domenica 20 marzo 2011

Arp Vielle, Valgrisanche – Sa1

Domenica, seconda gita del w-end con l’Sa1. Ho dormito abbastanza bene ma mi alzo molto prima della sveglia. Ne approfitto per prepararmi con calma ma alle 6.30 già scalpito per la colazione. Fuori albeggia. Non c’è una nuvola. Se ieri m’è andata bene oggi devo mettere la protezione 30 per non rischiare ustioni!!!
Alle 7.00 “ignition” urla Aldo…ma siamo troppo assonnati e vagamente stanchi dalla gita di ieri per essere proprio “pronti”. Arriviamo a Bonne dove ci prepariamo. Si parte lungo lo stradino come descritto dallo schizzo di rotta.

Davanti a noi la gita di ieri. Ora si vede nella sua interezza. Ora si vede dove saremmo finiti se non avessimo risalito la valletta (però c’erano delle tracce…che fine avranno fatto???). Più in là Punta Rabuigne mi chiama. Ho consumato la pagina che ne descrive la salita su “Neve Libera”. Vederla dal vivo mi carica e mi sprona. Andiamo oltre. Lo spettacolo in fondo alla valle è da togliere il fiato. Ghiacciai a perdita d’occhio.

Iniziamo a risalire un boschetto. La notte serena ha ghiacciato tutto. Sul piano mi sentivo forte della mia split e scivolavo veloce, ma ora arranco sui ripidi pendii. Un paio di volte mi blocco sul ripido. Un paio di volte scivolo e sono costretto ai rampant. Per fortuna con i nuovi Blaze l’operazione è veramente facile e veloce. Ma resto indietro.
Supero l’odioso dosso e trovo un bel pianone. Devo togliere di nuovo i rampant per scorrere veloce e recuperare il gap. Via! Lascio due skier indietro e dopo qualche minuto recupero il gruppo. Sciatori e snowboarders sono mischiati intenti ad aggredire una parete ripida, dura e complessa. Mi faccio forte di una nuova confidenza nelle pelli, ma cado e ricado.
Alcuni sciatori mi guardano un po’ perplessi. Qualcuno sfotte. Manuel deride la ”tecnologia del futuro” forte delle sue ciaspole.
Rimonto i rampant. Loro proseguono. Riparto come un treno. Sarà l’orgoglio, sarà che loro vanno a destra su per un colle “impossibile”, sarà che io vado a sinistra dove c’è un’autostrada per la vetta, ma dopo mezz’ora mi ritrovo davanti a tutti con un bel vantaggio.

Aspetto. Mangio. Prendo il sole. Scrivo sms (poi l’ho spento subito il cell!!!). Insomma nessuno arriva. Da lontano solo gli sciatori.
Ma gli altri? Vabbè, piuttosto che stare fermo preferisco tagliare e risalire il dosso così da vedere che fine hanno fatto. Arrivato sul punto più alto li vedo comparire abbastanza incerti. Dalla loro posizione non vedono la barra rocciosa che indica la via ne, tantomeno, la cima. Destra o sinistra???
Dai ragazzi si và di qui….finalmente ci ricongiungiamo. Eh eh: ”…inutile progredire senza incertezze quando poi si sbaglia strada….” rilancio!
Ritrovata la via procediamo su pendio più ripido. Di nuovo la neve sopra lo zero termico rimane morbida e fredda. La poca umidità dell’aria aiuta a non scaldarsi troppo. Sopra di noi pendii vergini ci chiamano. Ed ecco il monito di Carlo:” occhio all’eccitazione dello sci alpinista…d’immaginarsi già a scendere nella polvere senza valutarne attentamente i pericoli…”…azz, ed io che ce l’avevo già “barzotto”!!!!
Proseguiamo. Fa un caldo pazzesco e vorrei risalire in slip. In effetti ho i pantavento aperti con tutto di fuori. Mi sto sciogliendo!!!

L’ultimo pezzo è stretto e ripido. La neve non è dura ma monto i rampant ben prima di trovarmi in una brutta situazione. Ormai sono arrivato e voglio godermi la vetta!!!!
Che bello, dalla cima lo spettacolo è imbarazzante. Anche se è una gita facile, una classicissima, ci sentiamo un po’ come degli esploratori che danno il nome alla vetta. Siamo tronfi d’orgoglio. Siamo rapiti dalla natura. Ci siamo inesorabilmente innamorati di questa passione.

Pronti a scendere. Ma uno sciatore è rimasto con noi. L’hanno lasciato lì!!!
Cambiamo lato. Ci hanno dato l’ok. Chi ha aperto ha goduto. Per noi non resta molto ma và bene. Alcuni si spostano sempre più a sinistra.

Carlo ed io chiudiamo (corda e accoppiatore). Non è rimasto molto, ma a me piace vedere linee complicate. Sulla destra passando in mezzo alle rocce è tutto vergine. Pronti via. Che powder!!! Sono solo urli di gioia. Carlo mi segue e ne trova anche lui. Cristina osserva. Per la prossima sezione aspetterà di vedere dove andiamo perché siamo dei “libidinosi peccatori”. Dietro Cerino controlla. Quasi spinge Raul che appena arrivato si ritrova a dover scendere. Per lui tutta quella neve fonda è un inferno di fatica. Spezza troppo il ritmo faticando il triplo. “Falli andare, falli correre quegli sci” urliamo io e Cero.

Arriviamo all’imbocco del pendio principale che dà su un bel pianoro. In fondo dovremo spingere. Guido è fermo in mezzo al piano. Davanti qualcuno prova a tagliare per non perdere quota giocandosi curve preziose. Ma noi scalpitiamo. Il pendio è troppo bello per sacrificarlo così….chi se ne frega di dover spingere!!! Arriva l’ok a tirar dritto fin giù. Il Cero si raccomanda: c’è il direttore della scuola a guardarci. Non uscite dal seminato. Non fate cagate.
Partono uno per volta. Li sento godere. Restano tutti al centro. Come al solito parto davanti a Carlo e Cristina. Mi porto tutto a sinistra sperando di poter tracciare. Ma là trovo neve crostosa. Per fortuna mi accorgo che tutto a destra sotto le rocce è rimasto tutto intonso. So già che all’ombra di quelle rocce troverò neve da urlo!!! Taglio tutto e mi porto fuori dalle tracce. Faccio segno a chi sta dietro di passare di qui che è top. Mi lancio a tutta. La Venture galleggia facile e veloce. Curve lunghe, in appoggio, con il ginocchio che tocca ad ogni front side, la mano sfiora, il sorriso si spalanca…mi ritrovo a 300 all’ora sul piano…guardo Guido, sono commosso…che neve.

Lui ammicca…onestamente non so se è compiaciuto o incazzato perché mi sono spostato troppo in là…ma non ho saputo resistere.
Superiamo il piano (più agile del previsto) e ci ritroviamo sul dosso dove c’eravamo persi in salita. Carlo chiede chi vuole aprire. C’è un po’ di reticenza. "Chi sà trovare la neve più bella?"… “posso andare io????”…già sbavo. Vedo un dossetto sulla destra che fa ombra. Lì sotto troverò del buono. Mi lancio a tutta. Neve paura. Disegno curve strette. Arrivo sul dosso e disegno una curva in contropendenza che o mi viene o mi ribalto!!! Mi ritrovo lanciato sul piano. In fondo una casetta con il gruppo di sciatori fermo. Raul li sta raggiungendo piano piano. Io lo passo a 200 urlandogli:” dajene Raul, dajene!!!!”.
Mi giro e vedo i ragazzi scendere a briglia sciolta.

L’euforia pervade la valle.
Ci fermiamo per una simulazione di valanga con 5 arva sotto (di cui due a due vicini giusto per incasinare la ricerca). Mamma mia che confusione. Mi rendo conto che tante piccole e banali operazioni si complicano tantissimo in condizioni del genere. Bisogna esercitarsi di più.
Ripartiamo. Fa caldo. Ormai solo lo stradino di rientro e qualche curva su neve smollata, ma diversi “spunti” per fare bei salt….ehm….non si può!!!
Rientriamo alle macchine. Giornata epica. Già si parla del prossimo w-end. Mi piacerebbe organizzare con tutti. Ma dopo questi due giorni mi rendo conto che non siamo ancora pronti per andare da soli. Bisognerà valutare bene la gita e tutto il resto. Giovedì vedremo.
Per ora restano le intense emozioni di questa due giorni a cullarci fino alla prossima uscita.

Grazie a tutti.

P.S: io e Carlo siamo riusciti a sbagliare strada anche al ritorno. Ovviamente non poteva finire in modo diverso.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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