sabato 22 dicembre 2012

Following the White Rabbit (Franco Pecchio) at Cristallina

Domenica scorsa. Stiamo tornando in macchina dalla Val Tartano (gita divertente ma troppo corta) che già sento parlare di un’uscita infrasettimanale. Mmm può interessare. Mercoledì Franco, Rugge è Ced si trovano per andare in Val Bedretto. Lì per lì mi unisco…ma poi martedì devo rinunciare: è l’ultima settimana prima della chiusura, ci sono troppe cose da fare, poi i premi di fine anno, poi i negozi da sistemare, poi…rinuncio.
Mercoledì mattina già me ne pento: sole terso e freddo…ed io in ufficio, alla fine non con così tante cosa da fare, sto pensando a cosa sarebbe stato oggi. La sera il report di Franco su Camp to Camp non lascia spazio a dubbi: la gita perfetta, sole, neve e compagnia.
La settimana si conclude in un climax di nervosismo per le situazioni lavorative e frustrazione per la gita mancata. Domenica il forte rialzo termico rovinerà i giochi. Sabato c’è una finestra di bel tempo che si chiude nel pomeriggio. Per me è sufficienteper replicare la gita persa anche fossi da solo. I soliti compagni d’avventura sono dispersi per le feste natalizie…per fortuna si aggiungono Stefano e Carlo.
Sabato mattina partiamo presto dalla DeAgostini…per scherzo faccio una check list a voce alta…mai fatto prima…e per fortuna Carlo s’illumina: ho lasciato gli scarponi nell’altra macchina. Che culo…
Siamo tra i primi ad arrivare a Bedretto. Il paesino è sommerso da una spessa coltre nevosa di cui gli ultimi 20, 30 cm ancora polverosi.


L’emozione sale. Ci prepariamo e facciamo il cancello per verificare gli arva. Il mio che aveva ancora il 50% di carica, crolla e si spegne. Cerco le batterie di ricambio ma non le trovo. Panico. Cosa fare? Salgo comunque? Scendo ad Airolo per comprarne un paio? Proviamo a dividerci le pile (3 scariche su tre arva) ma alla fine è peggio per tutti. Bussiamo ad una locanda chiusa dove una signora, non senza mugugni e visibilmente scocciata, ci presta delle pile. Salvo!!!
Per fortuna non abbiamo perso troppo tempo. Partiamo su ottima traccia ormai bella pistata. Il primo strappo nel bosco moderatamente ripido ci sega subito le gambe.


I due ciaspolatori svizzeri in rimonta da dietro ci spingono a tenere subito un ritmo alto…che pagheremo ingenuamente poi. Superato il bosco la pendenza diminuisce ma lo sviluppo aumenta. Entriamo nella bellissima valle che porta alla capanna Cristallina.




Siamo circondati da canali e creste che, in altro momento, sarebbero pericolosamente valanghive. Ma adesso fa il giusto freddo. Un leggero venticello ogni tanto fa rabbrividire. Il sole non fa mai capolino lasciando solo un’aurea surreale dietro le creste. La giornata è partita tersa ma via via si sta velando.
Arriviamo alla balza di quota 2150 dove la valle piega a destra verso dopo 1 ora e 40 minuti. 850 mt per 4,5 km. Non male come partenza…ma la gita è lunghissima (1600 mt totali) e siamo giusto a metà.
Finalmente entriamo in vista della capanna. Arrivati lì il più è fatto.

Stefano e Carlo iniziano a sentire la fatica. Per fortuna questa salita con la split è un’altra cosa. Direi perfetta.
Mentre salgo avanti, da solo, immerso nel silenzio di questa valle isolata dalla neve , mi perdo nei miei pensieri. Rilascio le tossine accumulate al lavoro. Assaporo e immagino quello che poteva essere mercoledì. Avevo proprio bisogno di una gita come questa. Peccato che il cielo sia sempre più grigio. Arrivo in capanna a 2550. La vista verso sud è spettacolare.

Gli skialper che ci precedono hanno salito il Cristallina. Alcuni sono saliti al Gararesc. In testa ho diverse alternative nel caso i ragazzi non se la sentano di proseguire. Ma mancano solo 150 mt alla prima discesa. Sarebbe un vero peccato mollare adesso.
Il gruppo si ricompatta. Mangiamo e recuperiamo le forze. Ormai la visibilità è andata. Le nuvole alte rendono la luce piatta e annullano i contrasti. Carlo vorrebbe tornare indietro ma arrivati fin qui poco cambierebbe. Per arrivare al colle mi carico la sua tavola sul mio zaino. In pochi minuti siamo al passo. La visibilità è forse migliore da questa parte. Inoltre la pendenza e le tracce permettono una sciata migliore.
Avanti il gruppo di sciatori già attacca la seconda salita. Ci prepariamo. Mi butto per primo. La neve è spettacolare. Peccato non vedere bene le pendenze. Scendo basso e morbido sulle gambe sentendo la neve. Uso le tracce come riferimento e, in questo modo, arrivo al piano godendomela alla grande. I ragazzi scendono e…si ricaricano. La neve è davvero stupenda. Peccato, davvero peccato non vedere meglio.

Rimetto le pelli e inizio a salire. Inizio a essere stanco ma manca poco. Saranno 150/200 metri al passo che dà sulla val Cassinello. Ho sempre la tavola di Carlo anche se lui si carica quella di Stefano messo mezzo ko dal panino mangiato prima.
Arriviamo all’ultimo colle. Siamo stanchi ma felici. Ci congratuliamo per la salita (davvero bravi loro con le ciaspole) e ci prepariamo per l’agognata discesa.
Entro alto nella val Cassinello portandomi tutto a destra dove la pendenza è sostenuta. Scendo un po’ alla cieca ma le curve sono stupende. Ogni tanto scorgo delle dune su cui slashare la neve polverosa o saltar giù a bomba. Che spettacolo!

Nella parte bassa della valle non ci sono più riferimenti. E’ tutto bianco e siamo disorientati. Non vedo l’ora di arrivare nel bosco perché qui non mi rendo conto nemmeno se sto salendo o scendendo, se vado a destra o a sinistra. Tengo la traccia di destra mentre i ragazzi si staccano a sinistra. In mezzo c’è un rio sempre più profondo ormai  difficile  da superare. Scendiamo in parallelo. Loro sulle vecchie tracce, io sull’intonsitè più pura tra i pini radi. Ora si che si ragiona. Arriviamo sul piano dove le tracce si biforcano: destra verso Ossaco (con lungo traverso), sinistra verso Ronco.
Dovremmo andare a destra e risalire qualche metro. Carlo vorrebbe seguire la traccia in piano verso Ronco. Io suggerisco il taglio dritto per il bosco (come ricordato dal report di Franco) anche se non vedo tracce. Discutiamo un po’ e alla fine scendiamo dritti per dritti. La neve è strepitosa e, finalmente, la visibilità è perfetta per potersi divertire. Gli 800 metri che mancano al fondovalle fanno il resto. La discesa è stupenda ed emozionante, sfruttando ogni pillow per saltare nella neve polverosa. Il bosco è ripido, mi ricorda Rothwald.

Ci teniamo vicino al rio anche se a quota 1800 arriviamo su un salto di roccia che ci sbarra la strada. Siamo costretti a risalire con le pelli e portarci più a destra. I ragazzi sono stanchi e non vedono l’ora di arrivare alla macchina. Mi spiace che non si stiano godendo queste curve, per me, le più belle della giornata. Troviamo un passaggio su terreno via via sempre più ripido (oltre 45° analizzando la traccia del gps),
Finalmente raggiungiamo una sorta di sentiero. Di qui a poco raggiungiamo la pista di fondo e, quindi, la strada. Sono le 17.00 è buio ed inizia a nevicare. Iniziamo a scendere sciando sulla strada e spingendo con le bacchette finchè uno svizzero mosso a compassione ci da un passaggio. Recupero la macchina e raggiungo i ragazzi sulla strada dove mi aspettano sotto una fitta nevicata. Carichiamo alla svelta la macchina come se fosse una “ritirata di Russia”…

Alla fine riusciamo a tornare per tempo (Stefano aveva una cena di Natale e già m’immaginavo Ornella a farci la ramanzina per il ritardo). Siamo esausti ma tronfi per l’avventura conclusa. Prima volta per Carlo con un dislivello così importante, prima gita di stagione per Stefano. Sono felice di non essermi perso questa “avventura” anche se mercoledì…ma è giusto così..onore a chi ha avuto l’intuizione per primo, ha battuto traccia e ha goduto dei pendii immacolati. La prossima volta non mancherò.

 N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

Nessun commento: