacciata senza rovinarla rendendo tutto più sicuro. Scendo tutto d’un fiato godendomi questo regalo!!! Loro tagliano a destra per rientrare più agevolmente…io tiro dritto perché la neve è stupenda e finalmente apro la prima traccia!!! Arrivo sulla statale, prima del tunnel…10 minuti a piedi ma sono felicissimo nonostante la stanchezza (dopo 4 giorni a bomba inizio a sentire la fatica).
Ringrazio per tutta questa abbondanza, per la neve, per le montagne, per il tempo e per la “custodia” da lassù.
Silvia i richiama all’ordine…doveva essere una veloce discesa nel bosco e…al solito. Torniamo a sciare nel tardo pomeriggio. La neve smolla ma è comunque stupenda. Il tempo vola e non ci rendiamo conto che è troppo tardi per rientrare al parcheggio. Vabbè…per fortuna c’è lo skibus. Ultima pizzata tutti assieme…ultimo brindisi e tiramisù di Giulia mangiato a cucchiaiate sul cofano della Micra mentre la luce del crepuscolo colora il cielo di sfumature del blu e del viola…siamo colmi di felicità per aver passato bellissimi giorni tra di noi in posti magnifici. Dobbiamo tornare a Milano ma siamo carichi di profonde emozioni. Il mio libro “Freeride nelle Dolomiti” è rimasto in valigia…ma non ho rimpianti perché queste magiche montagne si sono concesse, svelandomi alcuni dei loro mille “giardini segreti”. Grazie.
N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
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