Questa gita è
entrata nella lista di quelle “da fare” l’anno scorso vedendone lo sviluppo dal
Piz Mezdì.
Sarebbe stato
bello trovare le condizioni di allora ma ci dobbiamo accontentare di pochissima
neve, ghiacciata in basso, una bella spolverata in alto ma nebbia fitta.
La giornata parte
un po’ così. La solita buona colazione a Chiavenna, il freddo al parcheggio
(non così freddo invero), la ricerca dell’attacco della gita.
Poi si sale.
Silenzio, fatica e tante aspettative. Bene queste non sono mancate. L’ambiente
surreale mi fa sprofondare nei miei pensieri. Sono con gli amici di sempre e
solo questo vale la trasferta.
Sbuchiamo fuori
dalle nebbie che ancora invadono la valle.
Arriviamo ad una
prima strettoia. Già fin qui ho fatto l’equilibrista su passaggi un po’ al
limite per la mia split. Stacco e salgo a piedi.
Secondo pianone.
Come formichine
vedo numerosi skialper puntare alla cima ormai in vista. L’affollamento non mi
è mai piaciuto e questa è una classica della zona. Ma in periodi di vacche
magre ci si accontenta e chi lo sa fare…si sa.
Secondo
canalino…split in spalla e via veloci. Sento la fatica. La seconda di stagione
e tra i vari togli e metti non è proprio continua. Ma la gita è perfetta per lo
snowboard, pendii ripidi e continui. Mi
guardo attorno in cerca di una linea…diversa. Forse una ce n’è.
Arriviamo in cima
e il vento mi paralizza le mani. Ci metto la solita vita nel prepararmi e il
freddo mi attanaglia. Anche questa volta fatico a godermi la cima preso dal
sistemare tutte le cose. Il cambio d’assetto è ancora il tallone d’Achille più
grave di questo sistema che ho imparato ad amare profondamente nonostante
alcuni difetti.
I ragazzi
iniziano a scendere. Io mi porto a sinistra dove tutto è vergine. Punto ad una
sella che dovrebbe essere l’ingresso di un canale visto in salita. Mi sbaglio e
finisco comunque su un bel pendio tra le balze.
Per non sbagliare
aspetto che Mise passi sotto. Si il passaggio c’è. Mi lancio e tiro una bella
linea tra le balze. Questa vale la giornata…anche se inizio a interrogarmi del
perché devo sempre cercare qualcosa di più, di diverso…
Il resto della
discesa è stato tra bello, piacevole, mediocre, sopravvivenza…più si scendeva
più la neve diventava dura e difficile.
Ad ogni modo una bellissima gita e ottima
compagnia…e la solita merenda di nuovo a Chiavenna.
N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSARIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.
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