Con l’ultima gita
penso d’aver toccato l’apice della frustrazione. Inoltre i bei piani sul ponte
del 25 Aprile, da lungo elaborati e sognati, sembrano infrangersi contro
un’inaspettata recrudescenza invernale. Dopo un Marzo di sole stabile ma con
poco tempo libero, aprile si presenta particolarmente capriccioso e
inaffidabile.
Disdico i 3
giorni a Santa Caterina per Pasqua e mi mangio le mani per la domenica super e
condizioni spettacolari che hanno trovato (chi ci ha creduto). Non ho voglia di
bruciarmi queste ultime occasioni.
Controllo
maniacalmente il meteo. Incrocio le dita e prego tutti i santi protettori.
Qualcosa accade. C’è speranza. Addirittura potrebbero saltar fuori 2 giorni.
Detto fatto. Ci organizziamo per salire ai Forni.
Peccato che chi
per un motivo, chi per un altro, tutta la truppa molla ed io mi ritrovo a
guidare da solo alla volta di Sant Antonio. Per fortuna ho una vasta rete di
amici…scoprin scoprendo vien fuori che i ragazzi di Cinisello stanno salendo
anche loro in Alta Valtellina. Chiamo. Nord del Pasquale. Sono con voi.
Ritrovo per le
3.30!?!?!?!! Ma non è troppo presto???
Evidentemente
si…perché alle 3,30 ci sono solo io al parcheggio dei Forni…solo come un ciula.
Non mi è arrivato l’sms del cambio programma…partenza posticipata alle 5.00…ma
lo scoprirò solo nel pomeriggio. Dopo 50 minuti mi rompo di aspettare a vuoto…e
parto per la mia gita…quella che già volevo fare ma, da solo, ero un filo
pensieroso nell'affrontarla.
Subito imbrocco
il sentiero palinato che porta al Branca. La via è illuminata dalla sola
frontale. Intorno è nero pece e le proporzioni si dilatano. Lontano due fioche
frontali sembrano fluttuare nel vuoto.
Ogni tanto mi
giro a guardare il parcheggio, ormai lontano, ma lo vedo ancora spento. Mah. Mi
giro e smetto di pensare al disguido…evidentemente il karma vuole così…ed io
assecondo.
Piano piano il
riverbero del nuovo giorno schiarisce il cielo. Spengo la frontale e m’immergo
nei giochi di ombre e nelle sfumature del cielo, prima rosa, poi rosso, arancio
e azzurro.
Raggiungo le
lucine lontane. Due bergamaschi con la stessa idea. Li supero salendo ancora
con le pelli al centro del canale finchè non diventa troppo ripido.
Picche e ramponi.
Inizia la lunga salita. Non c’è nulla di tecnico nonostante la pendenza via via
più forte. E’ solo questione di gambe e cuore. Pestare e salire. Cercare di non
sfondare troppo perché sotto una fragile crosta c’è neve inconsistente. Braccio
braccio, gamba gamba…respiro. Guardo su…il colle sembra non arrivare mai. I
ragazzi si tengono ben dietro e non mi danno il cambio. Passano sulle rocce.
Alla fine mi recuperano e vengono premiati per la scelta. Ma io resto qui
dentro a saggiare la neve a capire poi dove scendere e come scendere…e già godo
all'idea di surfarmi questi 30 cm di neve compressa.
100 passi
stop…150 stop…200 stop…questa tecnica paga…mi concentro un passo via l’altro.
Le sole 3 ore dormite si fanno sentire. Alla fine esco fuori, esausto. Crollo
sulle mie ginocchia felice di rimettermi la split ai piedi. Manca pochissimo in
leggera pendenza…ma sono distrutto. Arranco lungo la larga cresta fino alla
cima.
Subito arrivano
le condense. Mi preparo. Recupero le forze. I ragazzi non se la sentono di
scendere e optano per la normale. Il timore svanisce immaginando la discesa.
Parto. Pochi metri e si apre il sole. Lascio le tracce e inizio a sciare la
facile calotta. Qui spolverata su ghiaccio blu/nero. Rallento, controllo. Cerco
l’imbocco facilitato dalla traccia di salita. Per assurdo è qui che non bisogna
sbagliare.
All'ingresso mi
siedo. Contemplo. Ora è il mio momento, qui e adesso. E’ in momento di
gustarsela tutta. Entro cauto, prendo confidenza. La pendenza c’è ma non mi
spaventa. La neve è facile e questo aiuta. Accelero…sempre più…curvo…sempre
più…il cuore scoppia in un urlo di gioia. Libero gli ultimi freni e parto
divorando tutto il pendio. Ingordamente passo da un lato all'altro in cerca
della neve migliore. Curve larghe…poi strette…slush che tagliano la strada…pochi
secondi dilatati all'infinito nei miei ricordi. LA DISCESA.
Il resto è un
bellissimo rientro ma non importa. Contano solo quei secondi a 200 all'ora giù
per una parete vergine corteggiata poco, ma amata a lungo.
Video:
2 commenti:
Grande mirkone!!!!!! mi stai diventando un grande dello snow alpinismo!!!!!!
continua così:::::)))))
FISIUS
Grazie Fisio...tu sei il maestro!!!
Posta un commento