venerdì 25 aprile 2014

Nord Ovest Palon de la Mare – senza parole.

Con l’ultima gita penso d’aver toccato l’apice della frustrazione. Inoltre i bei piani sul ponte del 25 Aprile, da lungo elaborati e sognati, sembrano infrangersi contro un’inaspettata recrudescenza invernale. Dopo un Marzo di sole stabile ma con poco tempo libero, aprile si presenta particolarmente capriccioso e inaffidabile.
Disdico i 3 giorni a Santa Caterina per Pasqua e mi mangio le mani per la domenica super e condizioni spettacolari che hanno trovato (chi ci ha creduto). Non ho voglia di bruciarmi queste ultime occasioni.
Controllo maniacalmente il meteo. Incrocio le dita e prego tutti i santi protettori. Qualcosa accade. C’è speranza. Addirittura potrebbero saltar fuori 2 giorni. Detto fatto. Ci organizziamo per salire ai Forni.
Peccato che chi per un motivo, chi per un altro, tutta la truppa molla ed io mi ritrovo a guidare da solo alla volta di Sant Antonio. Per fortuna ho una vasta rete di amici…scoprin scoprendo vien fuori che i ragazzi di Cinisello stanno salendo anche loro in Alta Valtellina. Chiamo. Nord del Pasquale. Sono con voi.
Ritrovo per le 3.30!?!?!?!! Ma non è troppo presto???
Evidentemente si…perché alle 3,30 ci sono solo io al parcheggio dei Forni…solo come un ciula. Non mi è arrivato l’sms del cambio programma…partenza posticipata alle 5.00…ma lo scoprirò solo nel pomeriggio. Dopo 50 minuti mi rompo di aspettare a vuoto…e parto per la mia gita…quella che già volevo fare ma, da solo, ero un filo pensieroso nell'affrontarla.
Subito imbrocco il sentiero palinato che porta al Branca. La via è illuminata dalla sola frontale. Intorno è nero pece e le proporzioni si dilatano. Lontano due fioche frontali sembrano fluttuare nel vuoto.
Ogni tanto mi giro a guardare il parcheggio, ormai lontano, ma lo vedo ancora spento. Mah. Mi giro e smetto di pensare al disguido…evidentemente il karma vuole così…ed io assecondo.
Piano piano il riverbero del nuovo giorno schiarisce il cielo. Spengo la frontale e m’immergo nei giochi di ombre e nelle sfumature del cielo, prima rosa, poi rosso, arancio e azzurro.

Raggiungo le lucine lontane. Due bergamaschi con la stessa idea. Li supero salendo ancora con le pelli al centro del canale finchè non diventa troppo ripido.
Picche e ramponi. Inizia la lunga salita. Non c’è nulla di tecnico nonostante la pendenza via via più forte. E’ solo questione di gambe e cuore. Pestare e salire. Cercare di non sfondare troppo perché sotto una fragile crosta c’è neve inconsistente. Braccio braccio, gamba gamba…respiro. Guardo su…il colle sembra non arrivare mai. I ragazzi si tengono ben dietro e non mi danno il cambio. Passano sulle rocce. Alla fine mi recuperano e vengono premiati per la scelta. Ma io resto qui dentro a saggiare la neve a capire poi dove scendere e come scendere…e già godo all'idea di surfarmi questi 30 cm di neve compressa.
100 passi stop…150 stop…200 stop…questa tecnica paga…mi concentro un passo via l’altro. 

Le sole 3 ore dormite si fanno sentire. Alla fine esco fuori, esausto. Crollo sulle mie ginocchia felice di rimettermi la split ai piedi. Manca pochissimo in leggera pendenza…ma sono distrutto. Arranco lungo la larga cresta fino alla cima.
Subito arrivano le condense. Mi preparo. Recupero le forze. I ragazzi non se la sentono di scendere e optano per la normale. Il timore svanisce immaginando la discesa. Parto. Pochi metri e si apre il sole. Lascio le tracce e inizio a sciare la facile calotta. Qui spolverata su ghiaccio blu/nero. Rallento, controllo. Cerco l’imbocco facilitato dalla traccia di salita. Per assurdo è qui che non bisogna sbagliare.

All'ingresso mi siedo. Contemplo. Ora è il mio momento, qui e adesso. E’ in momento di gustarsela tutta. Entro cauto, prendo confidenza. La pendenza c’è ma non mi spaventa. La neve è facile e questo aiuta. Accelero…sempre più…curvo…sempre più…il cuore scoppia in un urlo di gioia. Libero gli ultimi freni e parto divorando tutto il pendio. Ingordamente passo da un lato all'altro in cerca della neve migliore. Curve larghe…poi strette…slush che tagliano la strada…pochi secondi dilatati all'infinito nei miei ricordi. LA DISCESA. 

Il resto è un bellissimo rientro ma non importa. Contano solo quei secondi a 200 all'ora giù per una parete vergine corteggiata poco, ma amata a lungo.

Video:



2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grande mirkone!!!!!! mi stai diventando un grande dello snow alpinismo!!!!!!
continua così:::::)))))

FISIUS

Trimbax ha detto...

Grazie Fisio...tu sei il maestro!!!