lunedì 7 marzo 2011

Last day in paradise

S’è rotto l’incantesimo….qualcosa è cambiato, definitivamente e nel profondo. Saranno i tempi che corrono, con sempre più “freeriser” assatanati; sarà che dopo tanti anni ho il palato fino; sarà che lo skialp puro e duro è molto più soddisfacente, ma il freeride paradise non lo sopporto più.
Sabato ho mollato tutti: gita del Cai, forumendoli splitboarder, gite polverose per rispondere al richiamo della polvere Rosa. Con Stefano siamo i primi ad arrivare alla biglietteria. Saliamo e rimaniamo bloccati a metà causa bonifica. L’elicottero girava come un’ape operosa mentre noi aspettavamo che aprisse per i salati. Tutt’intorno la copiosa nuova neve….già tracciata. Ma se ha nevicato solo ieri???? Avevamo già le ciaspole con noi perché immaginavamo questa situazione (certo non così però). Per fortuna la funifor è rimasta chiusa. Quindi eravamo tutti lì pronti per la prima run. Arrivati in cima tutti partono impazziti per fare la prima traccia. Qui è tutto vergine e ancora si sorride.

Noi seguiamo due longboard già viste che sembrano saperla lunga. Puntano allo Stolemberg. Noi seguiamo a ruota. Peccato che il lungo traverso per arrivare all’imbocco ci sfianca mentre gli sciatori ci passano veloci e quasi disturbati dalla nostra presenza.

Finalmente arriviamo ad una bella valletta ma la neve è tutt’altro che polverosa. In basso addirittura crosta. Fatte due curve siamo giù nel pianoro che porta al traverso fino al Gabiet.

Sono le 10.30 e abbiamo perso mezza mattina per fare due curve del ca@@@o….risaliamo sulla funifor direzione vecchia Idren. Anche qui il traverso per arrivare è lungo ed estenuante. Ci buttiamo nel vallone del Bors. Neve collosa e pesante fino alla ipertracciata Balma (più bella e raggiungibile in 5 minuti a piedi dai salati).

Scendiamo cercando di perdere il meno tempo possibile. In testa la voglia di tornare su almeno per fare lo Zube dove potremmo trovare qualcosa di buono. Ma scendere veloci è impossibile. La neve fa schifo. I sassi appena coperti distruggono lamine e solette.

Alla fine arriviamo a Sant Antonio tardissimo con l’umore sotto i piedi e la voglia di tornare a casa.
Ci siamo giocati un bel jolly. Ad ogni modo ci ho messo una bella croce sopra. L’unico motivo per tornare saranno le gite alte, quelle più impegnative e meno (si spera) affollate. Ma per il freeride puro non baratterei più un DeXXX o SanXX per mille Monterosaski.

N:B: PER AFFRONTARE UN FUORIPISTA IN SICUREZZA (ANCHE QUELLO PIU’ BANALE VICINO ALLE PISTE) E’ NECESSATIO AVERE ARVA (ACCESO IN TRASMISSIONE) PALA E SONDA. NON IMPROVVISATEVI SE NON AVETE ESPERIENZA DELLA ZONA O DELLA NEVE. CHIEDETE A PERSONE COMPETENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULLE CONDIZIONI DEGLI ITINERARI E DELLE ZONE PERICOLOSE CHE SOLO QUELLI DEL POSTO CONOSCONO. FONDAMENTALE PER GARANTIRVI LA MASSIMA SICUREZZA E’ PIANIFICARE A CASA PER TEMPO IL FUORIPISTA CHE VOLETE INTRAPRENDERE, MA NON FERMATEVI AL SOLO BOLLETTINO: BISOGNA SEMPRE VERIFICARE SUL POSTO OSSERVANDO ATTENTAMENTE LE CONDIZIONI DELL’ITINERARIO E DECIDERE, ANCHE ALL’ULTIMO MOMENTO, DI RINUNCIARE SE NON SI E’ SICURI O TROPPO RISCHIOSO.

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