domenica 1 dicembre 2013

In piz in piz al Grandinagia

La Val Bedretto non delude mai. Si, questo è l’assioma per antonomasia. Per quanto frequentata e inflazionata, appena ti sposti di un metro, trovi gite fantastiche e poco frequentate con ottima neve.
Certo, trovare buona neve dopo 1 settimana se non di più dall’ultima nevicata, con il vento forte che ha spazzato in tutto il periodo e i mille scialpinisti che si riversano sulle poche classiche in condizione…insomma è una bella impresa.
Per questo motivo cerco una gita più di soddisfazione e diversa dal solito. Il Pizzo Grandinagia sembra fare al caso. Inoltre Poz mi aveva confermato alcune intuizioni e mi convince che è la gita giusta.
Domenica ci ritroviamo al parcheggio all’Acqua con il solito ormai, gruppone: 14!!! Come se non bastasse il parcheggio è già full, ci sarà più di un centinaio di persone, tra cui Pietro, Cero e Sara. Loro sul Poncione, come molti.
Iniziamo la salita nel bosco e noto subito che il freddo intenso e l’esposizione nord hanno conservato una neve fantastica. Non ho molte aspettative. Fuori dal bosco il vento avrà tirato e spazzato. Il boschetto è abbastanza tritato ma l’ambiente è da favola.

L’avvicinamento un po’ più lungo seleziona le persone. Dopo poco ci ritroviamo in pochi e da soli, cosa che apprezzo sempre tantissimo in montagna. Le gite affollate proprio non mi piacciono.
 
Oggi rispolvero l’attrezzatura ufficiale: Venture appena sciolinata con attacchino Dynafit, scarpone hard rimesso “a nuovo” e soletta ortopedica che supporta il mio piede piatto. In salita sento subito la differenza.
Stefano invece arranca. Inizia ad avere dei crampi e non tira più come la settimana scorsa. Inoltre procediamo meno “tirati”. Non voglio esplodere. Preferisco salire in progressione.
Dopo un po’ sbuchiamo fuori dal bosco. Panorama da favola. Molti verso il Passo San Giacomo. Io già vedo solo 3 tracce di discesa dal Pizzo Grandinagia e mi gaso.

Stefano scappa in avanti e manca i bivio. Deve passare più alto. Lo perdo di vista. Solo dopo saprò che arrivato al colletto decide di rientrare. Troppi crampi per lui. Mi spiace.
Ci ritroviamo davanti in pochi: io, Ale, Aroise e Mise. Ci alterniamo con una coppia che al colle si ferma. Noi proseguiamo sulla poco invitante pala finale. Rocce fuori, neve dura e pendenze sui 35°.
Salgo per un po solo con le pelli. Poi metto i rampant per non rischiare. Scelta azzeccata perché invece di smadonnare su ogni dolina dura anche se breve, procedo veloce e conservo energie. Ale mi guarda sempre meno convinto della split. Questione di gusti.
Superata la fascia rocciosa e ripida si apre un bel pendio che non avevo considerato. Sopra scorgo altri sciatori. Mannaggia ma da dove sono saliti!!! Ad ogni modo ce n’è per tutti.
Arrivati al deposito sci saliamo le facili roccette fino alla cimetta strettina: posto per 4!

Devo dire che il finale piccante non è niente male. Ale si muove disinvolto, io, che sono più cagasotto, procedo più accorto anche se la presa dello scarpone hard fa la differenza.

Spiro ci raggiunte provando un anticipo di SBA2.
Arrivano anche gli altri mentre noi iniziamo a scendere. Il deposito sci inizia ad essere abbastanza affollato. Inoltre vedo Mise già sulla traccia di discesa. Mannaggia…cambio veloce, tanto che non metto ne cuffia ne mascherina e parto. Neve subito dura e ventata. Mi porto nella conca sperando di trovare qualcosa di meglio ma, in realtà, fa abbastanza schifo oltre ad alcune rocce affioranti che rischio di prendere in pieno.

Arrivo al sole sano e salvo e senza rigoni! Mi sistemo finalmente con la mascherina e aspetto Ale e Aroise.
Spiro non c’è…ma non c’è tempo di attendere. Riparto bello baldanzoso dimenticandomi che siamo sul punto più duro e pelato. Dopo due curve tiro il freno a mano e scendo con cautela evitando di tritare la tavola.
Arrivo al colleto. Altri sono scesi sulla paretina ma la neve, vista da vicino, non sembrava un gran che.
Che fare? Stare nei dossi di salita dove un po’ di neve carina c’era o buttarci a lato?
Mah…però quella neve increspata di solito vuol dire buona…mi butto. Boooombaaaaa!!!!

Oggi mi sento in me…la tavolina gira che è un piacere. Lo scarpone è un filo ingessato ma sempre reattivo. Ecco un bel pillow…vuuumm…saltone e via.
In basso sempre meglio. Stando sulla sinistra delle conchette la neve è da paura. Ci portiamo sempre più a destra dove ci sono solo le nostre tracce. Ale è preoccupato della ravanata. Io lo rassicuro: con me la ravanata è assicurata! So che ci stiamo portando sul salto di roccia, pertanto inizio a tagliare verso sinistra.
C’infiliamo tra gli arbusti e svalichiamo qualche rio. Sotto la bastionata. Per fortuna le tracce di salita sono a pochi metri. Sganciamo e risaliamo una decina di metri. Piccola ravanata ma grande goduta!
Più sotto un po’ di trito fino ad uscire su una zona di pillow ancora vergine…e via di salti!!!
Ci fermiamo in fondo appena prima del rientro semipiatto. Grande scorpacciata e grande sciata!!!
Il rientro è un po’ sbattone ma siamo con il sorriso stampato fino alla birretta al parcheggio.
Spettacolo…adesso speriamo che nevichi a dovere perché non ci sono troppi jolly nel mazzo!

PS: abbiamo visto un canale niente male…Ale quando torniamo?
 

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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