Si comincia. Prima gita SA1 come osservatore. Non so bene
cosa aspettarmi ma cerco di prepararmi al meglio sulla gita, sulle condizioni e
su quelle che potrebbero essere le domande dei ragazzi.
Ci si trova al Dolce Forno per una comoda colazione. Il
freddo intenso e la bella giornata ci permettono una partenza piuttosto
rilassata. Percorrendo la strada che porta al Passo S. Marco la neve ai lati
diventa via via sempre più importante. In prossimità del Rifugio il passaggio è
a una sola corsia…per fortuna c’è un comodo parcheggio…ci sarebbe, perché
l’accesso è sbarrato da un fuoristrada. Inizio a scavarmi una piazzola (mi
spacco la schiena). Franco legge che l’accesso è subordinato al pranzo. Poco male…telefoniamo
e prenotiamo.
La salita diretta si presenta subito ripida e gobbosa.
Troppo per iniziare con chi non ha mai provato le pelli.
Per fortuna c’è una stradina che sale più comoda. I ragazzi
iniziano a prendere confidenza ma quasi tutti, appena la pendenza impenna,
tendono a piegarsi in avanti per paura di scivolare.
Peccato che proprio così la pelle scappi via. A voglia a
cercare di rimetterli “dritti”. Ricordo ancora quando sono finito a pelle
d’orso durante le prime uscite in split...ci vuole un po’ di pazienza ed
esperienza.
Saliamo a fatica (300 mt in 2 ore) ma ci sta alla prima
gita. Gli snowboarder sono più rapidi ma la ciaspola è più diretta
nell’apprendimento.
Per fortuna sbuchiamo al sole perché salendo così piano a
-10 stavo congelando (per fortuna avevo il mio super piumino, mai più senza).
Ad un ragazzo si staccano completamente le pelli. Prima la
destra e poi la sinistra. Ancora nastro. Ci attardiamo. Un altro è abbastanza
affaticato nonostante il dislivello contenuto. Questi continui strappi e
stop&go mi segano le gambe più di 2000 mt di dislivello. Giungiamo in vista
di un gruppetto e sono convinto d’essere arrivato. No, loro sono scoppiati e
lasciati ad aspettare. Mancano 100 metri all’anticima dove è fermo il grosso
del gruppo. Tiro i ragazzi che sono con me. Piano piano salgono.
750 mt come prima gita non è male. Inoltre la difficoltà BS
non è banale. Bravi!!!
Loro mangiano e si riposano guardando il panorama, io cerco
una bella discesa. Gli snowboarder sono andati molto a destra ed hanno trovato
un bel valloncello vergine.
Qui a sinistra solo alcune tracce e neve dall’aspetto
migliore.
Ma siamo alla prima uscita ed è meglio scendere lungo la via
di salita cercando dei bei fazzoletti da raccordare. La neve non è il massimo.
Rotta e grumosa rende la sciata non fluida come vorrei. Aprendo cerco gli
incastri, ma la linea è un po’ troppo hard per tutti.
Superate le gobbe il terreno si apre e si può scendere più
in libertà.
Raggiungiamo il rifugio per una buona birra e un piatto
fumante di pizzoccheri. Peccato sia finito tutto. “Eh, siete arrivati troppo
tardi”…mi sento pure dire…e per non bastare tornando alla macchina mi trovo un
bel bozzo di uno che, scivolando sul ghiaccio, mi ha centrato per poi,
maldestramente, cercare di sistemarmi il passaruota a mano. Ma un biglietto???
Grazie cari Valligiani…tornerò presto.
N:B: PER AFFRONTARE UN
FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’
NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI
SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE
LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE
SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA
SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE
INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE
SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE,
ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
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